«Compri cocaina, ti regalo hashish»: arrestati zio e nipote | MaremmaOggi Skip to content

«Compri cocaina, ti regalo hashish»: arrestati zio e nipote

Mesi di indagini della guardia di finanza: i due spacciavano nei boschi tra Follonica e Scarlino. Contattavano i clienti per invogliarli a comprare droga
I cani anti droga della guardia di finanza

SCARLINO. Per mesi hanno tenuto in piedi il mercato dello spaccio tra Follonica e Scarlino, dove hanno trovato rifugio nei boschi di Portiglioni. Erano in quattro, a volte in sei. Due si presentavano ai clienti con il passamontagna calato sul volto. Un’accortezza, questa, che non avevano preso Bouazza Nassrallah, 21 anni di origini marocchine e nemmeno Abdrahim Moutadi, 30 anni, anche lui di origini marocchine. Entrambi difesi dall’avvocato Giulio Parenti, il giudice per le indagini preliminari Marzo Mezzaluna ha firmato nei confronti dei due, un’ordinanza di custodia cautelare. Il primo era già in carcere, il secondo invece, è stato arrestato dagli uomini della guardia di finanza.

Via vai di clienti nel bosco

Sono stati i carabinieri prima e gli uomini delle fiamme gialle poi a smantellare il giro di spaccio che era stato messo su da una banda di nordafricani accusati di aver ceduto centinaia di dosi ai loro clienti, che incontravano sia in centro a Follonica che nel bosco di Portiglioni, al Km 158 della strada delle Collacchie. È qui che i due, zio e nipote, avevano trovato rifugio ed è qui che gli uomini della guardia di finanza hanno potuto vedere il via vai di clienti che arrivava fin nella macchia per acquistare cocaina e hashish, vendute a circa 70 e 10 euro al grammo.

L’indagine della guardia di finanza è durata mesi, durante i quali gli uomini delle fiamme gialle hanno fermato e poi acquisito informazioni da nove clienti che hanno confermato il modus operandi dei due spacciatori che avevano il loro quartier generale nel bosco, dove incontravano i clienti dopo un contatto telefonico. Quantità e prezzi venivano concordati quasi sempre via Whatsapp, prima che i clienti si presentassero di persona a ritirare l’ordine.

Controllo del territorio, analisi dei tabulati telefonici, identificazione dei clienti e individuazione fotografica da parte di questi ultimi: un metodo investigativo collaudato, quello delle fiamme gialle, che per mesi sono stati dietro agli spacciatori.

A Follonica, Moutadi avrebbe incontrato spesso i clienti anche nel parco vicino al Conad di via Spagna, anche se il bosco di Portiglioni sembrava essere per i due il luogo prediletto. Qualche volta, ai loro clienti, chiedevano passaggi in cambio di dosi, per andare a comprare il materiale che sarebbe servito loro per continuare a vivere nel bosco: generi alimentari, sacchi  pelo, zampironi per le zanzare, batterie per la macchina per ricaricare i cellulari.

Soprannominati Omar e Mego, zio e nipote sono accusati di molteplici episodi di spaccio. Qualche volta, hanno spiegato alcuni loro clienti ai finanzieri, sono stati loro a contattarli via telefono per invogliarli ad acquistare stupefacenti, promettendo ad esempio una dose di hashish a chi acquistava una dose di cocaina, o regalando 5 dosi di hashish da un grammo ciascuna ogni dieci dosi di coca.

Il nipote incastrato dai carabinieri

Mentre gli uomini della guardia di finanza stavano svolgendo le indagini sui due spacciatori, il più giovane, Bouazza Nassrallah, è stato fermato, a novembre dell’anno scorso, dai carabinieri della compagnia di Follonica, durante un controllo anti droga all’ex Colonia Marina. I militari avevano fermato un’auto, al volante della quale c’era un uomo conosciuto come tossicodipendente. Con lui c’era il ventunenne che aveva nascosto nelle mutande 17 buste termosaldate di cocaina, pronte per essere spacciate.

Marco Mezzaluna

Il giovane magrebino era in auto con il suo cliente al quale aveva chiesto un passaggio per andare a comprare un kebab a Follonica, in cambio di 10 euro. Il ragazzo era stato quindi arrestato: dopo che il giudice gli aveva applicato il divieto di dimora, il ragazzo era stato trovato il giorno dopo di nuovo nel bosco: arrestato di nuovo, ora si trova rinchiuso nel carcere di Livorno, dove è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Mezzaluna.

Anche lo zio, Abdrahim Moutadi, è stato portato in carcere, a Grosseto. Secondo il giudice infatti non può restare fuori: «L’assenza di alcuna seria prospettiva di inserimento sociale – scrive il giudice Mezzaluna – in un paese che null’altro può concretamente offrire all’indagato che continuare a gravitare nel mondo dello spaccio di droga su incarico di ben strutturate organizzazioni criminali che al momento del bisogno gli forniscono supporto logistico, sono tutti elementi he inducono a ritenere attuale e concreto il pericolo di recidivanza specifico e che impongono, per mantenere un minimo di credibilità delle istituzioni nel contrasto di tali fenomeni criminali, l’applicazione dell’unica misura che è in grado di impedire, fintanto che perdura questa situazione di fatto, la reiterazione del reato, ovvero la custodia cautelare in carcere».

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