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La complessità per capire il futuro. Parola agli scienziati

Come i comportamenti collettivi si applicano all’uomo, dall’economia, alla politica, al clima. Incontro domenica 7 a Fidia, 6 relatori d’eccezione
Stormi di uccelli danzano nel cielo, esempio classico di un sistema complesso
Stormi di uccelli danzano nel cielo, esempio classico di un sistema complesso

GROSSETO. La complessità e i sistemi complessi sono diventati d’attualità in questi ultimi giorni per il premio Nobel per la fisica vinto da Giorgio Parisi per “la scoperta delle interazioni di disordine e fluttuazione nei sistemi fisici dalle scale atomiche a quelle planetarie”, un Nobel tornato in Italia dopo 37 anni (l’ultimo fu assegnato a Carlo Rubbia, nel 1984).

Giorgio Parisi
Giorgio Parisi

Di complessità e sistemi complessi si parlerà, domenica 7 novembre, in un incontro pubblico e gratuito organizzato da La Maremma delle Idee di Richard Harris con il sostegno di Fidia Srl di Grosseto. Un incontro per capire la complessità come fondamentale sfera di ricerca e la sua applicazione nel prevedere e gestire i nostri futuri e quello del pianeta. Un incontro con relatori di eccezione.

L’incontro è sostenuto anche dall’agenzia Engel e Völkers, che tratta immobili di pregio.

Questo il programma

  • 11:30-13:00 La Complessità resa semplice
  • Chiara Mocenni, Università di Siena – Perché il Nobel Parisi a Parisi è così importante
  • Luca Verzichelli, Università di Siena – Politiche semplici per una società complessa
  • Andrea Coratti, ASL Toscana Sud Est – Operare nella complessità
  • 13:00-14:00 Pranzo leggero, offerto da FIDIA Srl
  • 14:00-15:30 La Complessità resa utile
  • Francesco Lamperti, Scuola Superiore Sant’Anna – Clima, economia e sostenibilità
  • Leonardo Bargigli, Università di Firenze – La complessità e l’economia basata sui fatti
  • Andrea Sforzi, Museo della Storia Naturale della Maremma – Ordine e complessità in natura

Cos’è un sistema complesso?

Un esempio semplice da capire è la danza degli uccelli nel cielo. Come questa.

Siamo tutti affascinati da questi enormi stormi, a volte composti da centinaia di migliaia di uccelli, che al tramonto compiono evoluzioni armoniche, meravigliose, con una fantastica coordinazione. Chi li guarda pensa allo stormo come a un’entità unica, quasi dotata di intelligenza propria, qualcosa di superiore rispetto alla somma delle sue parti, cioè gli uccelli. In realtà il comportamento collettivo è il risultato di regole individuali e locali: in sostanza ogni uccello interagisce solo con gli individui a lui vicini, senza avere nessuna cognizione della struttura globale del gruppo.

Ogni singolo individuo allinea la propria direzione del moto a quella dei vicini e questo si propaga da uccello a uccello, generando la coordinazione collettiva. Ecco che da intelligenza collettiva si passa a un  comportamento collettivo, regole di comportamento dei singoli  che portano a coordinazione a livello di gruppo. Non succede solo con gli uccelli, qualcosa di analogo fanno anche i pesci in mare, gli insetti e non solo.

E c’è un secondo aspetto da non sottovalutare. Non c’è un leader. Non c’è un controllo centralizzato. Tutte le decisioni del gruppo  vengono determinate collettivamente con un’amplificazione di una fluttuazione locale. Questo è decisivo per l’applicazione dei sistemi complessi: se un certo numero di uccelli, superiore a una determinata massa critica, cambia direzione all’improvviso, attraverso le regole di comunicazione locale questa fluttuazione si diffonde nello stormo, dando luogo a un cambio di direzione globale, con una sorta di autorganizzazione. Quello degli storni, dunque, è un tipico caso di comportamento collettivo autorganizzato.

Un sistema complesso si può applicare anche ai comportamenti umani?

L’uomo è cognitivamente molto più complesso di un uccello, ma esistono molte analogie con il comportamento di uno stormo, perché un sistema autorganizzato è estremamente reattivo. La velocità con cui un sistema a rete si adatta ai cambiamenti del contesto è enormemente superiore rispetto a quanto può fare un sistema centralizzato. Eppure ci sono esempi semplici: i fenomeni di affollamento, in cui grandi masse di individui lasciano una zona ristretta; il traffico pedonale e automobilistico; gli applausi alla fine di un concerto; ma anche fenomeni collettivi  sociali, come la formazione di trend e flussi di opinione, anche la creazione di bolle speculative nei mercati finanziari. Tutte situazioni in cui ogni individuo agisce sulla base di un’informazione locale senza avere alcuna nozione del comportamento del gruppo.

In sostanza nei sistemi sociali il meccanismo imitativo sopraggiunge quando, per qualche motivo (panico, eccesso di informazioni, fretta), gli individui rinunciano alle abilità superiori che normalmente caratterizzano la loro condotta con effetti negativi, come la creazione di ingorghi, folle e bolle speculative.

La scienza ha affrontato questi temi in da più angolazioni, in particolare la biologia e le scienze sociali, ma la fisica è stata la prima disciplina a fornire una prova di come un comportamento collettivo possa emergere da regole di interazione locali, senza necessità di un coordinamento centralizzato. L’esempio più chiaro è quello dei fenomeni magnetici: la tendenza dei singoli spin (i momenti magnetici dei singoli atomi) ad allinearsi nella medesima direzione dei propri vicini dà luogo  a una magnetizzazione globale spontanea.

Va detto che fino al secolo scorso le varie discipline interessate all’autorganizzazione e al comportamento collettivo hanno proceduto in ordine sparso: biologi, etologi, fisici, ingegneri ed economisti per più di mezzo secolo hanno considerato i fenomeni collettivi come specifici del loro particolare campo di indagine. Solo negli ultimi due decenni biologi, fisici, matematici ed economisti hanno iniziato a occuparsi ognuno di fenomeni collettivi presenti nel campo dell’altro. L’integrazione tra discipline quali la fisica e l’ingegneria da un lato e la biologia e l’economia dall’altro sta portando grandi risultati. Ma ne parleremo domenica 7 con i relatori.

La Maremma delle Idee e le Nozioni Unite

«Una definizione esatta di complessità non c’è – spiega Richard Harris, organizzatore dell’incontro di domenica 7 a Fidia -, però la vittoria del premio Nobel di Parisi l’ha riportata all’attenzione. E noi domenica 7 vogliamo provare a spiegarla e capire come si applica a sociologia, politica, anche al clima. Ci saranno tre scienziati italiani da tre università che parleranno di come la complessità viene studiata e applicata ognuno nella propria sfera: economia, finanza e politica. In economia ora c’è una nuova branca che si chiama complexity economics, che la studia non guardando i grandi flussi, ma valutando le interazioni fra i singoli. Di questo parlerà Leonardo Bargigli, dell’Università di Firenze. Un sistema che i non tutti i vecchi economisti approvano, qualcuno lo contesta anche».

«Poi Chiara Mocenni, dell’Università di Siena, ci spiegherà perché questo Nobel a Parisi è così importante. Perché non è un caso che l’Italia lo abbia vinto, sono molti gli scienziati che studiano la complessità. Francesco Lamperti, della Scuola Sant’Anna, parlerà di clima, economia e sostenibilità».

Accanto a loro ecco Luca Verzichelli, Andrea Coratti e Andrea Sforzi: «Tre applicazioni della complessità, dalla politica, alla chirurgia, alla natura. In quattro ore, con in mezzo il pranzo offerto da Fidia a tutti, faremo un quadro spero molto interessante. E spero che resteremo a parlarne, perché il tema dell’evento è la complessità, ma a me interessa che tutti abbiano la possibilità di partecipare, parlare e conoscere altre persone. Il valore dell’evento non è meramente comunicativo, ma è nelle esperienze delle singole persone che partecipano. L’anno prossimo con le Nozioni Unite faremo un altro grosso evento in una città toscana, di più giorni e in più piazze».

L’appuntamento, quindi, è per domenica 7 novembre dalle 11,30 nella sede di Fidia, in via Fallaci 6 (obbligatorio il green pass). L’evento è gratuito, anche il pranzo è offerto. Per ulteriori informazioni: Tel/WA: 320 9616302 – info@lamaremmadelleidee.com, sito web Nozioni Unite.

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