FOLLONICA. Punta il coltello alla pancia di un ragazzino, ferendolo, per rapinarlo: è successo la sera di Ferragosto a Follonica, nel centralissimo lungomare, sul viale Italia, davanti alla gelateria Pagni.
Una vicenda che ha dell’incredibile ma che, in qualche modo, va a legarsi con la serie di atti che hanno turbato la città del golfo in questa estate. A partire dalle auto spaccate in sequenza, ma non solo.
Incredibile perché è avvenuta nella zona centrale della città, a un’ora in cui in giro c’era ancora tanta gente.
A raccontare cosa è successo al figlio, ancora sotto shock, è il padre del ragazzo.
«Mio figlio ha 15 anni. Con lui abbiamo stabilito delle regole che rispetta. La sera di Ferragosto, per la prima volta, gli avevamo consentito di stare fuori un po’ anche dopo mezzanotte. Nel pomeriggio, sulla spiaggia, aveva conosciuto, con il suo migliore amico, due ragazzine coetanee. E avevano promesso loro che avrebbero mangiato il gelato insieme. Niente di più tranquillo».
Peraltro babbo e mamma erano a due passi.
«Per ulteriore sicurezza gli avevo detto che non avrebbe dovuto allontanarsi dalle vie centrali della città: corso Roma, viale Italia. Quelle con più gente, con i locali aperti. Quelle che ritenevo essere più sicure. Io e la mamma, peraltro, eravamo a una festa di compleanno a poche centinaia di metri dal centro, quindi eravamo vicini e tranquilli».
L’aggressione col coltello intorno all’una meno un quarto
Verso mezzanotte e mezzo, forse qualche minuto dopo, i due ragazzini, rimasti da soli, le ragazzine erano tornate a casa, erano in viale Italia. Proprio davanti al Pagni.
Vengono avvicinati da un gruppo, 4-5, di ragazzi più grandi. Con loro c’è una ragazza visibilmente ubriaca. Che diceva frasi sconnesse.
Li circondano, iniziano ad alzare la voce. Li provocano.
La punta del coltello nella pancia
«Mio figlio aveva un borsello con sé, forse questo ha attirato uno di loro. L’ha preso per un braccio e l’ha trascinato da una parte. Poi ha estratto un coltello e glielo ha puntato alla pancia. Non l’ha solo minacciato, gli ha proprio affondato la punta. Mio figlio ha un taglietto, leggero per fortuna, ma nella pancia, fatto con la punta della lama».
Il rapinatore gli chiede 30 euro: «Dammi 30 euro o te lo pianto nella pancia – gli ha urlato -. Ma mio figlio non li aveva. Non lo mando in giro con tutti quei soldi. Aveva i soldi per il gelato per sé e le ragazzine, per una bottiglia d’acqua, poco altro. Peraltro li aveva già spesi».
Così il rapinatore gli afferra il borsello, prende i pochi soldi rimasti, due spiccioli. Poi gli urla: sbloccami il telefono. «Mio figlio è stato intelligente e freddo, non ha reagito. Gli ha sbloccato il telefono e glielo ha dato. Peraltro un cellulare da 150 euro, non un IPhone ultima generazione. A quel punto per fortuna si sono allontanati».
L’allarme ai carabinieri
Il ragazzino e i genitori si erano sentiti al cellulare poco prima dell’aggressione. Si erano dati appuntamento davanti alla ruota panoramica.
«Siamo saliti in macchina ma ho pensato che per andare alla ruota c’era da fare un giro lungo. Così l’ho richiamato, per dirgli che ci vedevamo davanti al cancello dell’ex Ilva. Ma, erano passati più o meno quindici minuti, il cellulare era spento. Così mi sono allarmato. Ho chiamato il cellulare dell’amico di mio figlio che ci ha detto tutto e siamo corsi in viale Italia».
I carabinieri sono arrivati subito. Hanno preso le testimonianze e le descrizioni. Pare che il gruppo assalitore fosse in realtà una parte di un gruppo più numeroso, che si divide in “sottogruppi” per fare queste… bravate.
Secondo le prime indagini il gruppo potrebbe essere lo stesso che ha spaccato le auto in più occasioni. Si pensa che i giovani assalitori, tutti sui vent’anni, arrivino a Follonica da Firenze con il treno e poi, sempre con il treno, ripartano verso il capoluogo.
Pensando così di farla franca.
«È incredibile che non si possa più stare tranquilli neppure sapendo che il figlio è in pieno centro della nostra città, non in una periferia malfamata. Mi auguro che le indagini dei carabinieri, che sono stati gentilissimi, portino a qualcosa. Anche per tranquillizzarlo e fargli finire bene le vacanze».
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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