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Chiusa con la catena, scoppia il caso di Cala Civette

La segnalazione di una scarlinese. Risponde il sindaco: «Non è competenza nostra, ma ci siamo subito attivati». Nel 2015 la chiusero i russi
La catena a Cala Civette

SCARLINO. Ogni tanto qualcuno ci prova. Basta distrarsi un attimo e spuntano catene e cancelli a chiudere gli accessi alle spiagge, perché qualcuno le considera cosa propria. O, almeno, a propria disposizione.

L’ultimo caso è quello di Cala Civette, splendida spiaggia sulla costa fra Castiglione e il Puntone, nel comune di Scarlino. Siamo di fatto a Pian d’Alma e la spiaggia prende il nome dalla torre cinquecentesca, Torre Civette, che domina la spiaggia dal promontorio. Torre Civette risale al XVI secolo: era un roccaforte strategica del Principato di Piombino, da lì era possibile vedere tutto il golfo.

La torre è di privati. Prima era della famiglia Daddi che poi cedette la tenuta a dei russi. E già qualche anno fa, era l’estate 2015, scoppiò il caso della recinzione e chiusura di Cala Civette, ad opera dei nuovi proprietari della tenuta. Ora la famiglia Daddi gestisce il campeggio Punta Ala.

La torre Civette e la tenuta, ora di proprietà di magnati russi

Cala Civette chiusa con le catene

A segnalare il caso è Beatrice Ramazzotti, che si definisce “cittadina scarlinese da tre generazioni”.

«Invio queste immagini. Sono state scattate un mese fa presso la foce del torrente Alma, sull’argine che divide la spiaggia di Cala Civette dalla spiaggia di Casetta Civinini, al confine tra il Comune di Scarlino e quello di Castiglione della Pescaia (pali e catene sono nel territorio di Scarlino). La catena blocca l’accesso alla spiaggia pubblica e lo rende comunque difficile a una persona disabile, a chi si sposta in carrozzina e addirittura impedisce l’accesso all’arenile a un mezzo di soccorso che dovrebbe rompere la barriera a mano. I pali sono ben piantati nel terreno e la catena è bloccata da due grossi lucchetti».

Un’altra immagine della catena

«Non si capisce il motivo di tale impedimento, né quale sia il messaggio di questa catena. Ma soprattutto non si sa chi abbia provveduto a tale inutile e dannosa istallazione. Le foto sono state inviate all’attenzione anche dei gentili referenti del Comune di Scarlino in copia. Vorrei capire come sia stato possibile un atto simile. Nel giorno in cui fa notizia l’acquisto di Cala di Forno da parte di Bertelli non vorremmo che un’altra spiaggia maremmana finisse nella mani dei privati, in questo caso senza clamore, ma con un segnale tangibile di blocco al mare».

In realtà le catene sono due: una chiude il viottolo che porta alla spiaggia e una è sulla spiaggia. Entrambe abusive.

Il sindaco di Scarlino: segnalato il problema

Francesca Travison, sindaca di Scarlino, così risponde alla segnalazione:

«Cara Beatrice, in seguito della sua segnalazione l’Amministrazione comunale di Scarlino si è immediatamente attivata per provvedere a informare gli organi competenti della situazione. Il Comune, come saprà, non ha competenza in questo specifico ambito: proprio come lei abbiamo a cuore il nostro territorio quindi ci siamo subito attivati per avvisare chi di dovere.  Infine volevamo rassicurarla che non c’è nessuna intenzione di vendere spazi pubblici a privati, tantomeno le nostre bellissime cale, che come saprà stiamo cercando di tutelare non temendo l’opinione pubblica».

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