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Quando lo sport è inclusivo e unisce – IL VIDEO

“Sport per tutti” è il progetto della Chiesa evangelica apostolica di Grosseto, per favorire l’inclusione delle persone con disabilità. Il “debutto” con l’associazione SKeeP
Un momento della premiazione
Un momento della premiazione dopo la partita di domenica 21 novembre

GROSSETO. Si chiama “Sport per tutti” l’iniziativa lanciata dalla Chiesa evangelica apostolica di Grosseto per favorire l’inclusione delle persone con disabilità, attraverso lo sport. Un modo per stare insieme, per aiutare la città a crescere, a essere più inclusiva, a superare le barriere che separano i normodotati da tutti coloro che invece non lo sono, con la speranza che il numero più alto di persone decidano di mettersi a disposizione per questo nobile obiettivo, che si può raggiungere stando insieme e divertendosi.

Lo dimostra la giornata organizzata domenica 21 novembre dalla Chiesa evangelica apostolica, guidata dal pastore Federico Artuso, insieme all’associazione SKeeP, che dal 2013 opera sul territorio nazionale per sostenere e integrare, attraverso il supporto di volontari, tutti i diversamente abili desiderosi di fare sport. A Grosseto ha come presidente Cristiana Artuso, atleta maremmana vincitrice di numerosi titoli e che non ha certo bisogno di presentazioni. Con SKeeP, ha deciso di unire la sua grande passione per lo sport, al volontariato e al sociale.

Ecco allora che la squadra con i volontari della Chiesa evangelica apostolica, ha disputato una partita, al campo della Nuova Grosseto Barbanella, in via Australia, contro la squadra di SKeeP, con il primo tempo chiuso con un sonoro 8-2 in favore dei secondi. Nella fase successiva le squadre si sono mescolate, scegliendo il divertimento al posto dell’agonismo e arrivando comunque a un 5-5.

Contestualmente è stato organizzato un torneo di bocce, che ha coinvolto anche chi non aveva partecipato alla partita di pallone. Al termine una premiazione e una festa collettiva – naturalmente nel rispetto delle norme anti Covid – cui hanno partecipato tutti: dai genitori dei ragazzi con disabilità, ai tutor, al movimento giovanile della chieda evangelica apostolica che ha organizzato le partite, ai volontari di SKeeP.

«L’obiettivo della Chiesa, con il coinvolgimento del movimento giovanile – spiegano gli organizzatori – è di creare opportunità di inclusione, dando modo alle persone che soffrono di una forma di disabilità, di trovare nello sport momenti di aggregazione. Allo stesso tempo dando ai volontari e a tutti colori che anche per un momento vorranno avvicinarsi a questa iniziativa, un’occasione concreta di aiutare chi ha bisogno e di arricchirsi con un’esperienza umana di grande valore.

Siamo aperti alla collaborazione con altre associazioni che operano sul territorio, come abbiamo fatto con SKeeP, per replicare tutte le volte che sarà possibile esperienze come quella di domenica scorsa», concludono.

 

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