GROSSETO. La dove lo schieramento politico divideva, erano i manifesti della campagna elettorale a mettere uno a fianco all’altro i candidati. Lunghe file di facce sorridenti, pose decise, slogan e simboli di partito sui manifesti negli spazi messi a disposizione dai Comuni.
Anche loro sembrerebbero caduti sotto i colpi implacabili di internet che ha sostituito la piazza vera con quella virtuale dei social, la carta con valanghe di mail. Ormai programmi, fac-simile di schede, nomi e volti si sparano a centinaia di destinatari nel tempo di un click.
Spariti soprattutto i classici manifesti che a ridosso delle elezioni tappezzavano città e paesi: faccioni bene in vista dei candidati e gli slogan di tutti i tipi, non ci sono più.
Succede in gran parte della provincia, dove, facendo in giro si vedono pochissimi manifesti.
A 15 giorni esatti dal voto e in piena campagna elettorale, gli spazi elettorali assegnati dai comuni alle forze politiche in lizza e nella posizione estratta a sorteggio, rimangono desolatamente vuoti. Come si vedono in giro molte meno affissioni negli spazi usualmente riservati alla pubblicità.
I tempi cambiano, e con l’avvento dei social network è molto più economico e facile veicolare i messaggi attraverso il web, alla portata di tutti gli smartphone. A rimetterci davvero alla fine sono le tipografie che non stampano più i manifesti, anche se resistono i “santini”, quei foglietti minuscoli, tascabili come i biglietti da visita, molto comodi per le indicazioni di voto.
Il lavoro rimane per gli ideatori, che progettano comunque le locandine e gli slogan.

nasce dall’idea di Guido Fiorini e Francesca Gori
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