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Centro culturale islamico in via Trento, è scontro

Andrea Vasellini: «Ridare via Roma e via Trento ai grossetani». Christian Marchini: «Un’occasione di integrazione»
Via Trento, qui aprirà il centro culturale islamico
Via Trento, qui aprirà il centro culturale islamico

GROSSETO. L’apertura di un centro culturale islamico in via Trento, da parte di un’associazione privata che ha affittato alcuni locali, fa esplodere la polemica in città.

Da una parte il consigliere comunale Andrea Vasellini, che è anche coordinatore del Controllo di vicinato, parla di «ghettizzazione di via Trento e via Roma». Dall’altra gli risponde il segretario del circolo Pd centro, Christian Marchini, facendo notare che il centro è, invece, «Un’opportunità per iniziare un processo di integrazione».

Vasellini: «Ridare via Trento e via Roma ai grossetani»

Il consigliere comunale individua nella presenza di locali gestiti da stranieri il problema della zona: «Si tratta di una ghettizzazione della zona di via Trento e via Roma, dalla quale i residenti esasperati stanno scappando. Il rischio è quello di creare delle realtà parallele e non integrate. La zona ha una vocazione commerciale e residenziale, ma proprio la presenza di una serie di attività gestite da stranieri crea i presupposti dell’attuale degrado che tutta la zona sta vivendo».

«Il centro culturale sarebbe il colpo finale per l’islamizzazione dell’area estraniandola dal resto della città, nonostante la posizione centralissima. Dobbiamo ridare via Roma e via Trento ai grossetani, rendendoli liberi di viverci e transitarvi serenamente senza sentirsi estranei o peggio ospiti sgraditi a casa propria».

Marchini: «Basta propaganda populista. Va avviato un processo di integrazione»

Christian Marchini, segretario del circolo Pd centro, ha una posizione ben diversa.

«L’amministrazione Vivarelli Colonna non ha una politica sull’integrazione dei cittadini stranieri e per dimostrarlo vi faccio due esempi lampanti. Il primo è sicuramente quello delle continue limitazioni ai negozi etnici di Via Roma e dintorni, additati come i principali colpevoli del degrado in quella zona. Se si continua a fare di tutta l’erba un fascio colpendo quei piccoli commercianti, ovviamente quelli meritevoli di supporto, che provano a sopravvivere in una città come la nostra, non si risolverà mai il problema principale».

«Ci tengo a sottolineare, per evitare commenti e risposte fuori contesto, che a mio avviso esiste un disagio in quella parte della città, ma questa non è la strada per eliminarlo». 

«Il secondo esempio sono le parole del consigliere Vasellini contro l’apertura del centro culturale islamico in via Trento. Credo sia inammissibile parlare di ghettizzazione e islamizzazione, il centro islamico è un’opportunità per la comunità di quella zona di iniziare un vero e proprio processo di integrazione, questo non vuol dire che quella zona debba essere islamizzata, ma dovrebbe essere semplicemente una parte della città come le altre dove qualsiasi cittadino possa vivere tranquillamente».  

«Le istituzioni devono impegnarsi ad avviare un processo di integrazione effettiva, basato su un modello di coesistenza e coabitazione di tutte le etnie, promuovendo iniziative culturali e sociali che permettano a tutte le comunità di partecipare ed essere protagoniste di un’operazione che punti a rendere Grosseto una città vivibile per tutti». 

«Un centro culturale non deve essere visto come un pericolo o un rischio, forse le dichiarazioni del consigliere in questione sono il frutto di una propaganda becera e populista di centrodestra che cerca di far passare “lo straniero” come unico portatore di degrado». 

«Il termine integrazione non significa far cambiare radicalmente i loro usi e costumi, ma farle coesistere con i nostri e tutte le istituzioni dovrebbero impegnarsi affinché ciò avvenga».

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