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Caro gasolio: i benzinai spengono le luci

I gestori degli impianti sono in difficoltà: al buio di sera da lunedì 14 marzo. Protesta anche Cna Fita: autotrasportatori colpiti dagli aumenti
Un’area di servizio

GROSSETO. All’impennata senza precedenti del costo del gasolio si aggiungono segnali allarmanti che evidenziano la scarsità di carburanti nel mercato. A lanciare l’allarme è Cna Fita, l’unione che rappresenta i trasportatori, che sottolinea come, dopo il taglio da parte delle compagnie petrolifere delle forniture di oltre il 50%, si stanno iniziando a subire alcune ripercussioni mentre i benzinai che aderiscono alla Figsc Confcommercio annunciano iniziative di protesta

Chiesti interventi urgenti al governo

«Tasse e speculazione portano il prezzo dei carburati e dell’energia alle stelle. Chiediamo al Governo interventi urgenti e l’immediato ripristino dell’accisa mobile già prevista nella legge finanziaria 2008». A parlare è la Confcommercio Grosseto, che dà voce alle ultime azioni sindacali unitarie di fronte alla gravissima situazione che si ritrovano ad affrontare i gestori dei distributori di carburante.

«Dobbiamo tornare indietro di dieci anni per trovare, nel 2012, un prezzo della benzina a circa 1,90 euro e quello del gasolio a circa 1,78 euro. E non c’era alcuna situazione di conflitto o sanzioni a gravare sul mercato. Da sempre accisa ed Iva compongono la parte maggioritaria del prezzo, sfiorando il 60% di quello pagato dal consumatore e non si può far finta di ignorarlo. Ma, se questa situazione è insostenibile per i consumatori, dopo due anni di pandemia, è ancor meno sostenibile per i gestori che -indipendentemente dall’andamento del prezzo- continuano a percepire 3,5 euro (lordi) su ogni litro di prodotto immesso nel serbatoio degli automobilisti, continuano ad assolvere un pubblico servizio essenziale pur in presenza di vendite in progressivo declino ed a sopportare i relativi costi connessi».

Sempre dal sindacato Figisc comunicano che «I gestori, in attesa che si sciolgano i nodi dell’ammodernamento e del rilancio di un comparto che appare, oggi più che mai, essenziale al Paese ed alla sua economia, chiedono che il Governo intervenga immediatamente dando applicazione a quanto previsto dalla legge 244/07 in tema di accisa mobile (o anticiclica) che consente, da una parte, di sterilizzare gli aumenti dell’Iva e, dall’altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici».

Ed infine: «In attesa che arrivino risposte dal Governo, i gestori, nel tentativo di arginare l’aumento vertiginoso dei costi a margini invariati – dicono – a partire dalla giornata di lunedì 14 marzo terranno spenta l’illuminazione degli impianti in modalità self-service durante le ore notturne. Altre iniziative verranno valutate nei prossimi giorni per salvaguardare il mantenimento dei livelli occupazionali degli oltre 22 mila distributori di carburanti, di un settore al servizio del Paese e dei cittadini che dà lavoro ad oltre 100 mila famiglie”.

Tagli del prodotto e costi esorbitanti

 «I tagli del prodotto – spiega Gianfranco del Poeta, presidente di Cna Fita Grosseto – colpiscono non solo gli autotrasportatori, che stanno avendo delle difficoltà nella programmazione dei loro servizi, ma anche altri settori dell’economia, con possibili ripercussioni preoccupanti». Una situazione, secondo Cna Fita, che deriva dalla crisi internazionale ma anche, probabilmente, da alcune speculazioni senza scrupoli: Perché – precisa Del Poeta – non si ravvisano motivi oggettivi per questa impennata così veloce e inaspettata».

«In questo momento così critico per la comunità internazionale e per il nostro Paese – conclude Del Poeta – chiediamo al Governo di individuare soluzioni immediate per contenere le difficoltà e rassicurare gli operatori del settore, che sono stati sempre disponibili, soprattutto nei mesi più bui della pandemia, a rispondere alle richieste dello Stato: durante il primo lockdown, ad esempio, abbiamo continuato a garantire approvvigionamenti e forniture, oltre a trasportare gli strumenti necessari per effettuare le sanificazioni massicce, mettendo a rischio la nostra salute, quella dei nostri autisti e sostenendo spese maggiori rispetto all’attività ordinaria. Ci piacerebbe che di questo la politica tenesse conto».

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