GROSSETO. Energia troppo cara, il “caro bollette” sta mettendo a rischio tutta l’economia della Maremma. A lanciare l’allarme è Cna Grosseto che, nelle ultime settimane, ha ricevuto molte segnalazioni da imprese, anche di grandi di dimensioni, che si trovano in grave difficoltà per far fronte ai costi delle utenze.
È di poche settimane fa, il caso emblematico dell’hotel Campese, all’Isola del Giglio, che si è visto quadruplicare la bolletta elettrica, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma purtroppo non è un caso isolato. Per molte imprese si configura la riduzione della produzione e la cassa integrazione per il personale, se non addirittura la chiusura.
Energia troppo cara, Breda: «Aziende a rischio in Maremma»
«Per colpa dell’Energia troppo cara molti dei nostri associati – dice il presidente di Cna Grosseto, Riccardo Breda – rischiano, a settembre, di dover ridurre la produzione quando non interromperla del tutto e attivare, quindi, la cassa integrazione per i loro dipendenti». Con i costi delle bollette, di fatto, quadruplicati, per molti artigiani e piccoli imprenditori sta diventando impossibile mantenere l’attività.
«Da tempo – prosegue Breda – la nostra associazione, a livello nazionale, sta proponendo strade da perseguire per evitare che questa crisi diventi, ben presto, anche una crisi sociale.
Le piccole e medie imprese italiane sostengono le bollette più care d’Europa, con un 33,5% in più rispetto alla media. Questo comporta un grande svantaggio competitivo, che diventa ancora più pesante guardando al mercato nazionale, dove una piccola impresa sostiene costi quattro volte superiori rispetto alla grande industria».
Le proposte di Cna per evitare il disastro
Ecco allora le proposte di Cna a livello nazionale per arginare il problema e provare ad arginare il disastro. Servono, infatti, misure per attenuare gli impatti del “caro-energia” sulle imprese, con un intervento unitario e coordinato a livello europeo, che si aggiungano alla sospensione degli oneri generali di sistema, alla riduzione dell’Iva sul gas naturale, ai crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas.
In aggiunta alle misure elencate, occorre introdurre strumenti «in grado di limitare l’impatto del costo del gas sulla formazione del prezzo dell’energia fissando un massimale, in modo da produrre benefici a cascata su tutta la filiera», continua Breda. Infine, è il momento di dare una spinta importante al processo di decarbonizzazione: «Le piccole e medie imprese italiane – conclude Breda – hanno a disposizione centinaia di metri quadri di tetti che possono essere sfruttati per installare impianti fotovoltaici. Un intervento che, se programmato su base almeno triennale, porterebbe al rapido aumento della potenza Fer installata».
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