GROSSETO. La loro condizione è tutta riassunta nella parola “precari” con cui vengono definiti gli insegnanti non di ruolo. Quelli che vengono chiamati per fare una supplenza annuale, quando va bene, oppure per supplenze brevi. E non sono precari per scelta, ma perché il farraginoso sistema di reclutamento che consente l’agognato “ruolo” si risolve spesso in un imbuto di titoli, requisiti e, purtroppo, fortuna.
Una condizione non invidiabile che al danno unisce anche la beffa di non avere nemmeno quei pochi bonus che spettano agli insegnanti di ruolo. Nel caso specifico la Carta docente e il cosiddetto salario accessorio, la retribuzione professionale docenti che non viene corrisposto a chi fa le supplenze brevi.
Una battaglia, quella per far riconoscere ai precari gli stessi diritti degli insegnati di ruolo, che la Federazione lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil sta portando avanti, patrocinando il ricorso al giudice del lavoro.
In centinaia allo sportello della Cgil per firmare il ricorso
Ieri, 10 febbraio, c’era la fila alla sede della Cgil per firmare il ricorso dell’avvocato Carlo de Martis, che nei prossimi giorni verrà depositato in tribunale. Sono due, infatti, i ricorsi collettivi patrocinati dal sindacato:
- la Carta docenti, il bonus annuale di 500 euro assegnato degli insegnanti di ruolo, da utilizzare per aggiornamento professionale, libri, materiale didattico
- il salario accessorio, la retribuzione professionale docenti che non è riconosciuta per le supplenze brevi e saltuarie.
Russo: «pari diritti per pari lavoro»
La Flc-Cgil di Grosseto, sulla base dell’analoga iniziativa nazionale, ha organizzato un unico ricorso a livello provinciale, affinché la Carta del docente venga riconosciuta anche ai precari. «La vertenza – spiega il segretario provinciale della Flc-Cgil di Grosseto, Cristoforo Russo – prevede anche la richiesta di quote arretrate rispetto a precedenti anni di lavoro. Il personale docente, in qualunque condizione contrattuale si trovi, svolge una precisa funzione: quella di insegnare. E ha diritto ad avere gli stessi strumenti, precario o di ruolo che sia».

Lo stesso principio “pari diritti per pari lavoro” è alla base dell’altro ricorso, quello sul salario accessorio che non viene corrisposto a chi fa supplenze brevi (retribuzione professionale docenti) e al personale Ata con con contratto non annuale (compenso individuale accessorio). Rispettivamente 174.50 e 66.90 euro mensili.
«Già da tempo siamo impegnati a rivendicare la retribuzione professionale docenti anche per i supplenti brevi e saltuari. Il ministero, infatti, con una palese discriminazione, non eroga le indennità accessorie ai precari e al personale Ata con contratto non annuale», aggiunge Russo.
«Il ricorso è interamente patrocinato dalla Flc-Cgil di Grosseto, in questi anni sempre in prima linea per combattere il precariato nella scuola. La nostra battaglia è in tutti i settori affinché siano riconosciuti pari diritti per pari lavoro», conclude Cristoforo Russo.
Autore
-
nasce dall'idea di Guido Fiorini e Francesca Gori Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli