Banda delle ville, sette condanne e due assoluzioni | MaremmaOggi Skip to content

Banda delle ville, sette condanne e due assoluzioni

Si fingevano rappresentanti di un gruppo finanziario arabo e di una fondazione inglese e si offrivano come intermediari per la compravendita di immobili di lusso, contestate 43 truffe
La guardia di finanza

FOLLONICA. Sette condanne, due assoluzioni e quasi 230mila euro di risarcimenti alle vittime. È finito così il processo alla “banda delle ville”, che tra il 2017 e il 2020 avrebbe messo a segno decine di raggiri immobiliari in varie parti d’Italia, per un totale di 43 truffe

Truffe che si sarebbero concretizzate grazie a un sistema collaudato. I sette imputati si presentavano come rappresentanti di un gruppo finanziario arabo e di una fondazione inglese e si offrivano come intermediari per la compravendita di immobili di lusso.

La compravendita però, per andare in porto, avrebbe dovuto prevedere la costituzione di una società “Limited” di diritto anglosassone, che avrebbero costituito loro ma con i soldi di chi invece avrebbe soltanto voluto vendere il proprio bene immobile.

Sette condanne e due assoluzioni

Venerdì 27 giugno, in tribunale a Livorno, Il tribunale il presidente del collegio Luciano Costantini con i giudici Andrea Guarini e Roberta Vicari hanno emesso le sentenze. 

Undici anni e un mese di reclusione per Nicola Calderini, 44 anni, piombinese residente a San Vincenzo, indicato dalla procura come il capo della banda. A Calderini è stata anche confiscata un’Audi A6 e una Mercedes Cls, ed è stato confiscato e distrutto il passaporto diplomatico del Sovrano Ordine
militare di Malta. Il 44enne è stato interdetto dai pubblici uffici. 

È stato assolto invece il notaio livornese Valerio Vignoli, 73 anni, così come il trentenne Alberto Nigiotti.

Si fingeva magnate per l’intermediazione

Mike Berni, follonichese di 60 anni, che per la banda si sarebbe finto persona interessata all’acquisto, nelle vesti a volte del “magnate straniero” ed altre del “rappresentante di gruppo imprenditoriale“ è stato condannato a otto anni carcere e 20mila euro di multa, e gli è stata applicata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale durante la pena. Cinque anni, invece, per Giuseppe “Beppe” Doveri, 76 anni, per aver messo a disposizione la sua villa in modo tale da dare un’immagine di solidità economica al gruppo.

Condannato anche Bilbil Muca, 49 anni, residente a Follonica, ritenuto dalla procura di Livorno, che ha coordinato le indagini della guardia di finanza, il “tuttofare” del gruppo. Era lui a dover garantire il proprio supporto nel ruolo «di soggetto incaricato delle ristrutturazioni e degli acquisti di arredi ed elettrodomestici». Muca è stato condannato a due anni e un mese di reclusione e 600 euro di multa. A Muca non è stato contestato il reato associativo.

Condannati anche il 77enne Roberto Cascavilla, un anno e sette mesi e 650 euro di multa, l’avvocato fiorentino Riccardo Corsini, 57 anni, un anno e dieci mesi, 750 euro di multa e sei mesi di interdizione dalla professione forense) e Ratko Dragutinovic, 66 anni: per lui quattro anni e mezzo di reclusione,
600 euro di multa. 

 

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