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Imbrattato quadro di Van Gogh: grossetani bloccati al museo

Una compagnia di circa 30 persone partite dalla Maremma era in visita a palazzo Bonaparte proprio quando sono entrati in azione gli attivisti
Una foto dei primi attivisti sotto al quadro il “Seminatore al tramonto” di Vincent van Gogh

GROSSETO. Doveva essere una gita all’insegna della cultura. Invece per alcuni grossetani è stata più impegnativa del previsto.

Una compagnia di circa 30 persone, partite dalla Maremma con un pullman di un’agenzia viaggi di Albinia, nella mattina di oggi (4 novembre) era in visita a palazzo Bonaparte a Roma. Per via di una protesta di alcuni attivisti di “Ultima Generazione” però, ad alcuni la visita è proprio saltata.

È toccata di nuovo a Van Gogh

Tra le opere esposte a palazzo Bonaparte c’è il “Seminatore al tramonto” di Vincent van Gogh (realizzato nel 1888), è lì affisso in occasione di una mostra dedicata all’autore. E proprio oggi quest’opera è stata scelta da quattro militanti del movimento ambientalista come “megafono” per la loro campagna di disobbedienza civile, con l’intento di sensibilizzare sul cambiamento climatico.

Chi era alla mostra è stato interrotto improvvisamente. «Chi di noi era più vicino al quadro come me – racconta Paola Ziviani, una dei maremmani in visita a Roma – ha avvertito una forte spinta da dietro. Qualcuno si è anche impaurito un po’ perché nessuno se lo aspettava. All’improvviso hanno rovesciato della minestra sul quadro e hanno iniziato a fare la loro campagna di protesta».

Palazzo Bonaparte

La dinamica infatti è simile a quanto successo il 14 ottobre all’opera “I girasoli” (esposta a Londra), sempre dell’autore fiammingo. Gli attivisti hanno imbrattato il quadro (protetto dal vetro), questa volta con della minestra di verdure e si sono incollati una mano alla parete. Iniziando a richiamare l’attenzione, con voce squillante, verso i danni provocato dall’utilizzo del carbone, dell’olio di palma e di altre pratiche dannose per l’ambiente.

L’azione ha raccolto molta indignazione da parte dei presenti. «Io ero proprio lì – racconta Paola – c’era una mia amica che stava fotografando l’opera e l’ho sentita gridare. Quando gli attivisti hanno versato la zuppa e hanno iniziato a incollarsi le mani alla parete urlando i loro slogan, molti hanno iniziato a loro volta a gridargli contro».

Bloccati al museo «Alcuni non hanno potuto vedere la mostra»

Il gesto ha infatti interrotto la visita a tutte le persone che erano venute a vedere la mostra in quel momento. La peggior sorte sarebbe toccata al secondo gruppo della compagnia maremmana. «Il gesto degli attivisti ha messo in moto tutta la macchina della sicurezza – racconta Paola – siamo rimasti tutti bloccati per circa 20 minuti in attesa dell’arrivo della polizia. Poi ci hanno fatti uscire, sgomberando i locali per controllare che non ci fossero altri dentro. Io ero nel primo gruppo della compagnia, ed eravamo quasi arrivati alla fine della mostra quando è successo tutto. Chi era nel secondo gruppo, era entrato da poco e sicuramente ha visto poco e niente della mostra».

Dopo quest’ultima incursione si riaccende il faro e il dibattito sull’importanza di questo tipo di manifestazioni fatte per sensibilizzare la popolazione sul cambiamento climatico. Quello di oggi è uno dei tanti gesti plateali che si sono susseguiti negli ultimi giorni. C’è chi si schiera a favore, e chi è decisamente contro, invitando gli attivisti a manifestare altrove: vicino alle sedi del potere per esempio.

La tappa al palazzo Bonaparte per i maremmani non è stato proprio un successo. Nonostante la visita alla mostra sfumata, il loro tour continuerà a stupirli con l’arte che si può apprezzare in molti altri luoghi a Roma.

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