MONTE ARGENTARIO Barche ormeggiate, reti tirate a terra e porti silenziosi. È la fotografia della pesca toscana di queste settimane, soprattutto lungo la costa dell’Argentario.
Le marinerie di Castiglione della Pescaia, Porto Ercole e Porto Santo Stefano non possono più uscire in mare: non si tratta del consueto fermo biologico, ma dell’esaurimento delle giornate di pesca assegnate.
Una regola che – denunciano i pescatori – li penalizza due volte, «perché flotte di altre regioni vengono a pescare nelle nostre acque» lasciando fermi i pescherecci locali.
Simiani porta la crisi in Parlamento
La questione è arrivata a Roma con un’interrogazione del deputato grossetano Marco Simiani (Partito democratico), che ha chiesto al Ministero dell’agricoltura interventi urgenti:
«Il settore è al collasso – spiega Simiani –. Servono ristori immediati, certezze sui tempi di pagamento e regole più giuste per chi lavora rispettando il mare e la legge».
Il parlamentare chiede anche una revisione della gestione delle giornate di pesca per evitare che le marinerie toscane vengano penalizzate da flotte provenienti da fuori regione.
«Così mettiamo in ginocchio famiglie e imprese»
Dalle coste dell’Argentario arriva anche la preoccupazione del consigliere comunale di opposizione Marco Nieto:
«Il fermo prolungato e i ritardi nei ristori mettono in ginocchio famiglie e imprese. Non è solo economia: è salvare un pezzo della nostra identità costiera».
La crisi non colpisce infatti solo i pescatori, ma anche l’intero indotto: pescherie, ristoranti, trasportatori e attività che vivono del pescato fresco locale.
La proroga del fermo e la rabbia dei sindacati
Ad aggravare il quadro, la decisione del Masaf che ha prorogato il fermo pesca nel Tirreno fino al 30 novembre 2025, motivandolo con l’esaurimento delle giornate di attività.
Un fulmine a ciel sereno che ha scatenato la protesta delle sigle del settore – Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca – che parlano di una misura: «Inaccettabile e devastante per i redditi dei lavoratori».
La proroga è infatti arrivata a poche ore dalla ripartenza prevista delle attività, lasciando tutto il comparto nell’incertezza.
Si rischia di spezzare un equilibrio già fragile
Tra lungaggini amministrative, caro-carburante e ristori che non arrivano, la pesca toscana è su un crinale pericoloso.
Le marinerie chiedono:
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regole chiare
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sostegni immediati
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un piano di lungo periodo per la sostenibilità del settore
Nei porti dell’Argentario, intanto, il silenzio cresce.
Il mare è lì, a pochi metri dalle barche. Ma chi del mare vive oggi aspetta soltanto una cosa:
una risposta concreta dalla politica.
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso.
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