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Area del Molino: «Partiremo con la riqualificazione»

Il Comune risponde alla società Terme di Saturnia: il terreno sul quale sono state messe le strutture ha una destinazione urbanistica differente
Un’immagine delle Cascatelle di Saturnia

MANCIANO. «Purtroppo non si tratta di una corretta utilizzazione dell’area come la società Saturnia Terme del Gorello vuole far credere, non si tratta neppure della negazione di un’attività imprenditoriale o di non voler sviluppare il territorio. Le opere eseguite abusivamente in località Mulino del Bagno, nella frazione di Saturnia, non seguono la normativa vigente e un’amministrazione comunale non può essere di certo compiacente».

Questa la nota da parte dell’amministrazione comunale di Manciano, in risposta alla società Saturnia Terme del Gorello, che ha fatto anche quest’anno richiesta di utilizzare l’area per la riapertura di un’installazione fotografica temporanea all’interno del piano terra dell’edificio Molino del Bagno e di installare strutture, arredi e manufatti a corredo ma che con un’ordinanza il Comune impone di sospendere i lavori e ripristinare i luoghi.

Via al ripristino

«L’area prospiciente il Molino – spiegano dal Comune – è composta di tre mappali privati e di un bene pubblico (l’alveo del torrente Gattaia). Uno dei mappali privati è il Molino con la sua corte privata e ha destinazione museale; gli altri due adiacenti al bene pubblico sono costituiti da seminativi e hanno destinazione d’uso agricola. Nell’anno 2021, in assenza di qualsiasi attività economica, in presenza della stessa installazione fotografica, in adiacenza al bene pubblico e in ossequio alle normative anti Covid, è stato tollerato l’appoggio di ombrelloni. Come tutti sanno, attualmente, si sono esauriti gli effetti della normativa anti-Covid che aveva consentito nell’anno 2021 l’utilizzo in forma temporanea (in deroga anche alle prescrizioni paesaggistiche) di aree e proprietà per fini ludici nel caso di attività per fini commerciali con una sostanziale tolleranza anche per le aree di natura privata».

«Ad oggi il problema, che è stato riscontrato e comunicato alla società – affermano ancora dal Comune – è che l’insieme delle attività messe in atto dalla società su suoli a destinazione d’uso agricola fa propendere per interpretare queste finalità come usi non agricoli seppur temporanei. In pratica, c’è un utilizzo dell’area non compatibile con la destinazione d’uso agricola della zona, un mutamento urbanisticamente rilevante e un insieme di elementi tecnologici di servizio come linee elettriche, pompe, chioschi, depurazione, tesi a infrastrutturare l’area agricola come un’area attrezzata di natura turistica. Per attuare quanto proposto dalla società, sarebbe necessario che il terreno avesse una precisa destinazione d’uso di natura urbanistica, sulla quale poter presentare un titolo abilitativo (permesso a costruire, Scia o altro). Non si tratta, dunque, come vuole far credere Terme di volere lasciare questa area nel degrado. Questa amministrazione ha in mente, infatti, un progetto di riqualificazione che sarà un volano per il turismo di questo territorio, un percorso che andremo a condividere con la popolazione e con le attività del territorio. Nessuno vuole l’incuria e l’abbandono dell’area del Mulino del Bagno. La realizzazione dell’area di sosta temporanea, fatta lo scorso anno aveva proprio questo significato, di mettere ordine e di offrire un servizio importante ai turisti in tutta sicurezza. Le cose, però, vanno fatte secondo le norme che regolano la materia ed è per questo che è stato ordinato alla società di demolire, ovvero ripristinare, rimuovere, entro 30 giorni dalla data di notifica dell’ordinanza di sospensione dei lavori e rimessa in pristino dei luoghi, le opere eseguite abusivamente e far cessare le attività inserite nella struttura realizzata, le cui istanze sono state ritenute irricevibili anche da parte del Suap. Il Suap, infatti, aveva comunicato agli esercenti l’impossibilità di avviare ogni attività economica già venerdì 1 luglio 2022, in quanto in difformità dalla Legge Regionale 62 del 2018. Anche lo scorso anno, tramite un’ordinanza era stato imposto alla società di smantellare ciò che era stato realizzato abusivamente nell’area agricola. Quindi la Società Terme del Gorello aveva piena consapevolezza della natura dei terreni e delle potenzialità connesse».  

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