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Gli alberi “energetici” di Paolo Stefanini – Il VIDEO

Ha iniziato a piantarli nel 1990, realizzando l’unico arboreto della provincia che raccoglie diverse specie di piante tipiche della Maremma
Paolo Stefanini all'ingresso del suo arboreto
Paolo Stefanini all’ingresso del suo arboreto

GAVORRANO. «Sai quando è il momento migliore per piantare un albero? 15 anni fa». Si è ispirato a questo detto cinese, Paolo Stefanini,  che ai piedi di Gavorrano, ha realizzato in 30 anni l‘unico arboreto della provincia che raccoglie molte specie di piante tipiche della Maremma, in un fazzoletto di terra di circa mille metri quadrati. Un piccolo miracolo di studio, ricerca e amore per la natura.

Dunque, se volete vedere tutte insieme diverse specie di quercia, pino, ginepro, lentisco, sorbo e molto altro ancora, dovete venire qui e nel giro di un’ora potete trovarle e confrontarne le differenze. Non solo, potete ricaricarvi di energia positiva, passeggiando in mezzo al verde e godendo del campo elettromagnetico “buono” in una delle quattro postazioni bioenergetiche che si trovano nell’arboreto.

 

Stefanini, follonichese, 58 anni, responsabile per la Regione Toscana di Aree protette e biodiversità per la provincia di Grosseto, ha iniziato a raccogliere le piantine e i semi, farli germogliare e metterli a dimora, nel 1990, da studente universitario di Scienze forestali. Da quel momento se ne è preso cura giorno dopo giorno, anno dopo anno, fino al sorprendente risultato attuale.

Una volta che le piantine sono diventate alberi o arbusti, le ha identificate con una “scheda informativa”, incisa su un legno di olivo, con il logo del Rigoloccio, che riproduce il labirinto esoterico della Cattedrale di Chartres, il nome scientifico della pianta, quello comune, sotto, una frase di Ermete Trismegisto: «Il sole ne è padre, la luna ne è la madre, il vento l’ha portato nel suo ventre, la terra è la sua nutrice». Queste parole, secondo Stefanini, sono la descrizione dell’albero, l’organismo vivente più longevo e il più grande che esista.

Ora è giunto il momento di aprire il cancello della proprietà per renderla visitabile liberamente a tutti, in particolare alle scuole, ai bambini e i ragazzi delle elementari e medie, che hanno qui l’opportunità di vedere, toccare, osservare e studiare le piante nelle loro caratteristiche e diversità. «Una delle gioie più belle per me – dice – sarebbe vedere qui le scolaresche».

Stefanini davanti alla sughera monumentale
Stefanini davanti alla sughera monumentale

Ogni albero dei circa 50 piantati, per un totale di 40 specie, ha una sua storia, viene da un luogo diverso, dove è stato raccolto il seme o la piantina: solo per fare un esempio, ci sono 3 tipi di pini, 11 di querce, 4 di ginepro. E per vederli tutti non c’è bisogno di correre ai quattro angoli della Maremma, perché sono uno accanto all’altro nel giro di pochi metri. Tra i tanti, spicca un gigante, una spettacolare sughera monumentale, con i grandi rami che piegano verso il basso. Peraltro mai stata “demaschiata”, ovvero non è mai stato asportato il sughero che ne ricopre rami e tronco.

L’energia benefica delle piante

Paolo Stefanini però non si è fermato alla raccolta e alla cura delle sue piante, delle quali parla come fossero “figli”. Ha in mente anche altro: il “Progetto numero 2“, come lo chiama, che non ha niente a che vedere con l’arboreto, ma ne è comunque parte integrante. E lo ha messo a punto con il professor Marco Mencagli, studioso degli aspetti terapeutici della vegetazione e degli spazi verdi, autore del libroLa terapia segreta degli alberi. L’energia nascosta delle piante e dei boschi per il nostro benessere“, scritto nel 2020 insieme a Marco Neri, architetto milanese progettista di giardini bioenergetici,. 

«Mencagli studia la bioenergia degli alberi – spiega Stefanini – che misura con un apposito strumento, l‘antenna lecher, utilizzata anche qui al Rigoloccio. Il flusso energetico che arriva da nord o da nordovest investe la pianta che, a sua volta, lo amplifica e irradia le persone sedute sulla panchina, rigorosamente in legno non trattato, che ha davanti. Ne abbiamo individuati 4 di alberi bioenergetici».

Stefanini davanti a uno degli alberi bioenergetici
Stefanini davanti a uno degli alberi bioenergetici

Su ognuno di essi c’è una scheda, anche in questo caso incisa su legno d’olivo, sulla quale è scritto: «Questo albero si trova in una posizione che crea un’area bioenergetica favorevole al nostro organismo. Una sosta prolungata, in totale relax, in meditazione o leggendo un libro, permette una risposta adattativa del nostro corpo che agevola il senso di benessere e offre una possibilità terapeutica naturale. Si raccomanda la sosta presso questo lato dell’albero».

 

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