RISPESCIA. A fine giugno sono iniziati alcuni lavori a Rispescia per la realizzazione di un’antenna 5G. Una questione che aveva sollevato diversi dubbi agli abitanti, che dall’oggi al domani, si sono trovati un cantiere per la realizzazione dell’opera in mezzo al paese. Poi anche i consiglieri di minoranza Valerio Pizzuti e Amedeo Gabrielli avevano sollevato alcune questioni.
Ma la responsabilità della costruzione, secondo l’assessora all’ambiente di Grosseto Erika Vanelli, non da attribuire al Comune. «Capisco le preoccupazioni degli abitanti, ma è importante sapere come stanno realmente le cose – dice – Quando si parla di antenne e telefonia mobile, molti pensano che sia il Comune a decidere dove vanno installate. Purtroppo, non è così».
Vanelli: «L’ultima parola spettava all’Arpat»
La costruzione dell’antenna 5G aveva alzato diverse perplessità negli abitanti perché c’era uno spazio che avrebbe potuto accogliere l’opera, ovvero all’Enaoli. Evitando, così, l’emissione delle onde elettromagnetiche nel mezzo del paese e la svalutazione delle case vicino all’opera.
«Secondo le leggi nazionali, i Comuni non possono né vietare né imporre la collocazione di un’antenna in un’area specifica. I gestori presentano i loro piani di sviluppo e, se all’interno di quelle aree il Comune ha delle proprietà, può semplicemente segnalarle – dice Vanelli – Nulla di più. La materia è regolata a livello centrale, con l’obiettivo di garantire una copertura il più possibile omogenea ed efficiente su tutto il territorio nazionale».
«Da Rispescia erano arrivate segnalazioni sulla scarsa copertura e più volte richiesto di migliorare la copertura del segnale telefonico, sollecitando l’intervento del sindaco – continua l’assessora – Tuttavia, anche in quelle occasioni è stato chiarito che né il sindaco né altri amministratori possono interferire con le scelte tecniche e operative dei gestori in merito alla localizzazione degli impianti».
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