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Al mercato coperto si chiude un pezzo di storia: addio al banco dei Nannini

Il 24 dicembre sarà l’ultimo giorno dietro il banco di Emilio ed Enzo. I titolari: «Ci mancheranno i clienti, ma per noi è arrivato il momento della pensione»
Da sinistra: Emilio Nannini, il cognato Guido ed Enzo Nannini
Da sinistra: Emilio Nannini, il cognato Guido ed Enzo Nannini

GROSSETO. L’aria che si respira al mercato coperto è magica: sembra di fare un passo indietro nel tempo e tornare a una Grosseto di un paio di decenni fa. Gli anziani in fila parlano con i commercianti, si scambiano aneddoti e gentilezze. E chi ha lì il proprio banco sa come regalare una battuta e strappare un sorriso, anche in una giornata uggiosa e piovosa.

Fra quei banchi c’è quello della Macelleria Nannini, che il 24 dicembre chiuderà. La vigilia è l’ultimo giorno di lavoro.

I titolari, Enzo ed Emilio Nannini, hanno deciso di lasciare l’attività per godersi la pensione e riposarsi un po’, ma lo fanno con una punta di amarezza e nostalgia.

«Mio marito Giuseppe Nannini ha sempre lavorato nelle macellerie e proprio dietro il banco di una di queste, vicino a piazza San Michele, l’ho conosciuto. Dopo un po’ di corteggiamento abbiamo deciso di andare a ballare insieme e nel 1961 ci siamo sposati – racconta Mirella, mamma di Enzo ed Emilio – Poi ci siamo messi in proprio e mi ricordo che i miei figli dormivano nel retrobottega su un letto a castello».

La Macelleria Nannini è un’attività storica di Grosseto: i due fratelli hanno aperto il loro punto vendita nel 1992. Trentatré anni di contatto con le persone del quartiere, tra momenti di condivisione e tanta passione.

Giuseppe Nannini in una macelleria
Giuseppe Nannini nella macelleria

I titolari: «Andiamo in pensione, ma ci mancherete»

Avere un’attività significa fare sacrifici, ma dietro c’è sempre la passione. «Siamo sempre stati in bottega con nostro padre e piano piano siamo diventati macellai. Con il tempo abbiamo lavorato in posti diversi, ma nel 1992 abbiamo avuto un’occasione e abbiamo deciso di metterci in proprio – dice Gianni – Abbiamo deciso di chiudere perché per noi è arrivato il momento della pensione, anche se questo ci rattrista un po’».

In più di trent’anni di attività Enzo ed Emilio ne hanno viste di cotte e di crude, adattandosi anche ai nuovi tempi. Oggi, però, i tagli classici della tradizione maremmana, come la coratella o i fegatini, si stanno perdendo. Come si stanno perdendo i lavori da artigiani, come, appunto, quello del macellaio. 

«Volevamo vendere l’attività e abbiamo avuto delle offerte, ma non sono andate in porto, quindi abbiamo deciso di chiudere e consegnare le licenze al Comune. Il lavoro, fortunatamente, non ci è mai mancato – dice Emilio – A Grosseto manca il ricambio generazionale, perché molti giovani per studiare se ne vanno, come ha fatto anche mio nipote Luca».

«Il lavoro è cambiato, ma abbiamo sempre portato la migliore qualità ai nostri clienti: i vitelloni li prendiamo dai contadini e questo ci ha permesso di arrivare fino a oggi – dice Enzo – Credo che la nostra sia una delle poche macellerie artigianali rimaste. Molti si sono adattati ai nuovi tempi, ma noi, grazie al Mercato Coperto, siamo rimasti più vicini alla tradizione. Negli anni abbiamo fornito anche il ristorante Canapone e la Caritas».

E gli aneddoti non mancano. «Ci siamo divertiti molto lavorando, è vero che a volte c’erano clienti che ci facevano sospirare, ma abbiamo stretto rapporti con tantissime persone meravigliose – ricorda Emilio – Mi ricordo di un uomo che veniva a prendere il prosciutto crudo e poi, con il suo Ape, partiva per Torino».

La storia della macelleria Nannini 

Nel 1954 Giuseppe lascia Castel del Piano per trasferirsi a Grosseto. Nel suo primo posto di lavoro incontra Mirella e, lentamente, nasce l’amore. Nel 1961 si sposano e decidono di aprire la loro prima macelleria, un’attività che andrà avanti per anni.

«La prima macelleria l’abbiamo aperta in via Giovanni Pascoli – racconta Mirella – Giuseppe sentiva che era arrivato il momento di mettersi in proprio. Eravamo soli, ma il lavoro non ci è mai mancato. Poi sono diventata mamma e mi sono dedicata a Enzo, Emilio ed Elisabetta».

Nel 1966 arriva l’alluvione, ma la loro attività è tra le fortunate. «Lavoravamo a Barbanella e quella zona non ebbe grossi problemi – spiega Mirella – Abbiamo aperto anche una macelleria a Principina a Mare, ma c’era tanto lavoro e poche braccia. Poi la grande distribuzione ci ha dato un po’ di fastidio, ma abbiamo sempre lavorato molto».

Una passione che Giuseppe e Mirella hanno tramandato ai figli. «Io e mio fratello abbiamo aperto il nostro punto vendita al Mercato Coperto e lì è iniziata la nostra storia – conclude Enzo – La macelleria ci mancherà, non sarà facile, ma per noi è arrivato il momento della pensione. Un grazie va a tutti i clienti, a Guido, nostro cognato, e a chi in questi anni è stato dietro il nostro banco».

GLI AUGURI AI CLIENTI – IL VIDEO

 

 
 
 
 
 
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