Addio "Diavolino", ultimo testimone della Resistenza dei Bagnoli | MaremmaOggi Skip to content

Addio “Diavolino”, ultimo testimone della Resistenza dei Bagnoli

Angelo Ferrucci aveva 93 anni, è stato una delle ultime voci dell’antifascismo dell’Amiata: staffetta a 12 anni, ha partecipato alla realizzazione dei sentieri della memoria
Angelo Ferrucci “Diavolino”

ARCIDOSSO . Se n’è andato in silenzio, come sanno fare solo quelli che hanno già detto tutto col peso della memoria. È morto Angelo Ferrucci, conosciuto da tutti come “Diavolino”, figura storica della frazione dei Bagnoli nel comune di Arcidosso.

Aveva 93 anni e con lui si spegne una delle ultime voci dirette dell’antifascismo vissuto sulla pelle, da bambino e da uomo.

Il partigiano senza fucile

Angelo era un partigiano, un combattente senza fucile ma con una memoria lucida e preziosa, capace di raccontare con semplicità e forza episodi che oggi sembrano lontani ma che hanno forgiato intere generazioni.

Il filo di ferro e la tortura 

Aveva appena 12 anni quando si ritrovò testimone di una scena che non avrebbe mai dimenticato. Era andato a comprare le stringhe per le scarpe – fino ad allora le teneva legate con del filo di ferro – quando vide con i suoi occhi un ragazzo del paese, che conosceva bene, sottoposto a una tortura disumana da parte dei fascisti. Gli stavano bruciando i piedi. Fu l’intervento coraggioso delle donne dei Bagnoli
a fermare quella violenza, ma il ragazzo, purtroppo, venne comunque portato in prigione ad Arcidosso.
Era così piccolo e già aveva visto troppo.

L’uovo e la maestra

Un altro episodio della sua infanzia racconta meglio di mille libri com’era la vita sotto il regime. Angelo era un bambino sveglio e studioso, molto bravo a scuola . Aveva stretto amicizia con il figlio di un dirigente fascista e lo aiutava a scuola. La maestra dava a tutti gli alunni delle uova da mandare ai soldati al fronte. Un giorno, però, portarono i ragazzi fuori a pulire il giardino della scuola, ed Angelo insieme ad altri trovarono i gusci: quelle uova non erano mai partite.

Tornato a casa, lo disse a sua madre, pregandola però di non parlare. Ma la mamma si presentò a
scuola a raccontare il fatto. Dopo quell’episodio Angelo smise di andare a scuola perché non la maestra non voleva. 
Fu l’inizio della fine della sua vita da studente. Iniziò a lavorare nei boschi. E come il destino sa chiudere i cerchi, anni dopo si ritrovò a lavorare proprio nella fattoria della stessa maestra. Quando il collega gli chiese se conoscesse quella donna perché era del suo paese, Diavolino rispose: «Sì, quella è la donna che mi ha impedito di andare a scuola».

Il sentiero partigiano e la memoria viva

Negli ultimi anni Angelo è stato un testimone prezioso del progetto Sentiero Partigiano, che porta nelle scuole e nei territori le memorie orali della Resistenza. Grazie a lui sono stati tracciati sei itinerari diversi attraverso i luoghi dove si svolsero episodi di lotta, sofferenza, ma anche di coraggio e
solidarietà.
Le sue parole sono entrate nei cuori di tanti studenti dell’Amiata, che hanno potuto ascoltare dalla sua voce la verità di chi c’era.
Angelo “Diavolino” ci lascia, ma resta vivo nel ricordo di una comunità e in quel sentiero che continua a raccontare, passo dopo passo, la sua storia.

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Valigia sempre pronta, gluten free e lactose free, ma mai senza un buon bicchiere di vino. Racconto storie e catturo momenti, tra giornalismo, fotografia e viaggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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