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Addio alle palme in città, abbattute per il punteruolo rosso

L’attacco del punteruolo rosso non dà scampo alle palme: 8 abbattute in via Manetti, 2 in via Porciatti, previsti altri 15-20 abbattimenti. «Purtroppo non c’è una cura»
Le palme abbattute in via Manetti dopo l'attacco del punteruolo rosso
Le palme abbattute in via Manetti dopo l’attacco del punteruolo rosso

GROSSETO. Otto palme tagliate in via Manetti, altre 15-20 da abbattere. L’attacco del punteruolo rosso le sta uccidendo una dopo l’altra. E l’unica soluzione, al momento, è abbatterle. Perché quando sono malate, sono pericolose.

Saranno abbattute, un paio sono già state tagliate, anche le palme di via Porciatti.

Purtroppo, fanno sapere da Sistema, la società in house del Comune che ha in gestione il verde pubblico, non c’è altra soluzione. Il problema non è grossetano, è globale. La palma “canariensis”, così chiamata perché originaria delle Canarie, è destinata a scomparire in tutto il mondo.

Sistema: «Non c’è una cura, purtroppo. E se attaccate, sono pericolose»

Lo spiega con chiarezza Fabrizio Billi, responsabile della gestione del verde di Sistema.

«Abbiamo tagliato 8 palme in via Manetti, un paio, al momento, in via Porciatti. Ma abbiamo in programma di abbatterne almeno altre 15-20. Piange il cuore, ma non c’è altra soluzione, al momento».

Il punteruolo rosso è il killer delle piante.  Il punteruolo rosso della palma (rhynchophorus ferrugineus) è un coleottero curculionide, originario dell’Asia, micidiale parassita di molte specie di palme.

«Le larve attaccano le piante in estate e dopo un paio di mesi, in autunno, se ne vedono gli effetti devastanti. Purtroppo è impossibile vederlo prima e intervenire. Quando una pianta è attaccata le foglie tendono ad abbassarsi, poi si staccano. E una foglia di palma, se cade, è pericolosa. Peraltro c’è anche il rischio che la pianta collassi, facendo cadere tutta la parte superiore, spesso pesante alcuni quintali. Il rischio è molto alto, per questo le abbattiamo».

Peraltro in questa estate i punteruoli rossi si sono diffusi moltissimo.

«È stata un’estate particolare, per qualche motivo c’è stata una grande proliferazione del punteruolo e ora le piante stanno morendo una dopo l’altra».

E non c’è una cura, né preventiva, né da applicare dopo l’infestazione. «Non c’è una profilassi efficace – spiega ancora Billi – al punto che anche il programma nazionale creato per combatterlo è stato sospeso».

Cos’è il punteruolo rosso

Il rhynchophorus ferrugineus è originario dell’Asia sudorientale e della Melanesia, dove è responsabile di seri danni alle coltivazioni di palma da cocco.

A causa del commercio di esemplari di palme infette, raggiunse negli anni ottanta gli Emirati Arabi e da lì si diffuse in Medio Oriente (segnalato in Iran, Israele, Giordania e Palestina) e in quasi tutti i Paesi del bacino meridionale del Mar Mediterraneo (a partire dall’Egitto dove fu segnalato per la prima volta nel 1992).

È poi risalito sino alla Spagna (prima segnalazione nel 1994), raggiunse poi la Corsica e la costa Azzurra francese (2006).

La prima segnalazione in Italia a Pistoia

La prima segnalazione in Italia è del 2004 e si deve ad un vivaista di Pistoia (la città Toscana famosa nel mondo per i suoi vivai, ndr) che aveva importato delle piante dall’Egitto; nel 2005 viene segnalato in Sicilia e quindi in veloce diffusione verso il Nord della penisola: arriva in Campania, portando a morte centinaia di palme secolari in parchi pubblici, quali lo storico lungomare di Salerno, viale Augusto e viale Gramsci a Napoli, nonché giardini privati.

Arriva quindi nel Lazio, torna in Toscana ed è infine anche in Liguria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna. Segnalato anche nel continente oceanico, nelle Antille olandesi e negli Stati Uniti in California.

La causa della rapida diffusione è principalmente il commercio di esemplari di palma infestati dall’insetto e non riconosciuti tali.

Gli adulti di rhynchophorus ferrugineus sono attivi sia di giorno che di notte. Sono abili volatori, in grado di raggiungere nuovi ospiti nel raggio di 1 km.

200 uova ogni femmina, poi le gallerie nel tronco

Le uova vengono deposte in corrispondenza delle porzioni più giovani e tenere della pianta o in ferite del tronco o del rachide fogliare. Una femmina può deporre sino a 200 uova per volta.

Dopo la schiusa, le larve si dirigono verso l’interno della pianta, scavando gallerie grazie al robusto apparato masticatorio e danneggiando soprattutto la zona del tronco immediatamente sottostante alla corona fogliare. Il periodo larvale dura in media 55 giorni.

Il punteruolo rosso, killer delle palme

Il punteruolo colpisce parecchie specie di palme tra cui le più diffuse varietà ornamentali mediterranee, la palma delle Canarie, ma anche specie di interesse economico quali la palma da cocco e quella da olio. 

L’infestazione può essere a lungo asintomatica e manifestarsi solo in una fase avanzata. I primi sintomi sono rappresentati da un anomalo portamento della chioma, che assume un caratteristico aspetto divaricato “ad ombrello aperto”.

Nei casi più gravi si arriva alla perdita completa delle foglie, per cedimento del rachide fogliare, per cui la pianta appare come “scapitozzata”.

Nello stadio terminale della infestazione si produce un vero e proprio collasso della pianta: solo a questo punto le colonie di curculionidi abbandonano la pianta attaccata migrando su un nuovo esemplare.

Non c’è una cura efficace

Il controllo del rhynchophorus ferrugineus è problematico e molto difficile a causa del concorso di molteplici fattori. Gli adulti si muovono con facilità e possono eludere eventuali barriere di protezione o di contenimento espandendo i focolai d’infestazione.

I trattamenti chimici curativi richiedono l’impiego di insetticidi sistemici e una diagnosi precoce dell’infestazione; trattamenti curativi tardivi, oltre ad essere inutili per risolvere l’attacco nella pianta infestata, sono anche di scarsa efficacia.

I trattamenti chimici preventivi possono avere una loro efficacia come barriera chimica, tuttavia presuppongono l’impiego di prodotti attivi per contatto, dotati anche di una certa tossicità, e la copertura di tutta la pianta con l’irrorazione.

Il trattamento di esemplari di grandi dimensioni, che espone al rischio di fenomeni di deriva, e l’intervento in aree urbane pongono inoltre vincoli nella scelta del principio attivo subordinando l’efficacia alla tutela della salute pubblica.

L’impiego di antagonisti naturali è ancora in fase di studio e al momento non ci sono ancora prospettive di applicazione significative.

La palma da dattero

Da qualche tempo si sta sperimentando l‘uso della palma da dattero, molto più resistente al punteruolo rosso. Al punto che, quando viene attaccata, spesso le larve muoiono. In molte città si stanno sostituendo le palme canariensis con la phoenix dactilifera.

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