Addio a Sidio Corradi, il bomber portercolese che fece sognare il Genoa | MaremmaOggi Skip to content

Addio a Sidio Corradi, il bomber portercolese che fece sognare il Genoa

Sidio Corradi, 80 anni, bandiera del Genoa e campione d’Italia col Bologna era originario di Porto Ercole. Il ricordo commosso di Biagio Costagliola: «Non era solo forte, era testa, carattere. Biondo, occhi azzurri, un ragazzo che faceva sognare»
Sidio Corradi (foto dal sito Genoa Cricket e football club)
Lutto al braccio, minuto di silenzio, fiori sotto la gradinata Nord prima del via e famiglia invitata sulle gradinate. Quelle che Sidio Corradi ha frequentato fino a quando la malattia glielo ha permesso.
Campione d’Italia con il Bologna, l’ex ragazzo cresciuto nelle giovanili di Orbetello, l’ala destra se n’è andato a 80 anni. 
 

Il colpo di fulmine con il Genoa

Ala destra – 129 presenze e 36 gol tra campionato e Coppa Italia col Grifone – Sidio Corradi era nato a Porto Ercole nel 1944 e, dopo il Bologna, aveva indossato la maglia rossoblù, prima nelle giovanili, poi in prima squadra.

Corradi, unico calciatore ad aver segnato in tutte le serie in cui ha giocato (A,B e C), è stato il vincitore della classifica cannonieri nel 1972-1973 e per quattro volte capocannoniere del Grifone.

 

Il messaggio del Genoa

I rossoblù sabato 23 agosto scenderanno in campo con il lutto al braccio. E sulla gradinata dello stadio ci sarà la figlia di Sido Corradi a prendere l’applauso per il padre. 

Il club rossoblù saluta Corradi con un commovente messaggio: 

«Addio al nostro eroe – Ci sono giorni in cui tocca salutare i nostri eroi, farsi il segno della croce e pescare dal pozzo dei ricordi abbeverandosi alla fonte. “Il Genoa è la mia vita, il Genoa è il Genoa…”. Gli piaceva dirla così a Sidio, 7 anni con la maglia foderata a quarti, nel viaggio delle sonate andanti delle promozioni e di una retrocessione. Una quarantina di stagioni contando quelli da maestro nelle giovanili. Zazzera bionda da cavallo di razza e calzettoni alle caviglie, basette alla George Best, la maglia fuori dai pantaloncini e dagli schemi. Negli anni post ’68 Sidio fece innamorare i genoani. Eh, già, i colpi di fulmine che atterrano annunciati dalla magia di un lampo. Quando percorse la sopraelevata la prima volta, un pensiero frullò nella sua testa: “questa diventerà la mia città”. Così andò. Andò a firmare il contratto nella sede di Via XII Ottobre.

Colpo di fulmine – Dalla piazzetta col pallone e gli stracci. Dalla lampara di papà, a Porto Ercole, quando uscivano in mare per portare a casa il pane. Al porto di un amore che i tifosi gli hanno dimostrato vita natural durante, nella legge non scritta che chi dà, riceve tanto quanto. Dietro a un palo della Nord, c’è in “Fame di Pallone”, conficcava l’amuleto di una faccia d’angelo e due ali. Ali per volare con i compagni che adesso lo piangono e han fatto la storia d’un Genoa d’altri tempi. Un Genoa forse povero, ma bello, su cui fluttuava come una litania il soffio, oggi come allora, di una passione non commentabile. Questione di Dna. La fibra delle tradizioni. “Il Genoa è il Genoa, dà emozioni particolari”. La tuta rossoblù come seconda pelle. Campione in disponibilità e non solo coi giovani che ronzavano intorno. “Pronto, Sidio, puoi andare a rappresentarci?”. “Dove e quando, io ci sarò”».   

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