MONTIERI. Era il re dei televisori: aveva fondato la Mivar, che prendeva proprio il suo nome, quello di Carlo Vichi, azienda nata nel 1945 e cresciuta così tanto da aver avuto anche 1.200 dipendenti. La sede della fabbrica era ad Abbiategrasso, ma Vichi era nato 98 anni fa a Montieri, borgo sulle colline metallifere. E lì aveva una casa dove trascorreva le vacanze. In agosto, gli abitanti del borgo lo trovavano in giro. Cordiale, sempre.
Nel 1930 si era trasferito a Milano, mantenendo sempre i legami con il borgo dove era nato. Aveva aperto la sua azienda ad Abbiategrasso, nel milanese, dove aveva vissuto il boom economico degli anni Sessanta. Oltre mille dipendenti e un televisore Mivar in ogni casa.
Dalle Colline Metallifere in tanti erano andati al nord in cerca di fortuna e avevano trovato un posto di lavorio in quella grande fabbrica. Poi era arrivata la globalizzazione e la Mivar era stata stritolata dai concorrenti stranieri, asiatici in testa e nel 2013 era stata costretta a chiudere i battenti. L’anno dopo però Vichi lanciò una provocazione: «Regalo la mia azienda a un italiano che ne assuma 1200».
Provocazione caduta poi nel vuoto.
Sposato a soli 21 anni, nel 1944 con Annamaria Fabbri, che di anni ne aveva solo 18, la coppia ha festeggiato due anni fa i 75 anni di matrimonio, un evento festeggiato in fabbrica, con un brindisi in compagnia dei figli Luisa, Maria, Valeria e Girolamo, amici e operai.

45 anni, redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l’ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi
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