GROSSETO. Lutto nel mondo sindacale agricolo grossetano per la scomparsa di Giuliano Arcioni, 85 anni, figura centrale della storia associativa provinciale e primo presidente di Cia Grosseto, allora Confederazione italiana coltivatori.
Arcioni rappresentò un punto di riferimento per l’agricoltura maremmana in una fase storica complessa, contribuendo in modo determinante alla nascita e al consolidamento della rappresentanza agricola sul territorio.
L’elezione nel 1978 e una fase di grandi cambiamenti
Giuliano Arcioni fu eletto presidente nel febbraio del 1978, in un periodo particolarmente delicato per l’agricoltura locale e nazionale. Erano gli anni della fine definitiva della mezzadria, della crisi dei redditi agricoli e dell’ingresso sempre più incisivo delle politiche comunitarie europee.

Sotto la sua guida, la Confederazione grossetana mosse i primi passi come organizzazione strutturata, capace di rappresentare un mondo agricolo in profonda trasformazione, sempre meno legato ai modelli del passato e sempre più chiamato a confrontarsi con mercato, burocrazia ed Europa.
Un ruolo fondativo per la rappresentanza agricola
Arcioni svolse un ruolo fondativo, contribuendo a dare identità, credibilità e autonomia a una nuova rappresentanza agricola provinciale. Il suo mandato segnò una stagione in cui le scelte non si basavano sul consenso facile, ma su un forte senso di responsabilità.
Il suo incarico provinciale – affiancato anche da ruoli nazionali – si concluse nel 1988, con il congresso provinciale che segnò il passaggio delle consegne e l’avvio di una nuova fase per l’organizzazione.
Il ricordo e il cordoglio della Confederazione
Il segno lasciato da Giuliano Arcioni è rimasto nel tempo: quello di un dirigente che ha guidato l’organizzazione nel momento più difficile, contribuendo a scrivere le basi della rappresentanza agricola moderna in Maremma.
Claudio Capecchi, presidente, ed Enrico Rabazzi, direttore di Cia Grosseto, insieme a tutta la Confederazione provinciale, si stringono attorno alla famiglia, alla moglie Ornella e al figlio Massimiliano, esprimendo le più sentite condoglianze e partecipando con commozione al dolore di quanti lo hanno conosciuto e stimato.



