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A inizio 2023 l’energia costerà più del doppio

Nelle ultime settimane stanno arrivando gli avvisi da parte dei gestori: aumenteranno i costi. In caso di bassi consumi, c’è da prestare attenzione al fenomeno delle “disdette forzate”
I costi dell’energia in aumento

GROSSETO. Da qualche settimana stanno arrivando le lettere dei gestori dell’energia, in particolare di quella elettrica: e gli avvisi sono praticamente gli stessi per tutti. Da inizio anno ci saranno i tanto temuti rincari, che faranno schizzare gli importi delle bollette per le famiglie. Anche più del doppio.

Leggere una bolletta rimane per tanti comunque difficile. In soldoni però, quella di Enel Energia per esempio, annuncia che per una famiglia media con un contatore da 3kw e relativi consumi medi, il costo aumenterà da 0.10 a 0,259 euro/k/Wh. Si passerà da un’importo medio di circa 434 euro a uno di 981 euro. Un aumento dunque di ben 450 euro all’anno.

Come leggere una bolletta

All’interno della sezione denominata “Sintesi degli importi fatturati” sono presenti le voci di spesa che compongono la bolletta:

  • spesa per l’energia elettrica,
  • spesa per il trasporto dell’energia elettrica,
  • gestione del contatore,
  • spesa oneri di sistema,
  • ricalcoli,
  • totale imposte e Iva,
  • altre partite(come il canone della televisione).

Tra le voci di spesa, i tanto nominati “oneri di sistema” sono quelli che vanno a copertura dei costi che la società spende in generale per il sistema elettrico. Gli importi sono definiti periodicamente dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) e non dipendono dal fornitore. Comprendono le cifre spese per gli incentivi alle rinnovabili, per la copertura dei bonus elettrici e per il sostegno alla ricerca ad esempio.

La “spesa per il trasporto” dell’energia sarebbe invece il costo delle strutture e dei mezzi necessari per far arrivare al contatore finale l’energia. Dalla centrale, attraverso i tralicci e le cabine di smistamento.

La giungla del mercato libero

Ormai da tempo non c’è più un monopolio per la vendita dell’energia, ed è possibile nel “mercato libero” cercare l’offerta più conveniente alle proprie esigenze. Dal canone bloccato alle variazioni di tariffa in base alla fascia oraria, è però una vera “giungla”. Praticamente identica alla telefonia mobile, con vari operatori e gestori.

Tralicci dell’energia elettrica

Un’altra problematica che i consumatori dovranno inevitabilmente affrontare riguarda le tante scelte da fare: il mercato tutelato andrà a chiudersi a dicembre e quindi verranno ridiscussi i contratti. Federconsumatori mette in guardia: «Fino ad oggi – spiega Giorgio Romualdi, presidente Federconsumatori di Grosseto – il mercato tutelato si basava sull’andamento degli ultimi tre mesi prima dell’inizio della crisi (guerra in Ucraina e speculazione), il risparmio c’era. Ora è tutto cambiato».

«Diffidare dei contratti telefonici»

Chi ha ben chiaro cosa sta succedendo per i consumatori sono le associazioni di categoria, che ormai da mesi ricevono quotidianamente richieste di spiegazioni e reclami. Romualdi di Federconsumatori fa un quadro dell’attuale situazione. «Gli aumenti delle bollette dell’energia, della luce ma anche de gas sono ormai in arrivo. Noi come Federconsumatori da mesi riceviamo reclami e richieste di spiegazioni e sono tantissimi i cittadini in chiara difficoltà». 

In questo momento c’è una riduzione degli oneri fiscali e parafiscali, ma ritorneranno. «Abbiamo già fatto molte proposte per parificare il sistema – spiga Romualdi – e non prendere il costo alla borsa Olandese. Chiediamo venga fatta una media ponderata e non usare, appunto, il parametro degli ultimi tre mesi. Ad ottobre per esempio la bolletta è leggermente diminuita, ma se guardiamo nell’annualità i rialzi sono stati in media del 67% rispetto a quella di un anno fa. E poi chiediamo al Ministero l’istituzione dell’Albo dell’Energia. Oggi sul mercato ci sono 780 operatori che distribuiscono l’energia elettrica e 700 il gas».

Call Center

Sempre l’associazione di categoria Federconsumatori fa poi il punto su una problematica che interessa molte famiglie, soprattutto le fasce più deboli e gli anziani. «Premesso che un consiglio è quello di non fidarsi di chi propone contratti telefonici – spiega ancora Romualdi – chi chiama a casa per far cambiare il contratto sono broker e non direttamente le aziende. Per valutare bene l’unico vero referente è il sito di Arera, dove è possibile davvero fare i confronti. In alternativa gli interessati possono andare direttamente agli sportelli delle aziende».

I casi delle disdette forzate

Una vera problematica è poi quella delle disdette “forzate”. «A chi è ritenuto commercialmente non conveniente – dice Romualdi – cioè chi ha una bolletta bassa (per i pochi consumi), viene mandata una disdetta, specialmente per famiglie anziane e deboli. In questi casi il rischio è di vedere il proprio contratto finire nel mercato di “ultima istanza” – conclude –  e il consumatore poi si ritrova poi a pagare bollette di molti mesi, non sapendo in pratica a chi è stato affidato. Noi riceviamo su questa problematica molti reclami e richieste da tanti cittadini». 

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