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Accecato dalla gelosia, la prende per il collo: arrestato

Anni di soprusi nei confronti della donna che non poteva uscire da sola: è stata la figlia a chiamare i carabinieri
Il carcere di via Saffi
Il carcere di via Saffi a Grosseto

GROSSETO. I carabinieri si sono presentati a casa sua martedì 30 novembre con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci: l’uomo, un grossetano di 53 anni, è accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie, picchiata, minacciata e umiliata dalla fine del 2018, anno in cui i due si sono sposati.

La lite per un viaggio

A scatenare la furia dell’uomo era stata la decisione della donna di partire per un viaggio di pochi giorni con sua figlia: le due donne avrebbero voluto visitare Parigi, ma quella scelta non era piaciuta al 53enne che aveva accusato la moglie di voler fare quel viaggio per tradirlo, e minacciandola che – se fosse partita – al suo ritorno l’avrebbe buttata fuori di casa.

La lite, furibonda, era scoppiata davanti alla figlia della donna che era intervenuta per farlo smettere quando lo aveva visto darle una spinta e afferrare sua madre per il collo. La ragazza, impaurita, aveva chiesto l’intervento dei carabinieri dopo che l’uomo aveva anche preso il cellulare della donna e lo aveva buttato per terra.

La campagna dei carabinieri
La campagna dei carabinieri contro la violenza

Quando sono arrivati i militari, la ragazza ha spiegato loro che quelle liti erano continue e che qualche anno prima, aveva visto la madre con il naso tumefatto e le mani sporche di sangue. Una circostanza, questa, che le era rimasta impressa tra le tante liti alle quali aveva assistito.

Il motivo scatenante di tutta quella violenza sarebbe stata la folle gelosia. Lui non voleva che la moglie uscisse da casa da sola né che avesse amici. Una gelosia che era diventata ancora più morbosa dopo che l’uomo era stato messo agli arresti domiciliari.

Stipendio a rate per tenerla a casa

Ma c’era anche qualcosa di più sottile nel sistema di sottomissione della donna che lavora nel bar del marito: il 53 anni, difeso dall’avvocata Francesca Carnicelli le pagava lo stipendio a rate, impedendole così di avere alcuna indipendenza economica.

Nel 2018 l’aveva colpita al naso con uno schiaffo perché la donna aveva manifestato la volontà di partecipare a una cena organizzata dalla palestra che frequentava. Lui l’aveva offesa, pesantemente, poi l’aveva colpita minacciandola che gliel’avrebbe fatta pagare.

L'avvocata Francesca Carnicelli
L’avvocata Francesca Carnicelli

Eppure, quando la donna è stata sentita dai militari, non ha raccontato l’episodio di violenza del 2018  e ha cercato di minimizzare l’aggressione subita il 1° novembre, quando sua figlia ha visto il marito di sua madre prenderla per il collo, mentre diceva: «Vedrai, vedrai… questa è l’ultima volta, te la farò pagare».

Ha raccontato però  che proprio il giorno prima, mentre si stava preparando per uscire, lui si era messo a frugare nella sua borsa con l’intenzione di prendere le chiavi della macchina per impedirle di uscire. «Vorrebbe tenerla segregata in casa – scrive il giudice nell’ordinanza – quasi che lei dovesse scontare insieme a lui il regime di detenzione domiciliare».

Già condannato per associazione a delinquere, rapina e sequestro di persona, il 53enne è stato portato in carcere: «Ci troviamo di fronte a un soggetto dotato di spiccata capacità a delinquere – scrive il giudice – l’unica misura idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione è quella carceraria».

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