Abuso edilizio e falso, assolto ex assessore | MaremmaOggi Skip to content

Abuso edilizio e falso, assolto ex assessore

L’ingegnere aveva commissionato alcuni lavori nella sua abitazione: era stato presentato un esposto anonimo alla polizia municipale
L’ex assessore Alessandro Ragusa

ORBETELLO. «Dato che non ne avevo fatto mistero prima e durante la passata campagna elettorale, sono felice di comunicarvi che un’ora fa sono stato nuovamente assolto con formula piena. Ero indagato per una serie di reati edilizi, paesaggistici e di falso ideologico in qualità di progettista, direttore dei lavori e committente per la realizzazione di casa mia. Accuse così poco fondate che alla fine anche la Procura ha chiesto l’assoluzione per tutti i capi d’accusa tranne uno. Il giudice ha invece, giustamente, ritenuto di assolvermi per tutto». È l’ex assessore del Comune di Orbetello Alessandro Ragusa a scrivere, lunedì 21 novembre, sul suo profilo Facebook, al termine dell’udienza celebrata al tribunale di Grosseto. 

A processo per i lavori in casa sua

Difeso dall’avvocato Roberto Baccheschi, l’ingegnere che è stato assessore all’Urbanistica della giunta guidata da Monica Paffetti e che ora è vice presidente di Ingegnerie Toscane era stato indagato dopo che la polizia municipale aveva ricevuto un esposto anonimo per i lavori che il professionista stava facendo a casa sua

Secondo i rilievi della polizia municipale, Ragusa aveva commissionato alcuni interventi che erano stati eseguiti su un vano tecnico non originariamente legittimato – si legge nel capo d’imputazione – oltre ad aver apportato alcune modifiche prospettiche sulle pareti. C’era poi stato anche un ampliamento dell’abitazione, attraverso la creazione di una cabina armadio di 4 metri al posto di un locale tecnico. 

Scagionato grazie alla perizia

Il reato di falso gli era stato invece contestato per aver realizzato “un casottino”, un locale per l’approvvigionamento idrico, che però era preesistente all’acquisto da parte di Ragusa e della moglie dell’immobile. «L’attestazione fatta da Ragusa era stata determinata da un mero errore – spiega l’avvocato Roberto Baccheschi – il casottino non sarebbe dovuto essere identificato nel progetto e nella relazione tecnica, perché non era oggetto di alcun intervento edilizio, se non di semplicissimi lavori ad edilizia libera. Era stato rappresentato solo perché dalle vecchie tavole dell’85 questo casottino risultava già esistente e se ne chiedeva l’autorizzazione». Autorizzazione che sì, era stata negata, ma che non sarebbe dovuta essere richiesta. 

Durante il processo, è stato nominato anche un perito di parte, l’architetta Elena Focacci: non c’era stato alcun abuso. Ragusa, che era stato anche accusato di aver fatto quei lavori in assenza delle autorizzazioni paesaggistiche da parte della Soprintendenza, in realtà ne aveva ottenute tre che erano relative a tutti i lavori finiti poi nel mirino della polizia municipale prima e della procura poi. 

 

 

 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati