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A processo per difendere le fungaie

Era stata creata una pagina di Facebook dove venivano rivelate le zone per la raccolta ma ai fungaioli più esperti e incalliti non era andata giù e avevano cominciato a minacciare gli amministratori
Funghi porcini
Funghi porcini

GROSSETO. Due uomini sono stati già condannati qualche mese fa dal tribunale di Grosseto, altri sono tutt’ora sotto processo. L’aula è quella del giudice di pace dove è finita una vicenda cominciata, come tante, su Facebook. Dove qualche tempo fa era stato creato un gruppo di appassionati cercatori di funghi che aveva una finalità ben precisa: quella di conoscere le zone dove ci sono le fungaie e rivelarle agli altri utenti. 

Il principio era semplice: ci si iscriveva e quando si trovavano zone ricche di funghi, si condivideva con gli altri iscritti non soltanto le fotografie, tanto in voga tra i cercatori, ma anche le zone per permettere a chi aveva più difficoltà di tornare a casa con il paniere pieno di fare incetta di funghi. 

Fungaioli imbestialiti

Ma ben presto, quello che succedeva all’interno del gruppo, era arrivato alle orecchie dei fungaioli più “radicali”, quelli che non rivelano dove vanno a fare la raccolta nemmeno sotto tortura. E così, uno dopo l’altro, si erano iscritti alla pagina e avevano cominciato a insultare e minacciare gli amministratori del gruppo. «Se la gente continuerà a scrivere nel tuo gruppo per farti contento, che dire, vieni all’Eurospin e presentati, due funghi te li faccio fare io», aveva scritto un utente. E ancora: «Secondo il tuo e il vostro cervello bacato dovrei dire dove escono i funghi, o come, o perché, addirittura le zone». 

Il gruppo era stato aperto proprio per andare a fare funghi a colpo sicuro, ma la presenza dei “cercatori della domenica” che avevano scoperto alcune fungaie la cui esistenza era stata custodita gelosamente dai più incalliti ed esperti frequentatori sulla macchia, aveva scatenato la loro ira. Ira che poi si era riservata su Internet contro gli stessi amministratori che hanno deciso di sporgere querela. Le accuse sono quelle di diffamazione e minacce. 

 

 

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