GROSSETO. Dopo oltre cinque anni dal primo pronunciamento del tribunale, arriva la parola fine su uno dei contenziosi più longevi e simbolici del centro storico di Grosseto. La Corte di Cassazione ha respinto quasi integralmente il ricorso presentato dal Comune contro la società Mi.Da., ultima proprietaria dello storico ristorante La buca di San Lorenzo, situato all’interno delle mura medicee.
La terza sezione civile della Suprema corte ha bocciato sette degli otto motivi di ricorso proposti dall’amministrazione comunale, confermando di fatto l’impianto della sentenza emessa nel marzo 2022 dalla Corte di appello di Firenze.
Il nodo dei canoni non pagati
All’origine della disputa giudiziaria c’è il mancato versamento dei canoni di affitto relativi al periodo compreso tra il 2007 e il 2014. Secondo quanto stabilito in primo grado, l’importo dovuto ammonta a poco più di 41 mila euro.
Il tribunale di Grosseto aveva riconosciuto parzialmente le ragioni del Comune, rilevando il mancato pagamento di alcuni canoni già a partire dal 2001. Tuttavia, dagli atti emerge che dal 2004 la proprietà aveva interrotto completamente i versamenti, motivando la decisione con presunte carenze strutturali dei locali – la cosiddetta troniera – che ospitavano il ristorante.
La società che lo aveva in affitto, di cui era socio anche Claudio Musu, che da tempo ha riaperto il suo locale in via Garibaldi, aveva sempre sostenuto di aver interrotto i pagamenti perché costretta a fare lavori importanti nel locale a proprie spese.

Il canone fermo al 1981
Elemento centrale del contenzioso è stato l’adeguamento del canone deciso dal Comune nel 1995, in seguito al passaggio di proprietà dell’immobile. Un aggiornamento che però non è mai stato formalizzato.
Proprio su questo punto si è fondata la decisione della Corte di appello, che ha stabilito come i canoni dovessero continuare a fare riferimento all’accordo originario del 1981, sottoscritto con il precedente proprietario Luciano Momini, storico chef del locale, scomparso nel 2024.
Un orientamento che la Cassazione ha ora sostanzialmente confermato.
Cambia solo il capitolo sulle spese legali
Il Comune aveva tentato di ribaltare la sentenza ricorrendo alla Suprema corte, ma l’esito non ha modificato l’impianto principale della decisione. L’unica parziale revisione riguarda uno degli otto motivi di ricorso, limitato alla questione delle spese e dei compensi legali.
Per il resto, la vicenda giudiziaria si chiude confermando le conclusioni già espresse nei precedenti gradi di giudizio, mettendo fine a una delle cause più longeve che hanno riguardato un locale simbolo del centro storico di Grosseto.
Si pensa al recupero della troniera
Resta il nodo di una troniera meravigliosa e da anni abbandonata al degrado. Sulla quale pare che ora il Comune abbia un progetto di recupero, ci sta lavorando da tempo il vicesindaco Bruno Ceccherini.
Non molti lo sanno, ma la troniera è ben più ampia degli spazi un tempo utilizzati dal ristorante. Si tratta di un lungo percorso nella “pancia” delle Mura, con uscita anche nella zona dei campi da tennis.




