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Sostegni solo al centro storico: i commercianti degli altri quartieri chiedono equità

Grosseto, bando da 100mila euro solo per il centro storico: i commercianti dei quartieri esclusi chiedono una strategia più ampia e aiuti per tutta la città
Via Emilia a Grosseto e Serena Remi, presidente del Ccn della zona
Via Emilia a Grosseto e Serena Remi, presidente del Ccn della zona

GROSSETO. Il nuovo bando del Comune, che mette a disposizione 100mila euro per l’apertura di attività commerciali esclusivamente nel centro storico, riaccende il dibattito sulla crisi del commercio in città. Una misura che punta a riempire i fondi sfitti dentro le mura, dove negli ultimi anni si contano sempre più chiusure.

Bene aiutare la ripartenza del cuore della città, ma una parte importante del tessuto commerciale resta fuori.

Ed è qui che interviene Serena Remi, presidente del centro commerciale naturale “via Emilia – Sacro Cuore”, una zona vivace ma non inclusa nel bando.


«Tappare i buchi non basta: serve una strategia»

L’impegno del Comune per il centro è considerato positivo. Tuttavia, Remi sottolinea che **la riqualificazione urbana e commerciale va progettata a lungo termine**, non solo con contributi a fondo perduto.

La vera emergenza — spiega — non è soltanto l’arrivo di nuove attività, ma lo spopolamento progressivo di immobili e fondi all’interno delle mura.
Servono interventi strutturali, non operazioni spot.


Via Emilia e gli altri quartieri: fuori dal perimetro, fuori dagli aiuti 

Il bando sostiene soltanto chi investe dentro il centro storico: e così, automaticamente, si creano «negozi di serie A e negozi di serie B».

Vie come via Emilia, viale Einaudi, via Giulio Cesare, e intere zone popolose della città, restano escluse. Senza considerare le frazioni, dove il piccolo commercio mantiene il presidio del territorio.

La città è più ampia del centro storico – dice Remi –: anche lì ci sono attività che combattono ogni giorno per restare aperte.


Sicurezza, rigenerazione e servizi: i nodi da sciogliere

Per Remi, prima dei bandi servono «politiche integrate» che riguardino: – urbanistica e qualità dello spazio pubblico – sicurezza e maggiore presenza delle forze dell’ordine – illuminazione, parcheggi, accessibilità – servizi per residenti e famiglie – attività culturali e attrattive regolari, non solo eventi sporadici – strategie per i giovani e per la socialità.

Oggi il centro storico non è più vissuto come un tempo: troppi fondi vuoti, poche famiglie residenti, episodi di inciviltà.


Il valore dei negozi di prossimità

I commercianti non sono solo operatori economici: «Custodiscono la vita dei quartieri. Garantiscono socialità, sicurezza, luce nelle strade, cura del territorio».

Per questo, sostiene Remi, l’amministrazione deve stare vicino a tutti, non solo a chi lavora sotto le mura medicee.


Il dialogo come punto di partenza

I commercianti di via Emilia — come quelli del centro e delle frazioni — «non chiedono favoritismi», ma ascolto. Propongono un «confronto aperto», un tavolo che coinvolga: – istituzioni – categorie economiche – famiglie – esperti del settore – chi la città la vive davvero, ogni giorno

Perché modernità e cambiamento non si affrontano guardando soltanto al centro storico: serve una visione di città più inclusiva, estesa e capace di reagire a ritmo con i tempi.

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