FOLLONICA. La notizia della scomparsa del campione di hockey argentino Mario Rodolfo Aguero a solo 69 anni, ha colpito al cuore anche la comunità sportiva di Follonica. Aguero era sbarcato al Capannino nella stagione 1978-79 e impressionò subito mettendo a segno ben 35 gol, e portando al quinto posto la squadra del golfo.
Era un giocatore roccioso ma sulle rotelle volava, danzava tra gli avversari e trovava la rete con istinto rapace. Ha illuminato i parquet italiani lasciando un segno indelebile nella memoria di tutti i tifosi.

Le condoglianze da tutto il Mondo delle rotelle
Mario Aguero aveva iniziato a giocare nel Conception, poi dopo l’esperienza a Follonica andò al Liceo in Spagna, poi ancora in Italia all’Hockey Monza per 4 anni, al Roller Monza altri 4. La carriera come allenatore l’aveva portato anche a Novara sponda Azzurra nel 2022-23, dove aveva gettato le basi per la risalita nella massima serie di una squadra che sotto altre insigne, aveva fatto la storia del campionato italiano.
Il ricordo del Follonica
«Erano gli anni ‘70, gli anni dei follonichesi Micheli, Migliorini, Ballati, quando arriva dall’argentina Mario Aguero. La società tutta si stringe – scrive in un post il Follonica Hockey – intorno al dolore della famiglia per la scomparsa del fuoriclasse argentino».
Il mondo dell’hockey su pista piange dunque una delle sue figure più amate e carismatiche: Mario Aguero, campione argentino e allenatore di fama internazionale, è scomparso improvvisamente lasciando un enorme vuoto nella comunità sportiva mondiale.

Grande uomo di sport, Aguero argentino purosangue tutta grinta e cuore, era nato il 25 giugno del 1957, ed era stato determinante per la vittoria della sua Nazionale bianco-celeste ai Mondiali del 1984 svoltisi proprio a Novara.
Aveva deciso di diventare allenatore, passando dal Sudamerica agli Stati Uniti fino all’Europa.
Il saluto dell’ex compagno Federico Paghi
«Ciao Mario, ero un bimbo quando sei arrivato a Follonica – scrive l’ex portiere che in quel Follonica ci giocava con Aguero – poi ci siamo ritrovati da avversari qualche anno dopo nelle due squadre di Monza. Ogni volta che ci incontravamo era sempre un piacere per me. Ciao amico».



