GROSSETO. Dopo l’acquisto di nuove attrezzature, oltre che di un macchinario di ultima generazione per la riduzione dei volumi dei rifiuti, Ecolat ha ottenuto importanti autorizzazioni per il trattamento dei rifiuti post-differenziata. Queste autorizzazioni gli hanno permesso di attivare un cantiere per rimettere a nuovo l’area: il valore dell’intervento supera 6 milioni di euro (in parte dei coperti dai fondi dell’Industria 4.0).
L’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti è una sfida di fondamentale importanza su cui, nei prossimi anni, si determineranno le scelte di indirizzo politico-economico delle nuove generazioni e delle future classi dirigenti.
Obiettivo impatto zero
L’ambizioso obiettivo dell’impatto zero sull’ambiente è un traguardo che sta spingendo operatori e amministrazioni pubbliche a rivedere i sistemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti finora adottati per adeguarli a nuovi standard di qualità.
In questa ottica Ecolat, la società controllata dal Gruppo Estra, gioca nella provincia di Grosseto, e non soltanto, un ruolo decisivo: è divenuto un impianto di riferimento per la differenziazione del multimateriale oltre che un’area di stoccaggio per le più importanti zone toscane.
Nonostante lo stop determinato dalla pandemia da Covid-19, l’azienda non si è mai fermata, neanche nella fase critica del lockdown (marzo – maggio 2020). La continuità gestionale durante il periodo pandemico ha riguardato non solo la parte operativa, ma anche quella finanziaria, portando risultati di rilievo.
Con l’ammodernamento (revamping) Ecolat sarà in grado di rispettare con maggiore efficienza i più alti standard qualitativi dei “rifiuti” selezionati. Questi nuovi parametri di lavorazione andranno ovviamente a beneficio di tutto il processo di riciclo dei rifiuti post differenziata, per il conseguimento degli obiettivi che il gestore unico si è imposto.
Fondamentale l’educazione del cittadino
Per quanto riguarda l’educazione da parte dei cittadini al corretto conferimento, il giudizio è chiaro:
Il presidente Guido Maria Rustichini, commenta: «Anche se non ci occupiamo della raccolta, ma della selezione successiva, è evidente che c’è ancora molto lavoro da fare e il periodo pandemico non ha di certo aiutato nel processo di ulteriore avvicinamento alle problematiche ambientali. Ecolat aveva sempre coinvolto le scuole primarie e medie inferiori del capoluogo per visite formative presso l’impianto che, per ovvi motivi, siamo stati costretti ad interrompere».
«Sperando di trovarci davanti ad una reale svolta lato pandemia – conclude Rustichini – stiamo riprendendo i contatti con le varie istituzioni per riattivare, da settembre, gli open day a loro dedicati, felici di poter presentare agli alunni i nuovi lavori e le nuove tecnologie inserite nell’impianto. Siamo convinti che nuovi impianti moderni e all’avanguardia, uniti ad una comunità consapevole e attenta ai bisogni dell’ambiente, possono dar vita ad un combinato efficace da più punti di vista».
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