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21 cattedre in meno nelle scuole maremmane

L’allarme arriva dalla Cgil che de tempo chiede più risorse per l’organico della scuola
Una classe e, nel riquadro, Cristoforo Russo
Nel riquadro, Cristoforo Russo

GROSSETO. La notizia arriva come un macigno sulle spalle degli insegnanti della provincia di Grosseto. Per l’anno scolastico 2022-2023, nelle 32 scuole del territorio – dall’infanzia, alla secondaria di secondo grado – verranno meno 21 cattedre. Dunque 21 posti a tempo indeterminato, su circa 3.000 docenti, dei quali 2.000 di ruolo.

E il problema non riguarda solo i precari, che vedono diminuire la possibilità di avere un incarico, ma anche i docenti di ruolo, che rischiano di perdere il posto nella scuola cui sono stati assegnati e si trovano costretti a fare domanda di mobilità condizionata. Nel caso in cui venga meno la cattedra, vengono, infatti, trasferiti in altre sedi.

L’allarme arriva dalla Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil che da tempo denuncia tagli nell’organico di diritto, ovvero le cattedre a orario completo che il ministero dell’Istruzione assegna agli ambiti territoriali all’inizio di ogni anno scolastico.

«Purtroppo se queste sono le premesse – spiega il segretario provinciale della Flc-Cgil, Cristoforo Russo – il rientro scuola sarà segnato da disagi per gli insegnanti già in ruolo e per i docenti precari che aspirano a una cattedra.

Tagli anche all’Ufficio scolastico provinciale

Ma in provincia di Grosseto, i tagli delle risorse riguardano anche l’Ufficio scolastico provinciale, i cui impiegati diminuiscono nel tempo, mentre il carico di lavoro aumenta e la carica del provveditore cambia in modo irregolare impedendo una gestione sul lungo tempo», aggiunge Russo.

L’ultimo dirigente, Michele Mazzola, è rimasto a Grosseto da luglio 2020 a febbraio 2021, quando ha lasciato l’incarico per un nuovo lavoro al ministero dell’Università e al suo posto è arrivata, poco dopo, Renata Mentasti.

«La mancanza di personale e l’età media elevata dei dipendenti sono elementi di forte criticità e molto sottovalutati, che incidono pesantemente sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini, non solo nella scuola», spiega Russo.

Alle elezioni per le Rsu, la Flc Cgil, ha ottenuto il miglior risultato in Toscana

La Flc Cgil, dunque si prepara a dar battaglia, forte anche degli straordinari numeri delle ultime elezioni per le Rsu, in cui è risultato il primo sindacato nelle scuole della provincia e quello con il miglior risultato in Toscana, con un incremento del 69% dei voti rispetto alle elezioni del 2018.

Ha preso, infatti, il 44% di voti, con 46 rappresentanti eletti su 99 totali, mentre le altre sigle si sono fermate molto prima: al 15,5% la Uil, al 12% la Gilda, all’11% la Cisl, poi Snals al 9%, Cobas al 4,5%, Anief al 3,5%, Usb allo0,26%.

«In ogni Istituto del territorio c’è almeno un nostro rappresentante sindacale e questo garantisce una presenza ancora più capillare, oltre a un rapporto costante con i lavoratori. Che sono due aspetti fondamentali per il “modello” Cgil», commenta Russo, tra gli artefici principali di questo risultato, per la tenacia con cui ha costruito e tenuto insieme la sua squadra, per il costante incremento degli scritti, per la qualità dei servizi e per aver messo al centro le lotte per i diritti dei lavoratori precari.

«Siamo sulla strada giusta, i lavoratori hanno premiato la coerenza delle politiche e dell’azione sindacale, il rigore nella difesa dei diritti, l’impegno a fianco dei precari, la lotta contro i tentativi di smantellare il sistema pubblico di istruzione, formazione e ricerca.

Questo successo elettorale ci permette di gettare le basi per un altro passaggio: i lavoratori della scuola devono prendere sempre più coscienza del ruolo del sindacato, devono essere il nostro stimolo e la nostra forza, in un rapporto costante, fatto di ascolto e informazione», conclude Russo.

Intanto, a maggio sono state organizzate le assemblee sindacali in tutte le scuole della provincia, per disegnare insieme ai lavoratori una mappa delle priorità.

 

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