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I 150 anni della Società Nazionale di Salvamento

Fra gli altri sarà premiato Alberto Magrini (il “nonno” dei bagnini), ottantatreenne che ha conseguito il brevetto nel lontano 1956
Barbara Tamantini con alcuni bagnini
Barbara Tamantini con alcuni bagnini

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Una serata per onorare i centocinquant’anni della Società Nazionale di Salvamento, ente nato a Genova nel luglio 1871, che nel corso degli anni si è ritagliato un ruolo insostituibile a tutela della collettività, per la salvaguardia delle vite umane in acqua.

L’evento, in programma il prossimo 22 settembre dalle ore 16.30 all’Hotel Perla di Castiglione, ha come scopo fondamentale quello di celebrare le storie dei bagnini, le loro esperienze e le loro memorie, come testimoniato dall’onorificenza attribuita ad Alberto Magrini (il “nonno” dei bagnini), ottantatreenne che ha conseguito il brevetto nel lontano 1956 e che costituisce una grande testimonianza vivente della società.

Verranno inoltre ringraziati tutti i bagnini che hanno lavorato nel collettivo di Marina di Grosseto e Castiglione della Pescaia, con il conferimento di una targa al merito per coloro che collaborano con la Società da oltre dieci anni.

All’incontro parteciperanno il sindaco di Castiglione e la Capitaneria di Porto, che collabora con la società nei corsi di formazione e nello svolgimento degli esami.

Barbara Tamantini, responsabile della Società Nazionale Salvamento della sezione di Grosseto comprendente le frazioni di Marina di Grosseto e Castiglione della Pescaia, ci racconta come questo ente sia nato e cresciuto basandosi su un forte intento corale, primo al mondo ad occuparsi della formazione di persone addette al salvamento in mare.

Nel corso degli anni la società si è molto evoluta, diventando un punto di riferimento per molte zone della penisola grazie alla sua suddivisione per sezioni territoriali. «Insieme a mio fratello – racconta Tamantini – ci occupiamo della formazione e del rilascio dei brevetti per i bagnini, occupandoci della ricerca del personale che lavora sulle torrette di salvataggio nel piano collettivo, un sistema ormai consolidato da quasi venti anni».

Cos’è il Piano Collettivo e perché è importante:

«In passato – continua Tamantini – ogni stabilimento era dotato del proprio bagnino. Tuttavia, nel corso degli anni abbiamo assistito ad un’evoluzione di questo mestiere, grazie anche all’adozione del piano collettivo. Esso consiste in un rapporto di collaborazione per cui la Capitaneria, il Comune e gli stabilimenti balneari si accordano per delegare ad un ente (la Cooperativa Airone nel caso di Castiglione della Pescaia) la salvaguardia dei tratti di spiaggia libera tra stabilimenti, creando una sorta di linea continua che permette ai bagnini di sorvegliare tutta la spiaggia, prevenendo gli incidenti in acqua nel raggio di circa duecento metri davanti a sé. La grande novità che ha apportato il piano collettivo consiste in una professionalizzazione della figura del bagnino. A testimonianza di questo c’è che a Castiglione della Pescaia, uno dei primi comuni ad adottare il piano in modo molto efficiente, tutti i bagnini sono dotati del brevetto BLSD (Basic Life Support Defibrillation) per poter utilizzare il defibrillatore in caso di emergenza».

Ogni anno, prima dell’inizio della stagione estiva, la società guidata da Barbara e da suo fratello si preoccupa di attuare un retrain (aggiornamento) di tutto il personale addetto alle torrette del piano collettivo, sia per quanto riguarda le misure di BLS (Basic Life Support) per il primo soccorso, sia di BLSD, garantendo la massima efficienza nell’utilizzo delle misure di assistenza immediata e della sicurezza balneare.

Gli interventi recenti e l’evoluzione del mestiere:

«Quest’anno abbiamo avuto due interventi fondamentali che testimoniano la preparazione acquisita grazie ai nostri corsi di formazione. Nell’ultimo di questi, verificatosi poche settimane fa al Bagno Laura di Castiglione, un signore di settant’anni ha avuto un malore ed è risultato fondamentale l’intervento dei bagnini e l’utilizzo del defibrillatore per salvargli la vita».

«La formazione dei bagnini è molto cambiata nel corso degli anni. La prima cosa che insegno ai miei ragazzi in aula è che “il bravo bagnino è quello che non fa interventi”, poiché in mare la cosa più importante è la prevenzione, avvalendosi dell’autorità di cui dispone la figura del bagnino. La nostra intenzione è quella di arrivare ad una rivalutazione di questa figura professionale, spesso sottovalutata in confronto alle responsabilità che può trovarsi ad affrontare, essendo la prima persona incaricata ad intervenire».

È di primaria importanza, dunque, diffondere la conoscenza di un ente che è stato il primo al mondo a rilasciare brevetti per una figura professionale altamente qualificata per l’assistenza immediata nel soccorso in mare. Ad oggi, in Italia, sono circa diecimila i brevetti rilasciati nel corso dell’anno:

«Il fatto di avere un piano collettivo come il nostro – continua Tamantini – è veramente un’eccellenza a livello nazionale, con persone formate e aggiornate ogni anno per garantire la massima sicurezza e capacità di intervento. Solo quest’anno, tra rinnovi e rilasci di nuovi brevetti, abbiamo formato oltre cento persone per le misure di BLSD, tra bagnini e proprietari degli stabilimenti».

Le difficoltà delle ultime due stagioni estive:

«Gli ultimi due anni di pandemia non ci hanno permesso di mettere in pratica i corsi di formazione, complicando notevolmente le cose per le stagioni estive. La carenza di personale qualificato ci ha costretti a ricercare risorse ovunque, avvalendoci, in casi estremi e per brevi periodi, anche dell’aiuto di ragazzi minorenni, maggiormente sottoposti a rischi in termini di responsabilità e di sicurezza, non potendo conseguire il brevetto BLSD. Quest’autunno, con la ripresa dei corsi in piscina, sicuramente riusciremo a superare queste difficoltà».

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