139mila tonnellate di rifiuti all'anno in Maremma. E lo scontro è sui costi Skip to content

139mila tonnellate di rifiuti all’anno in Maremma. E lo scontro è sui costi

Ogni cittadino maremmano produce 643 kg di rifiuti all’anno. Il Pd: «Tari, nuovi aumenti in vista». Rusconi: «Il Pd dice cose false». Sei Toscana: «Nostri costi nella media»
Rifiuti fuori dai cassonetti in via Saffi, in centro storico a Grosseto
Rifiuti fuori dai cassonetti in via Saffi, in centro storico a Grosseto

GROSSETO. Il costo del servizio rifiuti a Grosseto e in Maremma infiamma il dibattito politico.

Con i consiglieri del Pd che attaccano e l’assessora Simona Rusconi (bilancio, ma anche delegata del Comune nell’Ato rifiuti) che risponde. In tutto questo Sei Toscana chiarisce che la ripartizione dei costi fra i 104 Comuni dell’ambito (Grosseto, Siena, Arezzo e Val di Cornia) è compito di Ato, che le tariffe sono regolate da Arera e che i costi del servizio sono in linea con le medie nazionali.

In tutto questo in mezzo ci sono i cittadini che, va detto, poco non pagano per il servizio e che, in parecchi casi, abbandonano la spazzatura un po’ dove capita. Poi non è chiaro se la colpa sia dell’inciviltà o dei cassonetti che sono spesso stracolmi. 

Peraltro il sistema continua ad appoggiarsi, in Maremma, sostanzialmente a due discariche (Strillaie e Cannicci e Civitella), senza avere impianti di incenerimento. Ne arriverà uno importante di trattamento a Scarlino, il progetto è pronto ma, al momento, la spazzatura si accumula. Almeno altrove, vedi Peccioli, con la gestione della discarica hanno reso ricco il paese…

E l’Ato Sud è quello che, in Toscana, ha la percentuale di differenziata più bassa: Ato costa  (70,27%, +2,55%),  Ato centro (68,3%, +0,39%) e Ato sud (55,24%, +1,91%).

I dati 2022 dicono che Arcidosso è il Comune che ha il dato migliore (78,48%), Seggiano (51,16%, +33,35 punti rispetto al 2021), quello che cresce di più.

Bene Orbetello che cresce di 21 punti  (53,90%), così come Capalbio che cresce di 17 punti rispetto al 2021 (42,97%) e Santa Fiora che passa dal 48 al 64,33% (+16).

Sopra al 65%, che sarebbe l’obiettivo regionale, ci sono, oltre ad Arcidosso, Magliano (69,11%), Castell’Azzara (69,29%), Castel del Piano (69,61%), Gavorrano (69,62, +7,23), Massa Marittima (65,68%, +4,13) e Montieri (67,39%, +4,17).

Grosseto conferma il trend di crescita e registra un aumento di oltre 4 punti (59,81%). Complessivamente, nel 2022, nella provincia di Grosseto (215.973 abitanti) sono state prodotte 139.006 tonnellate di rifiuti con il 55,79% di differenziata (+3,6% rispetto l’anno precedente).

Sono 643 kg per ogni abitante all’anno, 1,76 kg al giorno.

I consiglieri Pd: «Inaccettabile un altro aumento della Tari»

I consiglieri comunali del Pd di Grosseto, vanno all’attacco. Sia dell’Amministrazione che di Sei Toscana.

«In qualità di consiglieri comunali, ci troviamo di fronte a una situazione che richiede un’attenzione immediata e una riflessione profonda. La prospettiva di nuovi aumenti della Tari, in un contesto già gravato da difficoltà economiche per molte famiglie e imprese, non è solo inaccettabile, ma solleva anche serie questioni riguardo l’efficacia della gestione dei rifiuti».

«A questo proposito è fondamentale prestare attenzione al bilancio di Sei Toscana, poiché ha un impatto diretto sulla Tari. La gestione dei costi, con particolare riferimento, ai 2 milioni di euro destinati a consulenze e i 9 milioni per affitti e locazioni, richiede una maggiore trasparenza e giustificazione. È importante infatti considerare che questi costi vengono alla fine sostenuti dai cittadini attraverso le tariffe».

«La gestione delle questioni complesse, come la tariffazione dei servizi pubblici e la gestione dei rifiuti, richiede non solo competenza, ma anche un impegno costante verso la trasparenza e la responsabilità. Tuttavia, ciò che abbiamo osservato finora è un percorso contrassegnato da una notevole mancanza di chiarezza e da una comunicazione inadeguata, volta esclusivamente a confondere i cittadini fornendo loro notizie ed informazioni incomplete e faziose».

«I tre Comuni capoluogo di Provincia Siena, Arezzo e Grosseto – governati dalla destra – giocano un ruolo chiave nel panorama decisionale dell’Ato rifiuti essendo membri del consiglio direttivo. È paradossale, quindi, che il Comune di Grosseto sembra essere all’oscuro delle decisioni prese, o almeno così appare dalle dichiarazioni pubbliche. Questa apparente disconnessione solleva interrogativi sulla loro effettiva partecipazione e al modo in cui svolgono il proprio ruolo all’interno dell’Ato Rifiuti».

«“…impossibile consultare in tempo utile l’enorme quantità di documenti consegnati con pochissimo tempo rispetto all’assemblea… “ questa è la posizione del Comune di Grosseto. Risulta pertanto particolarmente sconcertante sentire un assessore grossetano esprimere la propria frustrazione per non essere in grado di consultare in tempo utile documenti cruciali, una situazione che riflette una mancanza di impegno nello studio e nella preparazione necessari per affrontare tematiche di tale importanza».

Simona Rusconi: «Il Pd dice cose false. E l’Ato ha più Comuni di centrosinistra»

Non si è fatta attendere la risposta dell’assessora Simona Rusconi.

«Dispiace apprendere che i consiglieri del gruppo Pd di Grosseto non conoscono a fondo il tema rifiuti, pur non perdendo occasione per parlarne diffondendo informazioni sbagliate ai cittadini al solo scopo di raccogliere consenso».

«In una recente nota stampa il gruppo dem discute dei possibili aumenti Tari verso cui ci sta portando Arera e che il Comune di Grosseto contrasta con tutte le sue forze».

«Ma anziché plaudere alle azioni messe in campo dall’Ente per tutelare i cittadini, il gruppo trova modo di polemizzare. Ancora una volta diffondendo falsità. Viene infatti evidenziato come il Comune non si sia fatto valere nel consiglio direttivo Ato, pur essendone membro».

«Facciamo notare agli amici del Pd che il nostro municipio ha battuto i pugni sul tavolo imponendo un cambio di rotta nonostante non sia parte dell’organo di vertice».

«Grosseto, infatti, partecipa a tutte le riunioni Ato, ma non fa parte del direttivo. Siamo presenti sempre per nostra volontà, vista l’importanza dei temi trattati».

«Altro errore gli esponenti dem lo fanno quando puntano il dito contro l’Ente di cui fanno parte, imputandoci, di fatto, una scarsa preparazione nell’approfondire i documenti proposti da Ato».

«Ebbene il Comune si è lamentato delle tempistiche e del modus operandi in cui è chiamato a operare e studiare i temi, è vero. Ma lo ha fatto proprio perché consapevole di quanto siano delicati questi argomenti e di quanto sia necessario andare a fondo nelle questioni».

«Questo non vuol assolutamente dire che l’Ente si sia presentato impreparato alle riunioni, così come ampiamente dimostrato nelle sedi opportune, in cui abbiamo sempre difeso, con piena cognizione di causa, gli interessi dei cittadini grossetani. Di tutti, compreso quelli che si riconoscono nella rappresentanza politica incarnata dai dem».

«Ma non finisce qui. Perché gli esponenti del Partito democratico sottolineano come il peso di Grosseto, Siena e Arezzo sia sostanzioso nelle dinamiche Ato. Imputando dunque a noi le molte criticità riscontrate».

«Sono dunque costretta a ricordare sempre agli esponenti del Pd che la maggior parte dei Comuni che rientrano sotto l’Ato è a guida centrosinistra. Evidentemente quando c’è da far polemica i dati di fatto vengono messi da parte e la verità viene piegata a fini di mera propaganda».

Sei Toscana: «I nostri costi in linea con quelli nazionali»

Sei Toscana, con un comunicato, chiarisce la propria posizione su alcuni aspetti legati alla definizione delle tariffe e ai servizi erogati.

«Per quanto concerne la formulazione delle tariffe, è utile ricordare che la definizione dei Pef (Piani Economici Finanziari) avviene secondo quanto previsto dal metodo Arera (l’Autorità nazionale di Regolazione per Energia Reti e Ambiente)».

«Il nuovo metodo – già adottato da diversi anni per altri servizi pubblici (come acqua, energia elettrica e gas) e in vigore dal 2020 per il settore dei servizi di igiene ambientale – ha introdotto importanti cambiamenti nel sistema di calcolo, definendo chiaramente quelli che sono i costi ammissibili, le modalità di rivalutazione (anche in relazione al forte aumento inflattivo degli ultimi anni) e i modelli di ripartizione, inserendoli in una cornice di riferimento di carattere nazionale».

«Tali elementi sono a disposizione degli Enti di regolazione (come Ato Toscana Sud, l’Ente che comprende tutti e 104 i Comuni dell’ambito in cui svolge i servizi Sei Toscana) che ne definiscono l’applicazione, seguendo il principio dell’equilibrio economico-finanziario del gestore e, al tempo stesso, garantendo il massimo livello di protezione della tariffa per i cittadini/utenti dei servizi».

«Ciò premesso, la società ritiene utile evidenziare che i costi presentati ogni anno da Sei Toscana,  in linea con quelli nazionali (come evidenziato anche da alcuni studi nazionali di settore) sono sempre oggetto di valutazione di coerenza da parte di un soggetto terzo individuato proprio dall’Ente di regolazione (Ato Toscana Sud) e sono relativi all’intero bacino secondo quanto previsto dal nuovo metodo Arera».

«È compito poi di Ato provvedere alla collocazione e alla ripartizione di tali costi all’interno dei Pef dei singoli Comuni. Pef che, oltre a coprire i costi dei servizi richiesti dalle singole Amministrazioni, comprendono anche i costi del trattamento e smaltimento dei rifiuti (di competenza delle società gestori di impianti e non di Sei Toscana) e di altri servizi ambientali (come, ad esempio, la bollettazione) non in capo al gestore».

La tariffa finale non dipende solo dalla raccolta fatta dal gestore

«La tariffa finale, Tari, che tutti i cittadini\attività sono tenuti a pagare comprende quindi diversi elementi e non unicamente i costi imputabili ai servizi di raccolta effettuati dal gestore».

«In merito alla richiesta di trasparenza avanzata da qualche Amministratore, Sei Toscana ritiene doveroso chiarire alcuni punti. Innanzitutto, è bene ricordare che il dato relativo alle “locazioni” comprende al proprio interno non solo gli affitti degli immobili (come, ad esempio, cantieri operativi e sedi amministrative), ma anche i costi di noleggio degli automezzi e delle attrezzature di raccolta necessari allo svolgersi del servizio».

«A tal proposito, il nuovo management della società, in carica dal 2020, ha dato un indirizzo diverso rispetto al precedente, riducendo in modo significativo il noleggio e indirizzandosi sull’acquisto diretto di nuovi mezzi\attrezzature di servizio».

«Questa scelta, come è facile vedere leggendo i dati di bilancio, ha comportato una significativa riduzione dei costi per circa 4milioni di euro dal 2021 al 2023. I dati citati, relativi al 2022, comprendono 7,3 milioni di euro per noleggio automezzi e attrezzature, e circa 1,6 milioni per l’affitto immobili riferibili a 40 diverse sedi e cantieri aziendali dislocate nel territorio (che copre una superficie di oltre 12mila km²)».

«Per quanto concerne la voce “consulenze e prestazioni di servizio” è utile chiarire che quanto iscritto a bilancio di Sei Toscana riguarda prevalentemente servizi e consulenze estranee al perimetro tariffario e ha risentito nel 2022 di un importante contenzioso con l’erario. La parte indicata nel Pef per il 2022, relativamente a queste voci, è stata di circa 540mila euro, puntualmente documentate all’Ente validatore nominato da Ato. Anche tale voce ha inoltre subito una riduzione visto che nel 2021 ammontava a circa 680mila euro».

«Sei Toscana ribadisce pertanto il contesto di massima trasparenza, e non potrebbe essere altrimenti, entro cui opera nello sviluppo delle proprie attività, non soltanto con il comune di Grosseto o di Siena, ma con l’intera Autorità di ambito composta da tutti i 104 Comuni dell’Ato Toscana Sud».

Fabbrini: «Polemiche legate all’avvicinarsi degli appuntamenti elettorali»

«Per raggiungere gli obiettivi, condivisi, in termini ambientali, di efficienza ed economici – dice il presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini –, non si può prescindere dalla stretta collaborazione fra gestore (Sei Toscana), le Amministrazioni comunali (rappresentate da Ato Toscana Sud) e le comunità (cittadini ed attività economiche)».

«Una collaborazione che, come avvenuto con l’aggiudicazione di oltre 21 milioni di euro di finanziamenti Pnrr per la realizzazione di 30 progetti volti a migliorare la qualità dei servizi ambientali e delle infrastrutture, può portare grandi benefici a tutto il territorio».

«La società, così come sempre fatto sino ad oggi, ribadisce la disponibilità a chiarire ogni aspetto legato alla gestione rifuggendo però nel modo più assoluto di cadere in polemiche strumentali di carattere politico (anche a mezzo stampa) che potrebbero sorgere con ancor più facilità visto l’avvinarsi dei prossimi appuntamenti elettorali».

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