GROSSETO. Non è nella calura di luglio o agosto che la vicenda esplode, ma nell’inverno successivo, nei corridoi del pronto soccorso dell’ospedale Misericordia. È lì che una ragazza di 26 anni, grossetana, arriva per interrompere una gravidanza indesiderata e, soprattutto, per spiegare ai medici l’origine di quel figlio: «Sono stata abusata da due uomini», racconta.
Una frase che rimette in moto il meccanismo obbligatorio della denuncia e dell’attivazione del codice rosso e spalanca le porte su una storia che fino a quel momento era rimasta chiusa nel silenzio.
L’invito di notte nell’appartamento
Secondo il racconto della giovane, tutto nasce da un invito apparentemente innocuo: due conoscenti, una serata estiva, la promessa di vedere un film a casa di uno di loro.
Lei accetta, salgono in auto e raggiungono l’appartamento a Grosseto.
Quello che succede da quel momento in poi è oggi oggetto dell’indagine dei carabinieri della Procura. La ricostruzione della ragazza parla di un rapporto imposto da entrambi gli uomini. La versione dei due, invece, è radicalmente opposta: sostengono che si sia trattato di un incontro consenziente.
La gravidanza e la denuncia d’ufficio
Il punto di svolta arriva soltanto mesi più tardi. Durante la visita in ospedale, i medici confermano la gravidanza e attivano le procedure d’ufficio previste in presenza di una denuncia di violenza.
Da lì parte l’indagine della Procura di Grosseto, che nelle scorse settimane ha notificato ai due uomini l’avviso di garanzia per violenza sessuale di gruppo: un atto dovuto, che consente loro di nominare difensori e partecipare alle indagini.
Le versioni opposte e un’indagine che scava nel passato
I due indagati si dicono increduli: affermano di non aver mai immaginato un’accusa del genere e che la ragazza fosse pienamente consenziente. La giovane, invece, ha ricostruito agli inquirenti ogni dettaglio di quella notte, compreso il timore e la confusione che l’hanno accompagnata nei mesi successivi. Quando ha scoperto la gravidanza e quando ha deciso di interromperla.
A guidare le indagini è il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, che ha delegato alle forse dell’ordine l’accertamento dei fatti: dai messaggi scambiati prima e dopo l’incontro, alla dinamica dell’invito, fino alla possibilità che la ragazza sia stata condotta in casa con un pretesto.
Un’indagine che dovrà stabilire cosa accadde davvero
Il cuore dell’inchiesta sta tutto qui: capire se quella notte sia stata il risultato di una scelta condivisa che la ragazza ha poi riletto diversamente, oppure se si sia trattato di una violenza sessuale di gruppo come da lei denunciato.
Le prossime settimane saranno decisive per stabilire la verità giudiziaria. Per ora, restano solo due versioni inconciliabili e il dolore di una donna che è riuscita a raccontare la violenza di quella notte.



