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Venator: novità positive, ma il futuro resta incerto

Il 7 agosto c’è stato l’incontro a Firenze tra azienda, sindacati e amministratori locali: moderato ottimismo, ma il destino dello stabilimento è legato a variabili non controllabili. Le reazioni di Cisl, Cgil, Ugl e della sindaca di Scarlino
La Venator a Scarlino
La Venator a Scarlino

SCARLINO. La questione Venator è tornata in Regione per una riunione con amministratori locali, sindacati. L’incontro di ieri, lunedì 7 agosto, si è chiuso con la richiesta all’azienda produttrice di biossido di titanio nell’area industriale del Casone di presentare il progetto per un sito di stoccaggio definitivo.

Dall’incontro sono emerse alcune novità, la più importante delle quali è che non è necessaria la valutazione di impatto ambientale per la discarica temporanea dei gessi. Anche se l’azienda dovrà presentare la documentazione richiesta dalla regione, affinché, entro 45 giorni, venga rilasciata l’autorizzazione. Ma il futuro della Venator è legato anche ad altri fattori indipendenti dalla volontà della multinazionale: l’andamento del mercato e l’iter il corso con il tribunale fallimentare negli Stati Uniti, solo al termine del quale si potrà formare il nuovo Cda di Venator.  

Dalla Cisl, moderato ottimismo

«Accogliamo con moderato ottimismo le informazioni raccolte oggi – dice Katiuscia Biliotti, segretaria generale di Cisl Grosseto – fermo restando che sono molti i fattori da conoscere per capire quale sarà il futuro dell’azienda, che è dettato dalle decisioni del nuovo consiglio di amministrazione e dalla situazione di mercato»

«La Regione ha invitato Venator a presentare, quanto prima, il progetto per una discarica definitiva, la cui futura presenza però non mette al sicuro la condizione dei lavoratori: l’azienda, infatti, ha sottolineato le difficili condizioni di mercato attuali e ha ribadito che queste saranno determinanti rispetto al futuro. Accogliamo con favore l’impegno di Venator per far riprendere l’attività nel sito di Scarlino il prima possibile, anche perché i lavoratori hanno diritto di sapere cosa succederà da settembre in poi», riprende Andrea Comin, Rsu di Femca Cisl all’interno di Venator. 

Al momento, infatti, l’attività di Venator è ferma e non ci sono certezze circa la ripresa della produzione. «Sollecitiamo l’azienda a presentare al più presto i documenti richiesti dalla Regione e il progetto per la discarica definitiva. Chiediamo anche all’amministrazione regionale di dare risposte nel minor tempo possibile», conclude Comin. 

Cgil: «Novità positive da Firenze»

Per la Cgil, l’incontro di Firenze è stato positivo: «La Regione ha completato positivamente le valutazioni ambientali sul progetto per lo stoccaggio provvisorio dei gessi – scrive Fabrizio Dazzi, segretario provinciale della Filctem-Cgil – e rimangono solo passaggi tecnici che saranno espletati entro 45 giorni.  Il tribunale del Texas ha approvato il piano di rifinanziamento della Venator. Inoltre i sindacati, le istituzioni locali, ma soprattutto azienda e Regione si sono presi l’ impegno di lavorare con la massima celerità per far uscire la fabbrica di Scarlino dallo stato di fermo in cui si trova da fine giugno.

Quello che interessa i lavoratori però è l’effettiva ripresa delle attività, condizionata dalle autorizzazioni regionali ormai in dirittura di arrivo, e dalle decisioni aziendali sui programmi di produzione e investimento. La società sta attraversando un periodo difficile e non sembra in grado di prendere queste decisioni prima di diverse settimane e  il mercato del biossido di titanio rimane debole a complicare la ripresa della produzione.

Come Filctem-Cgil chiediamo a Venator di dare seguito agli impegni presi a Firenze e fare tutto il possibile per cessare il periodo di difficoltà che vivono i lavoratori, ma soprattutto dell’indotto, da sempre meno protetto e tutelato, che sta già pagando il prezzo più alto di questa crisi».

Ugl: un piccolo passo avanti, ma la strada è lunga

Per la Ugl chimici, ieri è stato fatto un piccolo passo in avanti. «Ma non ci creiamo facili illusioni -scrive il sindacato – la strada è molto lunga e complicata», dice il segretario provinciale Ugl chimici Grosseto-Siena Roberto Bocci, Rsu per la Rlssa-Ugl.

«Abbiamo chiesto all’azienda di rispondere alle prescrizioni e di presentare il progetto per l’area di stoccaggio permanente. Questo non è più rinviabile, per consentire una progettualità concreta che ci traghetti fino alla cava della Vallina acquisita dalla società a inizio anno». Ma anche in questo caso le preoccupazioni riguardano la situazione societaria.

«Ad oggi non è stato attivato nessun tipo di ammortizzatore sociale – riprende Bocci – e tutti i dipendenti percepiscono regolarmente il loro stipendio, ma i tempi di ripartenza dello stabilimento sono ancora lunghi per gli iter autorizzativi. La società ha più volte dichiarato che una volta ottenute le autorizzazioni, dovrà predisporre l’area del comune di Scarlino per accoglierne i gessi. 

A settembre ci ritroveremo in Regione per un aggiornamento sulla situazione e sulle decisioni che dovranno essere prese. Quello che ci auspichiamo è che finalmente tutti i tasselli di questo intricato mosaico vadano al loro posto nel più breve tempo possibile perché i lavoratori di Venator e dell’indotto adesso più che mai hanno bisogno di certezze».

Travison: «Novità positive ma tempi ancora lunghi. Servono tutele per dipendenti e indotto»

Per la sindaca di Scarlino, Francesca Travison, che ieri ha partecipato alla riunione, «le notizie positive sono due: la prima è che il concordato è stato accettato e l’altra che, non dovendo essere assoggettato alla procedura di Via, l’iter per la discarica momentanea di gessi rossi nel terreno concesso dal Comune di Scarlino all’azienda, sarà più veloce.

Detto questo ciò che ci preoccupa sono ancora i tempi: nonostante le buone notizie infatti, le soluzioni non appaiono così immediate. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di occuparsi dei lavorato, i dipendenti di Venator, e dell’indotto perché, se i tempi sono lunghi, dobbiamo garantire loro un sostegno».

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