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Venator, i lavoratori pronti alla lotta

I dipendenti della multinazionale di Scarlino chiedono a Regione e azienda risposte concrete per la risoluzione dei problemi e per la ripresa dell’attività produttiva
Lo stabilimento della Venator a Scarlino
Lo stabilimento della Venator a Scarlino

SCARLINO. I lavoratori della Venator si sono riuniti in assemblea generale per discutere sulla difficilissima situazione della fabbrica, a seguito delle comunicazioni dell’Azienda che annunciano la fermata delle attività a giugno, con poche o nessuna garanzia di ripartenza.

Da anni ormai i lavoratori vivono nell’ incertezza del loro futuro occupazionale, da dicembre siamo in cassa integrazione al 30%, molti colleghi hanno lasciato l’azienda per questa incertezza, adesso si prospetta la cassa integrazione a zero ore per molti mesi e al momento nessuna garanzia di ripartenza.

L’appello dei lavoratori: «Ognuno faccia la propria parte»

Dopo due anni di rimpalli tra azienda e Regione le ripercussioni arrivano direttamente sui lavoratori, ovvero sull’anello debole della catena. Abbiamo bisogno che ognuno faccia in fretta la propria parte: l’azienda deve produrre i documenti integrativi richiesti al progetto presentato per la discarica temporanea e la Regione, con un impegno straordinario, dovrà analizzare i documenti nella maniera più rapida possibile, ci auguriamo entro la fine di maggio e deliberare almeno sulla verifica di “assoggettabilità VIA”.

Tutto questo per far sì che l’azienda possa avviare le operazioni e gli investimenti per la ripartenza in tempi rapidi e dal giorno dopo pensare a presentare il progetto per la discarica permanente, accanto a quella temporanea, e per la discarica nella cava della Vallina, senza ogni volta alzare la posta in gioco.

I dipendenti chiedono un incontro con Regione e Venator

Oltre a questo chiediamo che venga presentato un credibile piano per il futuro, che comprenda la riduzione della produzione di gesso, e miri a rafforzare l’occupazione nel nostro sito produttivo.

Vogliamo quindi che le parti in gioco, Regione e azienda, dimostrino di voler davvero la continuità produttiva di questo stabilimento, producendo iter autorizzativi rapidi e investimenti mirati alla riduzione del gesso.

È ora di giocare a carte scoperte da parte di tutti. Chiediamo un serio incontro operativo, dato che sembra ci sia la disponibilità di tutte le parti in gioco, alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori e discutere fino ad arrivare ad un piano concreto e operativo che indichi chi fa cosa e in quali tempi. Perché questa è l’ultima possibilità di salvare questo importantissimo sito produttivo.

La pazienza dei lavoratori è finita, non resteremo passivamente a guardar dilapidare un patrimonio di lavoro buono e tutelato che il nostro territorio non sarà più in grado di rimpiazzare.  I lavoratori pretendono risposte e garanzie immediate sul presente e futuro del loro lavoro.

Danno pertanto mandato alla RSU per richiedere impegni concreti a azienda e Regione, dando mandato di mettere in campo le adeguate azioni di lotta e di dimostrazione per salvaguardare gli interessi ed i diritti dei lavoratori.

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