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Venator, confermato lo stop a giugno

La Cisl dopo l’incontro in Regione: «Nessuna novità per migliorare la situazione dei lavoratori. Occorrono certezze sui tempi e un piano di investimenti concreto»
Lo stabilimento della Venator a Scarlino
La Venator a Scarlino

FIRENZE. «È necessario essere concreti e assumersi responsabilità importanti sia dalla parte della Regione che dall’Azienda». È il commento Gian Luca Fè, segretario generale di Femca Cisl Grosseto, dopo l’incontro di a Firenze sulla situazione di Venator.

Erano presenti la Regione Toscana, i sindaci dei Comuni interessati, il presidente della Provincia di Grosseto, i rappresentati dell’azienda, di Confindustria e delle organizzazioni sindacali.

Nessuna novità dall’incontro

Oggi sono state consegnate anche le integrazioni richieste al progetto per l’autorizzazione del sito di stoccaggio temporaneo di Scarlino, «ma occorreranno almeno 60  giorni, se tutto sarà in regola, per ottenere l’autorizzazione a procedere. Quindi, l’incontro non ha portato alcuna novità significativa. E questo significa che continua la situazione drammatica di incertezza dei lavoratori, uno stillicidio continuo, in cui ogni giorno di lavoro sembra sempre più complicato da affrontare. Tutto questo è inaccettabile», dice Fè.

Venator continuerà a investire, ma si rischia lo stop 

La Femca Cisl non nasconde amarezza e preoccupazione. «L’azienda, nonostante la situazione difficile del mercato globale e il costo dell’energia, ha ribadito la volontà di investire sul territorio. Ma nonostante questo si andrà verso uno stop totale dell’attività. Come organizzazione sindacale abbiamo chiesto che l’azienda faccia di tutto per ridurre i tempi il più possibile.

Noi ci siamo assunti le nostre responsabilità e siamo stati al fianco dei lavoratori: in autunno, abbiamo gestito la questione degli esuberi e portato avanti la trattativa per la cassa integrazione. Ora la Regione deve dare certezze sui tempi delle autorizzazioni e l’azienda deve presentare un piano di investimento concreto e dettagliato di breve e medio periodo e progetti rapidi per le discariche definitive. Altrimenti continueremo a fare proclami che non cambieranno il dramma personale e collettivo che i lavoratori affrontano».

Travison: «Confermato lo stop alla produzione»

Molto preoccupata la sindaca Francesca Travison.

«Usciamo da questo incontro ancora fortemente preoccupati e perplessi: purtroppo rispetto allo stop della produzione a fine giugno non ci sono novità, anzi. Quella decisione è stata confermata e non sono state prospettate alternative: l’azienda ha depositato le controdeduzioni oggi e la Regione ha 60 giorni di tempo per rispondere».

«I calcoli sono semplici: arriviamo a fine luglio e da quel momento serviranno altri tre mesi per preparare il terreno concesso a Venator dal Comune di Scarlino per il progetto di accantonamento per il riutilizzo dei gessi rossi».

«Quindi la produzione forse ripartirà a gennaio 2024 ma non abbiamo nessuna certezza in merito. Siamo quindi fortemente preoccupati e perplessi, viste anche le ultime notizie sugli accordi richiesti dall’azienda per rientrare con il piano finanziario»

Limatola: «Sia scongiurata la chiusura dell’impianto»

Il presidente della Provincia Francesco Limatola, anche a nome dei sindaci presenti, ha chiesto garanzie all’azienda e un forte impegno per scongiurare la chiusura dell’impianto e un’estrema attenzione nella presentazione di tutta la documentazione necessaria all’approvazione dei progetti. 

Non solo: a Venator è stato chiesto di impegnarsi a ridurre la quantità gesso prodotto e di presentare progetti concreti per il riutilizzo del materiale di scarto.

«Ora occorre portare a termine l’iter per il deposito temporaneo finalizzato al recupero, al quale stanno lavorando la Regione Toscana e il Comune di Scarlino – ha detto Limatola – dando chiarezza e certezza nei tempi».

«Per autorizzare il sito di stoccaggio temporaneo è però indispensabile che l’azienda indichi come questi rifiuti verranno poi recuperati. Servono atti concreti, l’azienda deve indicare come intende recuperare questi materiali di scarto che sia tramite Ferro Duo o tramite soluzioni alternative valide, per far sì che questa soluzione possa effettivamente concretizzarsi nel più breve tempo possibile».

«In parallelo – prosegue – devono presentare adeguati progetti, sia per soluzioni transitorie che per una soluzione definitiva, ponendosi in un atteggiamento propositivo e collaborativo, con la Regione e con tutto il territorio». 

Venator è fondamentale per la tenuta del polo diScarlino

«Venator – prosegue Limatola – è fondamentale per la tenuta di tutto il polo industriale di Scarlino, che rappresenta è il 30 per cento del Pil della provincia di Grosseto».

«Tutto questo ha una dimensione non solo provinciale ma anche regionale: il fermo della produzione di Venator mette in difficoltà anche l’industria del marmo di Carrara per via della marmettola, impiegata per il trattamento dei gessi rossi».

«Servono tempi certi per arrivare a definire i prossimi passi che l’azienda dovrà fare: chiudere per alcuni mesi significa uscire dal mercato, e questo non ce lo possiamo permettere».

«Il rischio è che l’azienda venga penalizzata a discapito dei lavoratori e delle lavoratrici, a cui va la nostra solidarietà e vicinanza».

 

 

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