PIOMBINO. Non basta indignarsi, serve di più, serve giustizia E questo, giustizia appunto, è quello che chiede formalmente Valentina Capuano, la candidata consigliera alla Regione Toscana, che nei giorni scorsi è stata vittima di commenti violenti e sessisti.
La violenza verbale
Per lei era solo una grande emozione mettersi in gioco e accettare la sfida delle Regionali, per tanti altri, invece, una donna, mamma, giovane e anche lavoratrice, che vuole rendersi disponibile per la comunità non è altro che un pungiball perfetto su cui scaricare la propria frustrazione. Una valanga di commenti orrendi sono accorsi sulla pagina social dove è stata resa nota la sua candidatura.
Ancora di più però sono stati i commenti di sostegno che si sono creati intorno a lei per darle supporto:
«La violenza verbale di cui è stata vittima è frutto di una cultura del non rispetto della donna che serpeggia sempre più tra le fila dei sostenitori di una destra che mercifica la figura delle donne – scrive Emiliano Fossi, sulla pagina ufficiale del PD -. Ci auguriamo che chi ha avuto il coraggio di scrivere certe cose abbia il coraggio di risponderne nelle sedi opportune. Come Pd saremo sempre dalla parte dei diritti di tutte e lotteremo in ogni sede per ottenere quella parità di genere che una società democratica deve fare propria».
Serpeggia dice Emiliano Fossi, all’interno della nostra società ancora striscia lento, nascosto tra le finte ammirazioni, un’idea di una donna legata esclusivamente alla vita famigliare e casalinga, un’idea per cui una donna debba essere focalizzata sulla cura. Siamo ancora a questo punto.
È in questo modo che oggi il patriarcato continua a perpetuarsi e nascondersi per poi esplodere, rendendosi evidente, con questo tipo di modalità ogniqualvolta uomini, ma anche donne, di bassa intelligenza morale si devono confrontare con un no o con un successo altrui.
Non è più un patriarcato evidente, ma lo è in maniera subdola
Ancora troppo spesso troviamo uomini che ritengono che le donne possano essere solamente “utili” o “desiderabili”, è in questo contesto che il commento sessista e la violenza verbale non stupisce, ma è proprio questo il punto. Non stupisce. Da una parte ne siamo abituate, noi donne, ma certi commenti non devono essere in nessun modo tollerati.
La violenza contro le donne, che sia fisica, economica o verbale, famigliare, lavorativa o sociale, deve finire. Bisogna tutelare le donne e bisogna educare una nuova generazione di futuri adulti alla gentilezza, al rispetto, ai valori della comprensione, dell’amore, del sostegno. Bisogna far passare il messaggio che la donna non è debolezza, non è un oggetto su cui si può sfogarsi e da cui si deve pretendere l’esclusiva cura domestica. La donna è persona, in primo luogo.
Diventa madre ma continua ad essere se stessa, con i propri sogni, le proprie speranze, la voglia di un futuro lavorativo soddisfacente e ha tutto il diritto di poter portare avanti le proprie ambizioni e conseguire i suoi obiettiva. La donna è anche madre, ma prima di tutto se stessa.
Capuano: «Il rispetto prima di tutto»
Valentina si è fatta coraggio, è andata in questura ed ha denunciato.
«In questi giorni ho ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà da tutta Italia. Voglio ringraziare ognuna di queste persone, il partito democratico regionale e le donne democratica per il sostegno sincero e forte. Sono stata oggetto di insulti sessisti, attacchi ignobili rivolti a me solo perché sono donna. Non è normale. Non deve esserlo. E non importa quale sia il proprio orientamento politico: il rispetto viene prima di tutto. Ho denunciato questi atti, perché il sessismo l’odio e la violenza verbale vanno fermati, sempre. Far finta di niente significa accettarli e io non ho intenzione di farlo. Grazie a chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Insieme facciamo la differenza».