Urban Center, Fantini “grande assente” al consiglio aperto | MaremmaOggi Skip to content

Urban Center, Fantini “grande assente” al consiglio aperto

A Follonica il dibattito sulla città del futuro si accende: il vicesindaco Baietti frena sulle professionalità esterne. Sul ruolo dell’archistar si consuma la frattura interna alla maggioranza
A sinistra il consiglio di ieri sera e a destra l'allestimento della sede dove si progetterà il futuro della città
Un momento del consiglio comunale e la nuova sede dell’Urban Center

FOLLONICA. Doveva essere il momento della sintesi, dell’indirizzo politico condiviso, della traduzione in prospettiva concreta del lavoro dell’Urban Center. Ma il consiglio comunale aperto che si è tenuto ieri, lunedì 24 novembre, alla Fonderia 1, è stato segnato da un’assenza che ha pesato su tutta la seduta: quella dell’architetto David Fantini, coordinatore tecnico-scientifico del progetto e autore del masterplan per la sistemazione dello spazio pubblico della città.

Un “vuoto” che non è passato inosservato, anzi: ha finito per orientare la discussione e alimentare interrogativi politici interni alla maggioranza.

Il caso Fantini e la frase del vicesindaco che accende il dibattito

Una nota stonata uscita ieri sera durante l’intervento del vicesindaco Danilo Baietti, farebbe pensare ad un disaccordo interno alla maggioranza proprio in merito alla figura esterna del noto architetto. Infatti, dopo i ringraziamenti agli uffici e ai dipendenti comunali per l’eccellente lavoro svolto e per il continuo e assiduo impegno in favore della città, Baietti ha lasciato trapelare il suo pensiero: «Non c’è professionalità esterna che possa conoscere Follonica, le sue dinamiche e le sue complessità, meglio di chi lavora ogni giorno per questa città» ha detto.

Parole che molti presenti hanno interpretato come una presa di posizione rispetto proprio al ruolo di Fantini, figura scelta dall’amministrazione come riferimento scientifico e progettuale dell’Urban Center. Un passaggio che ha reso ancora più evidente la sua assenza e che ha alimentato il sospetto di una divergenza interna sulla gestione e sul peso delle competenze esterne nel percorso della “città del futuro”.

Gli assessori tracciano la Follonica che immaginano

La seduta è proseguita con gli interventi degli assessori, ciascuno chiamato a proiettare nella visione dell’Urban Center i temi del proprio mandato. Dal sociale alla cultura, dalla bellezza urbana al turismo, passando per accessibilità, commercio, sicurezza, ambiente, traffico, parcheggi e calo demografico, ognuno ha delineato la sua idea.

Il sogno contro la realtà: manca il Piano operativo

Ma se il sogno, richiamato anche dall’assessore Poggetti, e condiviso da tutta l’espressione politica cittadina, continuerà ad essere alimentato, sul finire della seduta è arrivato immancabile il momento di rimettere i piedi per terra. Complice, forse, proprio l’assenza di colui che poteva fattivamente contribuire a chiudere il cerchio.

Sebbene le intenzioni siano condivise e che il desiderio di dare una svolta alla città animi tutta la politica locale, tradurre in pratica i progetti non è altrettanto semplice. Manca infatti il Piano Operativo, cioè quel documento di pianificazione (POC) che definisce le regole per gli interventi sul territorio comunale, specificando dove, come e quanto si può costruire o trasformare, nel rispetto del piano strutturale.

Un documento importante che nasce da un lavoro complesso e spesso lungo, senza il quale i progetti rimangono solo sulla carta. Nel frattempo, il progetto della città del futuro prosegue anche attraverso il nuovo allestimento della sede operativa dell’Urban Center, realizzato all’interno della Fonderia 1. 

 

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