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«Schiaffo a Piombino»: comitato Salute pubblica, Rete e Sinistra italiana attaccano governo e Regione sul rigassificatore

Comitato Salute pubblica e Sinistra italiana criticano duramente le assenze del ministro Pichetto Fratin e del presidente Giani al consiglio sul rigassificatore. «Nessuna risposta sulla rimozione entro il 2026, si prepara la proroga», attaccano le forze cittadine e territoriali. Intervengono anche anche i gruppi della Rete
Il rigassificatore di Piombino e il parco eolico
Il rigassificatore in porto a Piombino, sullo sfondo le pale eoliche: due sistemi diversi di produrre energia

PIOMBINO. Il giorno dopo il consiglio comunale monotematico sul rigassificatore Italis Lng, a Piombino arrivano le prime reazioni politiche. Le più dure sono quelle del Comitato salute pubblica Val di Cornia, che parla apertamente di «uno schiaffo alla città» e di una «beffa istituzionale» dopo le assenze del ministro Pichetto Fratin e del presidente della regione Toscana Eugenio Giani, commissario per il rigassificatore.  

Il comitato definisce il consiglio un passaggio «preoccupante e deludente», perché – dicono – i tecnici non hanno potuto rispondere alla domanda che la città attende da mesi:

«Verrà rimosso il rigassificatore entro il 2026?»

Secondo il Comitato salute pubblica, il dibattito si è trasformato in «uno sterile elenco di dati e percentuali», senza alcuna assunzione di responsabilità politica. Le assenze, scrivono, «hanno rappresentato una beffa nei confronti delle istituzioni comunali, del consiglio e dell’intera comunità».

Sulla vicenda intervengono anche Gazebo 8 giugno, Comitato La Piazza Val di Cornia e Rete no rigass no gnl.

«Nessuna trattativa sulle compensazioni: la sicurezza non si baratta»

Il gruppo cittadino ribadisce poi un concetto espresso più volte negli ultimi mesi: no a qualunque compensazione e no a qualunque proroga oltre il luglio 2026.

«La sicurezza non si baratta con una squallida e inaccettabile elemosina» scrive il comitato, parlando di «compromessi irricevibili».

Il rigassificatore, sostengono, è stato accettato «in nome di una discutibile emergenza ma di un sicuro profitto». Ora «basta», e la richiesta è quella di rispettare l’accordo: uscita dal porto entro luglio 2026.

La domanda diretta: «Comune e regione impugneranno una eventuale nuova Aia?»

Una parte rilevante della nota è dedicata allo scenario peggiore temuto dai cittadini: se Snam chiedesse una nuova Aia, se arrivasse una proroga per mantenere l’impianto oltre il 2026 il comitato chiede pubblicamente a comune e regione se sarebbero pronti a impugnare gli atti.

Il monito è chiaro:

«Questo è ciò che vorremmo. Chiediamo al sindaco Ferrari e al presidente Giani di rapportarsi immediatamente con il ministro Pichetto Fratin per riaffermare il rispetto delle scadenze stabilite».

«Siamo stati gli unici presenti in aula: continueremo con una rete territoriale»

Il Comitato salute pubblica ricorda di essere stato «l’unico comitato cittadino presente in aula», esercitando il proprio diritto-dovere di partecipare.

Annuncia infine la creazione di una rete territoriale di associazioni e cittadini, iniziative pubbliche e azioni condivise per chiedere il rispetto degli impegni. «La nostra comunità merita un futuro migliore» conclude la nota.

I gruppi della Rete: «Consiglio fallimentare, nessuna risposta sul futuro del rigassificatore»

Dopo il consiglio monotematico del 2 dicembre, anche i gruppi della Rete – Gazebo 8 giugno, Comitato La Piazza Val di Cornia e Rete no rigass no gnl – intervengono con una nota molto dura. I rappresentanti ricordano di non aver partecipato alla seduta perché, spiegano, «era impossibile coordinare cinque soggetti e preparare un intervento in dodici ore». Le loro considerazioni, inviate via pec al sindaco e al presidente del consiglio, «non sono state prese in considerazione».

Secondo la Rete, l’assenza di governo e regione al consiglio «ha sputato in faccia ai cittadini e ai consiglieri», lasciando senza risposta la domanda centrale: «quale futuro per il rigassificatore?». I tecnici presenti – sostengono – «non avevano la risposta o, se l’avevano, non l’hanno fornita». Un «fallimento totale», aggravato dall’assenza dell’avvocato Greco, legale del comune, che avrebbe potuto chiarire gli aspetti giuridici legati alle autorizzazioni in scadenza.

I gruppi criticano anche il fatto che «nessuno abbia posto a Snam le due domande decisive»: se sia stata richiesta una nuova Aia, in scadenza a maggio e se sia stata richiesta una nuova autorizzazione per l’esercizio oltre luglio.

Un accenno alla revisione dell’Aia è emerso, dicono, «ma purtroppo non è stato approfondito».

Per questo, dopo il consiglio, la Rete chiede ai rappresentanti nelle istituzioni – insieme ai sindaci che hanno firmato la loro lettera – di andare a Roma a chiedere spiegazioni direttamente alla presidente del consiglio Giorgia Meloni. E concludono con una domanda rivolta ai consiglieri comunali: «Cosa intendono fare per dimostrare che non sono solo chiacchiere?».

Sinistra italiana: «Occasione persa. La politica doveva esserci»

Durissimo anche il comunicato di Sinistra italiana, che definisce il consiglio monotematico «un’occasione persa», perché «la sola presenza dei tecnici non può soddisfare l’obiettivo dell’incontro».

Il giudizio politico è netto:

«Era compito di chi lo ha organizzato assicurarsi della presenza dei politici, anche come segno di rispetto per la città».

«Il rigassificatore non sarebbe mai dovuto arrivare. Il futuro non passa dal gas»

Sinistra italiana ribadisce la propria contrarietà assoluta all’impianto installato «senza confronto», collocato in un «porto piccolo e dentro la città» e incompatibile con una «transizione energetica reale».

E soprattutto:

«Il futuro non può passare dal gas».

Nel comunicato si accusa il governo di aver fatto del Gnl «la base della sua politica energetica» per trasformare l’Italia in un hub del gas, a discapito delle rinnovabili.

Giani e Ferrari nel mirino: «Scelte sbagliate, coerenza smarrita»

Non mancano gli attacchi ai livelli istituzionali. Su Eugenio Giani la critica è diretta: «ha fatto male ad accettare il ruolo di commissario», «ha sostenuto una politica energetica fallimentare e climatica negazionista» e «ha ignorato le istanze del territorio».

Su Francesco Ferrari, sindaco di Piombino, Sinistra italiana afferma:

«Da paladino del no al rigassificatore è passato a un atteggiamento ambiguo quando al governo sono arrivati i suoi alleati di partito».

La nota ricorda il cambio di tono sulle compensazioni, le dichiarazioni sul possibile trasferimento a Vado Ligure e la mancata pressione politica nella fase attuale.

«Il 2026 è a rischio: si prepara una proroga»

Sinistra italiana sostiene che il governo Meloni, così come quello Draghi prima, abbia trasformato il rigassificatore in una struttura strategica.

Secondo la forza politica, viste le assenze di ministri e commissario, le dichiarazioni tecniche e le incertezze politiche «si sta preparando una proroga oltre il 2026».

Dal loro punto di vista, l’obiettivo non deve essere spostare la nave altrove, ma dismettere definitivamente l’impianto.

«La Toscana deve puntare sulle rinnovabili, non sul Gnl»: la proposta politica

Sinistra italiana rilancia poi la propria proposta: approvare una legge regionale per il clima, un piano per le energie rinnovabili e puntare alla neutralità climatica.

Secondo la nota, l’Italia ha sovrastimato la domanda futura di gas e rischia di creare «infrastrutture inutili» che ostacolano la transizione.

Un fronte crescente: dai cittadini ai sindaci della costa

Comitato e Sinistra italiana ricordano che oltre 3.500 cittadini hanno firmato contro il rigassificatore, fra questi i sindaci da Livorno a Castiglione della Pescaia hanno già espresso contrarietà e che, in sostanza, la costa toscana chiede compatta «via il rigassificatore».

Il dibattito, dunque, non riguarda solo Piombino: sta diventando territoriale, politico e interprovinciale.

L’onda lunga del consiglio monotematico: ora la pressione politica sale

Le reazioni di oggi, mercoledì 3, confermano che il consiglio monotematico ha aperto una fase nuova: i cittadini chiedono risposte e non accettano più silenzi, i comitati mettono sul tavolo ipotesi di ricorsi e mobilitazioni, le forze politiche di sinistra attaccano governo, regione e comune e, soprattutto, il timore di una proroga oltre il 2026 cresce.

Dopo una giornata dominata dai tecnici, ora la palla torna – ancora una volta – alla politica. E le richieste sono chiare: presenza, responsabilità e rispetto degli impegni presi con Piombino

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