PIOMBINO. La tensione sindacale che avvolge il futuro di Unicoop Etruria è sfociata nello sciopero generale indetto dai sindacati Fisascat, Filcams, Uiltucs e Cobas durante la mattinata di oggi, giovedì 18 dicembre, proprio di fronte ai cancelli della sede di Riotorto.
Nel corso della manifestazione i dipendenti hanno espresso tutta la loro preoccupazione per un piano industriale che minaccia la tenuta occupazionale e la presenza del marchio sul territorio.
L’allarme dell’amministrazione

All’iniziativa non è mancato il supporto dell’amministrazione comunale, che ha voluto esprimere formalmente la propria vicinanza ai lavoratori.
A seguire da vicino l’evolversi della protesta è stata l’assessora al lavoro, Sabrina Nigro, che ha ribadito come la vicenda rappresenti una priorità per l’Ente, visti i possibili effetti a catena sul tessuto economico locale. La situazione desta una forte attenzione, non solo per le ricadute occupazionali dirette, ma per l’impatto complessivo sulla stabilità della nostra comunità.
Verso un tavolo istituzionale
L’impegno del Comune non si fermerà alla solidarietà di piazza. L’obiettivo dichiarato è quello di alzare il livello del confronto per trovare soluzioni che vadano oltre i confini comunali:
«Ci attiveremo fin da subito per coinvolgere le istituzioni sovraordinate e avviare un dialogo con tutte le parti interessate – afferma l’assessore Nigro -, affiancando le organizzazioni sindacali per scongiurare quella che, sulla carta, potrebbe trasformarsi in una nuova e grave crisi occupazionale per l’intero territorio».
Il Comune si dice pronto a farsi promotore di un tavolo di coordinamento, chiedendo trasparenza sui piani dell’azienda e ribadendo che la salvaguardia dei posti di lavoro deve restare il punto fermo di ogni futura trattativa.

Il comunicato unitario di Fisascat, Filcams e Uiltucs
Questo il comunicato dei tre principali sindacati del settore.
Massiccia adesione alla giornata nazionale di sciopero indetta da Filcams, Fisascat e Uiltucs, con molti negozi di Unicoop Etruria e Superconti costretti a tenere abbassate le saracinesche e centinaia di lavoratrici e lavoratori riuniti in presidio davanti le sedi amministrative e i punti vendita della cooperativa. Alta la partecipazione anche dei dipendenti di magazzini e appalti.
Alla base della protesta, il piano presentato al tavolo sindacale dalla dirigenza della neonata cooperativa, che prevede consistenti cessioni di punti vendita, esuberi e un forte ridimensionamento delle sedi amministrative.
Di fronte ad un piano lacrime e sangue non c’è stata alternativa per le organizzazioni sindacali che chiamare lavoratrici e lavoratori alla mobilitazione, rendendo insostenibile la prosecuzione del tavolo sindacale previsto ieri.
La risposta di lavoratrici e lavoratori è stata forte e chiara: a gran voce respingono le cessioni annunciate di 23 punti vendita tra Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, la sostanziale chiusura della sede di Castiglione del lago e l’esubero di quasi 200 persone delle sedi.
Unicoop Etruria è nata dalla fusione di Coop Centro Italia e Unicoop Tirreno con l’obbiettivo largamente dichiarato di rilanciare la presenza della distribuzione cooperativa nel distretto tirrenico e invece, a pochi mesi dalla nascita, ha comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà di abbandonare dei territori storici e ridimensionare ulteriormente la rete vendita, dopo la cessione di 16 negozi toscani ad Unicoop Firenze appena realizzata.
«Si scaricano i costi sul personale dipendente»
Senza neanche mettere in campo concreti tentativi di rilancio e investimento, si dichiarano insalvabili alcuni punti vendita in difficoltà, per anni lasciati in stato di semi abbandono, e si provano a cedere anche negozi dall’andamento positivo, pur di fare cassa. Dopo anni di inefficienze e scelte gestionali discutibili, puntualmente contestate dalle organizzazioni sindacali, ancora una volta si prova a scaricarne il costo sul personale dipendente: la grande partecipazione di oggi (giovedì 18, ndr) e l’attenzione espressa anche da molte istituzioni locali, testimonia che lavoratrici e lavoratori di Unicoop Etruria e Superconti non lo accetteranno e andranno fino in fondo per ottenere risposte adeguate.
Pretendiamo un impegno vero sul futuro della rete vendita con investimenti sulle strutture e sul lavoro, il mantenimento di funzioni e personale adeguato a Castiglione, prospettive chiare per l’insegna Superconti e soprattutto tutela occupazionale per tutte e tutti, con adeguate garanzie sul fronte economico, normativo e contrattuale in caso di cessioni a terzi.
«Saremo disponibili a rimetterci al tavolo solo quando Unicoop Etruria dimostrerà di voler rivedere radicalmente il piano presentato – dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – fino ad allora proseguiranno lo stato di agitazione e le iniziative di mobilitazione, con altre 8 ore di sciopero ancora a disposizione dei territori».