GROSSETO. La stagione turistica, seppur prolungata fino a ottobre, sta ormai giungendo al termine. Sempre più spesso in Maremma si parla di allungamento della stagione, ma quali sono le percentuali di soddisfazione degli addetti ai lavori – balneari, ristoratori, strutture ricettive e negozi? Tutte le risposte emergono dai dati presentati da Confesercenti Grosseto nell’incontro “Maremma & turismo 2025”.
Dai numeri spicca subito un dato: l’insoddisfazione colpisce molti commercianti e ristoratori, con punte del 76% nell’entroterra e del 60% tra Argentario e Orbetello.
La nota più dolente riguarda i ricavi, erosi dai costi in aumento e da prezzi al pubblico che coprono appena le spese, lasciando margini minimi.
«Il costo del lavoro e dell’energia sono i fattori che pesano di più sulle aziende stagionali maremmane, e mentre per i cittadini esistono tutele, per le imprese non ci sono – spiega Andrea Biondi, presidente di Confcommercio Grosseto – Come accade da sempre, più crescono i costi e più calano i ricavi. Per questo molte delle 300 aziende della provincia che sono state intervistate sono insoddisfatte».
Tutti insoddisfatti… tranne i balneari
La Maremma vanta spiagge e coste spettacolari, e proprio chi gestisce i lidi più costosi è oggi il più soddisfatto.
«Dal sondaggio emerge che i proprietari degli stabilimenti balneari sono i più soddisfatti: nel 2024 rappresentavano il 50% del campione, nel 2025 sono saliti al 65% – racconta Biondi – In altre categorie, invece, si registra un peggioramento: tra i negozianti l’insoddisfazione passa dal 70% al 73%, mentre per pubblici esercizi (64%) e ristoranti (56%) i dati restano invariati».
«La domanda è: la Maremma resterà dipendente dal turismo balneare nei mesi di luglio e agosto? – continua – La risposta è sì, se continueranno a mancare una strategia collettiva, budget e strumenti operativi».
Un segnale positivo arriva però dalla primavera: il 44% degli imprenditori è soddisfatto delle presenze, il 49,5% dei consumi e il 41% dei ricavi. Tuttavia, per ottobre si stima un’insoddisfazione sui ricavi pari al 60%.
Destagionalizzazione e Maremma
La destagionalizzazione resta per molti un sogno difficile da realizzare senza infrastrutture: il mare è splendido, ma se i turisti non riescono a raggiungerlo con mezzi pubblici o privati, come possono arrivare? È un tema delicato, perché la bellezza della Maremma risiede nella sua natura selvaggia e incontaminata.
Lo stesso problema affligge anche l’industria: senza collegamenti veloci non si può vendere fuori dal territorio a prezzi competitivi.
«I dati vanno letti in modo territorialmente differenziato: se a luglio sull’Amiata mancano 50 turisti fa la differenza, mentre lo stesso numero sulle località balneari pesa molto meno – osserva Gianluca Soldateschi, presidente provinciale di Assoturismo –. Conta anche la promozione del territorio: senza visibilità non si attraggono turisti, e questo non può gravare solo sugli imprenditori».
L’insoddisfazione coinvolge anche i negozi, dove si registra una diminuzione della spesa media da parte dei visitatori.
La concorrenza sleale e i costi
Le aziende intervistate individuano tra i principali problemi la concorrenza sleale, come sagre e affitti di seconde case, che non sostengono gli stessi oneri di ristoranti e alberghi.
«Le seconde case non incentivano il turismo breve, ormai preferito dai consumatori, e disincentivano il flusso turistico – spiega Biondi – Le sagre, invece, possono praticare prezzi più bassi perché non hanno i costi dei ristoranti, ma rimangono aperte per lunghi periodi».
Il vero nodo resta quello di costi e ricavi: i guadagni coprono le spese, ma non abbastanza per investire e restare competitivi, soprattutto in un momento in cui scontrino medio e consumi sono in calo.
Il ruolo delle istituzioni
Altro punto critico è quello delle istituzioni, accusate di scarsa promozione del territorio e di una gestione poco efficace dell’imposta di soggiorno.
I dati mostrano un’alta insoddisfazione verso i Comuni: 56% a Castiglione della Pescaia, 74% a Grosseto, 81% tra Orbetello e Argentario e 68% a Follonica.
Gli imprenditori hanno valutato le politiche di sviluppo turistico, la promozione online e offline, l’uso degli introiti dell’imposta di soggiorno, i servizi di intrattenimento e quelli digitali per l’interazione con i turisti.
Unico segnale incoraggiante: l’insoddisfazione verso l’aiuto delle amministrazioni è scesa dal 68% del 2023 al 51% nel 2025, grazie ai bandi camerali e alle risorse messe a disposizione.




