GROSSETO. La Maremma è una terra incontaminata, bellissima e con spiagge e panorami mozzafiato, ma quello che manca è la capacità di saper esaltare le meraviglie del territorio con infrastrutture e una visione condivisa. O almeno è così secondo il segretario generale di Cisl Grosseto Simone Gobbi e la segretaria generale di Fisascat Cisl Grosseto Sara Tosi.
Non solo la mancanza di servizi, eventi, collegamenti e tutto quello che serve per attrarre i turisti, oltre alla bellezza. L’assenza di infrastrutture per spostarsi da zona a zona e la mancanza di una visione futura, probabilmente, hanno portato la Maremma a non crescere nel rapporto Irpet sulla congiuntura del turismo 2024 e del primo quadrimestre 2025, dove si vede un calo di presenze del -2,6%.
«Nel dibattito pubblico dominato, composto perlopiù da opinioni personali e narrazioni parziali, abbiamo deciso di elaborare i dati ufficiali, per riportare l’attenzione sulla realtà, senza filtri – dicono Tosi e Gobbi – Senza partire dai dati reali è impossibile comprendere i problemi e, soprattutto, costruire soluzioni efficaci e credibili per il futuro della nostra economia turistica».
I numeri tragici della Maremma
I numeri parlano chiaro e non sono rassicuranti, in un momento positivo per la Toscana in cui spicca una forte ripresa del +4,1% fra il 2023 e il 1024 e una crescita del turismo internazionale del 10,3%, la provincia di Grosseto mostra una stagnazione.
«La nostra provincia – spiegano Gobbi e Tosi – segna un preoccupante -2,6% nel 2024, con una flessione ancora più marcata della componente italiana, ovvero un -6,9%. Non possiamo ignorare che la Maremma oggi è tra le aree meno performanti della Toscana. Senza una visione strategica e un piano di investimenti infrastrutturali mirati, continueremo a perdere terreno».
E i dati del primo quadrimestre del 2025 non sono affatto rassicuranti: le destinazioni balneari, come la Maremma, registrano un calo delle presenze del -15%, con una stagionalità anticipata e fortemente penalizzata. Una situazione che impatta direttamente sull’economia locale.
Le criticità per la maremma: infrastrutture e turismo interno
La Maremma è meravigliosa, ha mare, montagna e colline, i paesaggi sono mozzafiato ed è possibile godersi delle vacanze immersi nella natura o in borghi caratteristici. Ma questo non basta: la bellezza del territorio dovrebbe andare di pari passo a infrastrutture in grado di poter garantire spostamenti ed eventi in grado di attrarre i turisti. Perché oggi non basta più solo la bellezza, serve anche una visione condivisa e la capacità di rimanere competitivi sul mercato.
«Le nostre strade sono spesso inadatte, i collegamenti ferroviari insufficienti, i trasporti locali frammentati, l’accessibilità digitale ancora a macchia di leopardo – dice Gobbi – È impensabile competere con altre aree turistiche, anche toscane, se non si interviene seriamente su questi aspetti».
Dall’altro lato va considerato anche la dipendenza del territorio dal turismo interno. In quest’ottica è chiaro che la crisi economica, l’inflazione e tutti gli aumenti delle utenze dell’ultimo periodo non hanno aiutato a migliorare la situazione. Vien da sé che se cala il potere d’acquisto delle famiglie italiane meno persone possono permettersi le vacanze.
L’influenza sui posti di lavoro
Il tema non è solo economico, ma profondamente sociale e occupazionale. E i primi a pagarne il prezzo sono i lavoratori del settore turistico, che da sempre è il punto di forza del tessuto produttivo maremmano.
«Il rallentamento delle presenze sta già colpendo il lavoro stagionale, soprattutto nei settori della ristorazione e dell’accoglienza rallentando le assunzioni precoci e diminuendo la lunghezza dei contratti – dice Tosi – E questo ha un impatto diretto e significativo sulla Naspi che percepiranno i lavoratori stagionali».
L’appello della Cisl è chiaro: bisogna partire dai dati per capire i problemi, e poi agire in fretta. «Serve un patto territoriale per il turismo che metta insieme enti locali, parti sociali, imprese e istituzioni regionali – dicono dal sindacato – Perché la Maremma ha tutte le carte in regola per tornare protagonista, ma servono visione, coraggio e concretezza».
«Abbiamo bisogno di politiche attive serie, percorsi di formazione mirati e regole più certe per garantire qualità, continuità e dignità al lavoro turistico – concludono – La nostra provincia non può vivere di precariato e incertezza: bisogna restituire centralità ai lavoratori e fare in modo che il turismo generi occupazione buona, stabile e qualificata».




