PIOMBINO. Un gesto incivile, disgustoso e, per certi versi, tragicomico, ha scosso Luca Pallini, figura molto nota nel panorama politico e associativo piombinese. Di ritorno da un incontro con la cittadinanza sulla mostra fotografica a tema Metropolitan, Pallini ha trovato un sacchetto contenente escrementi di cane, posizionato “a mo’ di multa” sotto il tergicristallo della sua auto.
L’episodio, avvenuto in pieno centro, nei pressi della scuola Einaudi Ceccherelli, lascia l’attivista sconvolto e disgustato, ma soprattutto alla ricerca di una spiegazione razionale per quello che definisce un gesto inconsueto e anche un po’ vigliacco.
Il ritrovamento
Luca Pallini racconta con amara ironia la scoperta:
«Stavo tornando alla mia auto, quando da lontano ho notato qualcosa sul parabrezza. Quando mi sono avvicinato ho visto che si trattava di un sacchetto, quelli per cani. Ho pensato che ci fosse volato, ma una volta arrivato alla macchina, ho preso coscienza che c’era anche il contenuto. Un sacchetto con gli escrementi, posizionato a mo’ di multa sotto il tergicristallo».
L’idea che si sia trattato di un caso fortuito viene subito scartata da Pallini, che lega l’accaduto al suo attivismo:
«A pensar male a volte ci si indovina, dicevano i vecchi saggi di una volta, e ho pensato subito che si trattasse di uno scherzo voluto per le posizioni che personalmente porto avanti sulla situazione del Metropolitan.”
Il fatto che l’auto fosse parcheggiata proprio di fronte al suo luogo di lavoro, facilmente identificabile, alimenta il sospetto:
«Alle coincidenze, credo poco. Che sia stata una coincidenza? Mi spiace, ma no» afferma Pallini.
Sebbene non vi sia certezza, l’attivista rigetta l’idea di una semplice “ragazzata,” definendo l’azione “veramente squallida,” visto che l’autore avrebbe potuto facilmente raggiungere un cestino, cosa che ha fatto lui personalmente.
Il disagio sociale dietro al gesto
Al di là dell’aspetto sgradevole, Pallini interpreta l’episodio come un sintomo di un profondo disagio sociale.
Egli mette in contrasto questo gesto anonimo con altre forme di dissenso, citando un episodio avvenuto in occasione della mostra:
«Durante la mostra un passante, ci ha guardato negli occhi e ci ha urlato un fate schifo gratuito. Un gesto pessimo, tuttavia almeno dimostra il coraggio di un uomo che dice la sua di fronte ad una situazione, condivisibile o meno».
Pallini ribadisce l‘importanza dell’associazionismo in un momento cruciale per Piombino, dove due grandi problematiche dominano il dibattito: l’emergenza ospedaliera e la chiusura del cinema teatro Metropolitan.
La battaglia per la socialità
Attraverso lo slogan “Riaccendiamo il Metropolitan,” Pallini e il gruppo nato spontaneamente “Viva il Metro” continuano a tenere alta l’attenzione sul destino della struttura.
Il cuore della loro protesta non è solo tecnico, ma sociale:
«In città non vi è più nessun luogo atto non solo al divertimento, ma alla socialità stessa».
La critica mossa è chiara: a suo avviso, si sarebbe dovuto «almeno cercare di trovare una soluzione alternativa prima della chiusura dell’unico luogo, simbolo della città, un punto di ritrovo essenziale per tutta la cittadinanza, dagli studenti ai più anziani».
«La mancanza di un edificio sostitutivo, anche una semplice tensostruttura, rende il Metropolitan una questione di priorità civica e non solo culturale».
L’accaduto lascia un forte sapore amaro, un gesto che può essere sintomo del profondo disagio sociale verso cui si sta andando.