SANTA FIORA. Il cuore di Sandra si è fermato per alcuni secondi. Si è fermato per evitare che quelle parole la trafiggessero, fermandole il battito per sempre. Per evitare di sapere di essere sopravvissuta a suo figlio. Morto, a soli 45 anni, dopo essere stato travolto da un treno nei pressi della stazione di Lovate Milanese.
Una tragedia, successa lunedì 15 luglio, poco dopo le 10 del mattino. Sandra ha saputo di quello che era successo a suo figlio quasi 10 giorni dopo. Quando la salma del 45enne è stata riconosciuta grazie alle impronte digitali e ai tatuaggi.
Dieci giorni dopo l’incidente, Sandra ha scritto soltanto pochissime parole sul suo profilo di Facebook: «Ciao amore di mamma». Le uniche possibili.
La tragedia sui binari
Il treno che ha travolto e ucciso Massimiliano Trapani, 45 anni, era quello passato pochi minuti dopo le 10 del mattino dalla stazione ferroviaria di Novate Milanese. Era diretto a Malpensa Aeroporto Terminal 1.
Alcuni viaggiatori che si trovavano alla stazione hanno visto il treno travolgere Massimiliano e hanno dato subito l’allarme al 112. Sul posto sono intervenute due ambulanze della Sos di Novate, l’automedica dell’ospedale Sacco, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Nonostante i tentativi di soccorso, Massimiliano non ce l’ha fatta.
La salma è stata portata all’obitorio dove, dopo giorni di indagini da parte delle forze dell’ordine, è stata accertata l’identità dell’uomo.
L’abbraccio dell’Amiata
Massimiliano era un uomo che aveva imparato a mostrare le proprie fragilità senza paura del giudizio altrui. Innamorato della lettura, della cultura in generale, aveva conquistato il cuore di tutte le persone che gli stavano vicine.
Dagli operatori con cui aveva percorso un pezzo di strada durante i progetti di inserimento lavorativo, a chi invece lo conosceva fin da ragazzo, agli amici incontrati, persi e ritrovati.



