Tirrenica, un altro morto a Capalbio. Ma l'autostrada non si farà mai | MaremmaOggi Skip to content

Tirrenica, un altro morto a Capalbio. Ma l’autostrada non si farà mai

L’ennesima vittima sull’Aurelia a Capalbio non cambia lo scenario e sarà, come le altre, dimenticata in fretta. Per la Tirrenica non ci sono i soldi e non si farà mai
Due immagini dell'incidente mortale di martedì 19 agosto all'altezza della Torba, a Capalbio
Due immagini dell’incidente mortale di martedì 19 agosto all’altezza della Torba, a Capalbio

CAPALBIO. Ha ragione Gianni Chelini, sindaco di Capalbio, quando dice che sull’Aurelia, nel tratto più pericoloso d’Italia, si sono pianti più morti che in occasione del crollo del ponte Morandi. L’ultima vittima, il designer Alessandro Loschiavo, designer di fama internazionale, è di ieri, martedì 19 agosto. Chissà com’è andata, la dinamica è all’esame della stradale, ma una cosa è certa: se la strada fosse stata a quattro corsie, con il new jersey in mezzo, non sarebbe successo nulla del genere.

Però la Maremma si metta l’animo in pace. L’autostrada Tirrenica non si farà mai e mai come in questa occasione saremmo felici di essere smentiti. Ma non con le solite, inutili, stucchevoli, e talvolta copia-incollate dichiarazioni che sentiamo e leggiamo da almeno 25 anni, ma con i cantieri.

La realtà è che non è nei piani del governo Meloni, che preferisce sognare il faraonico ponte sullo stretto che finanziare un’arteria che una Regione attende da oltre 50 anni. L’unico buco autostradale dalla Francia alla Sicilia.

Non più di un mese fa il viceministro Rixi l’ha detto chiaro, rispondendo a Marco Simiani a Montecitorio: i soldi con ci sono

E ha ragione ancora Chelini quando dice che solo Altero Matteoli, burbero ma concreto omone di Cecina, che beffardamente proprio sulla Tirrenica, 1 km più a nord dell’incidente di ieri, perse la vita in uno scontro, il 18 dicembre del 2017, ha spinto con forza per realizzare l’arteria.

Riportiamo qui sotto una sua dichiarazione

«La concessione è del 1969 e in questi anni ogni progetto è stato bocciato. Nel 2001-2006 fui io a sbloccare l’empasse causato dalla lite Lunardi-Martini. Adesso il commissario Bargone ha trovato la strada giusta, con un progetto e la sua “bancabilità”. Un progetto sopportabile anche per l’ambiente. Basta indugi, questi territori hanno pagato un prezzo troppo alto sul piano economico e della sicurezza. C’è un tempo per parlare e uno per decidere. E noi abbiamo deciso».

Queste parole Altero Matteoli le pronunciò il 18 ottobre 2011, era ministro delle infrastrutture dopo aver fatto il sindaco di Orbetello, in occasione della presentazione di uno dei (tanti) progetti per l’autostrada.

Mancano 180 km, da Tarquinia a Cecina

Sono passati 15 anni, ma da allora è stato realizzato, da Sat, solo il tratto fino a Tarquinia da Civitavecchia. Mancano i circa 180 km da San Pietro in Palazzi, a nord di Cecina, fino proprio a Tarquinia. Compreso il tratto di Capalbio, forse il tratto di strada più pericoloso d’Italia.

Ma anche la povera vittima di ieri sarà dimenticata in fretta. Mentre il progetto, che non è più autostradale, ma comunque sarebbe un importante adeguamento del tracciato, che verrebbe trasformato in strada a grande percorrenza a quattro corsie, prende la polvere in qualche cassetto, dopo esser passato da Sat ad Anas.

Eppure, trovando i soldi, il modo ci sarebbe. Basta vedere cosa sta avvenendo sulla Grosseto-Siena da quando, con il commissario, si sono sveltite le farraginose pratiche burocratiche che, in Italia, frenano ogni progetto: sia sul lotto 4 che sul lotto 9, ma anche sulla galleria di Pari, si sta lavorando in modo spedito. Anas sta rispettando i tempi e, nel giro di un anno, massimo un anno e mezzo, si viaggerà in poco più di mezz’ora fra Grosseto e Siena.

Basta la volontà, poi tutto si può fare. Anche in Italia.

I liberal-democratici: «Sulla Tirrenica silenzio assordante»

Sulla Tirrenica intervengono anche Alessandro De Carolis Ginanneschi, Gianni Brunacci e Francesca Scopelliti, del Partito Liberal-Democratico.

«Dopo aver preso atto della recente bocciatura dell’ordine del giorno dell’onorevole Marco Simiani sul finanziamento dell’adeguamento dell’Aurelia, in sede di approvazione di decreto infrastrutture 73/2005, abbiamo atteso qualche tempo sperando in altre prese di posizione oltre alla sua e a quella di qualche organizzazione sindacale – salvo errore».

«Il silenzio che ne è seguito è, come suol dirsi, assordante: specialmente quello del destra-centro che governa Grosseto e altri importanti Comuni della Provincia. Nessun sindaco, nessun parlamentare, nessun partito o lista civica sembra aver preso eventuale posizione. Ma lo stesso sinistra-centro locale, anch’esso nelle sue varie articolazioni, sembra non aver condiviso ulteriormente le preoccupazioni dell’onorevole Simiani».

«Sarà stata colpa del periodo estivo?»

«Fra Capalbio e Orbetello si continua a morire»

«È inutile ricordare quanto il budello stradale che interessa in particolare i Comuni di Orbetello e Capalbio, e gli innumerevoli incroci a raso dell’Aurelia continuino a causare morti e feriti e compromettano lo sviluppo».

«Eppure, come certamente ricorda l’assessore regionale Leonardo Marras all’epoca presidente della Provincia, a suo tempo fu pur trovato un accordo unanime tra le forze politiche rappresentate in consiglio provinciale nonché con le amministrazioni comunali più direttamente interessate, addirittura sul tracciato autostradale da realizzare: accordo che, superando le riserve dei territori specificamente coinvolti, ne avrebbe consentito la realizzazione potendo contare all’epoca sui finanziamenti necessari, ma poi arrivò il governo Monti…»

«Eppure, il governo Meloni quasi quotidianamente si bea dell’andamento dei conti pubblici: ma i quattrini per la Maremma continua a non trovarli. Un elemento in più che al di là della propaganda dimostra che, se vogliamo recuperare soldi per le opere pubbliche così come per la sicurezza, la sanità, eccetera, bisogna drasticamente ridurre gli sprechi nella spesa pubblica: ma ad oggi l’unico partito a sostenere con forza questa scelta è il solo Pld».

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