MONTE ARGENTARIO. Due anni d’inferno. Di botte, offese e minacce. Fino a quando la sua compagna ha deciso di interrompere quella catena di violenza che per più di due anni l’ha tenuta legata a lui. Un quarantaduenne originario di Agrigento è stato rinviato a giudizio dal giudice Sergio Compagnucci.
Difeso dagli avvocati Rosario Fiore e Raimondo Tripodi, l’uomo è accusato di maltrattamenti.
Due anni di botte e minacce
Due anni di botte e minacce, di grida e offese ripetute più e più volte. Due anni nei quali una donna di 35 anni, che si è costituita parte civile con l’avvocata Laura Parlanti, ha dovuto subire decine e decine di soprusi. Il suo compagno, padre del loro figlio, non voleva che la donna frequentasse amici e conoscenti e le controllava continuamente il telefono.
«Lorda, che mamma che sei, non servi a niente, se una pazza», si sentiva ripetere dal quarantaduenne che aveva colpito la donna alle gambe con una sedia di plastica. O ancora, che le aveva tirato i capelli o lanciato contro le suppellettili della loro abitazione.
Gli episodi di violenza denunciati sono stati diversi: dalla testa della donna sbattuta sul finestrino dell’auto, alla minaccia di gettarla giù dalla finestra contro la quale l’aveva spinta., E ancora, minacce di morte, minacce di toglierle suo figlio.
La donna non è riuscita a sopportare più e lo ha denunciato: il giudice, nei suoi confronti, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare che poi è stata revocata. Ora per il compagno violento, comincerà il processo.

45 anni, redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l’ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi
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