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Terza, Lorenzetti: «A Braccagni conta lo spogliatoio»

Il tecnico del Braccagni, che affronta l’Atletico Grosseto, parla dell’ottimo rapporto con i suoi giocatori
Il Tavarnesi di Braccagni

di Giancarlo Mallarini

BRACCAGNI. Lo ricordo giocatore. Pendolare sulla fascia, instancabile, produttivo, al servizio dei compagni, faro per chi lo guidava dalla panchina. Perché Giovanni Lorenzetti (detto Gianni) anche da giovane aveva il pregio di avere una testa funzionante, aveva il dono di capire come comportarsi in campo e fuori.

L’ho ritrovato allenatore del Braccagni, ha la stessa voce, sottolinea gli stessi concetti del suo calcio, prende lo sport con una filosofia disarmante e, allo stesso tempo, precisa e sicura.

Il suo Braccagni si destreggia al terz’ultimo posto con 4 punti – 1 vittoria, 1 pari, 4 sconfitte – ha segnato 6 volte, è stata colpita 15 volte.

Domenica 28 affronta l’Atletico Grosseto 2015.

«Una situazione che viene da lontano – spiega – chiamata Covid. Nel lungo intervallo dovuto all’epidemia tanti ragazzi si sono allontanati dal calcio, gli altri hanno sofferto, e soffrono, il lungo stop fisico. Le nostre prerogative si sono rivolte specialmente al lavoro di tutti, alle famiglie da salvaguardare. Nel frattempo i dirigenti hanno fatto i salti mortali per non soccombere. Personalmente ritengo questa stagione l’anno zero. Si continua per soddisfare una passione mai appassita con il ricordo di un Braccagni da definire una bella squadra, competitiva. Oggi siamo contati, ma andiamo avanti, lentamente. Seminiamo, ma confesso che è molto dura».

Cosa ti conforta?

«Il rapporto con i miei giocatori. Mi metto sempre in discussione, li tratto come calciatori di serie A, diffondo tranquillità, dico spesso che loro sono uguali a tutti gli altri. Il nostro spogliatoio è fondato su fiducia e sincerità».

Funziona?

«Guardando la classifica non sembra, nella realtà, invece, si è creato un gruppo che mi piace, mi appartiene umanamente. Molti di loro lavorano spesso fuori casa e mi chiedono il programma settimanale di allenamento, che seguono da soli, durante le sedute devo fermarli perché vorrebbero fare altri esercizi, altri schemi. Si divertono. Spesso negli spogliatoi mi dicono che gli sto regalando un mondo diverso da quello che hanno conosciuto in passato. Un complimento che mi emoziona».

Atletico Grosseto, l’ultimo allenamento prima della sfida col Braccagni

Correre sotto la pioggia, alla luce dei fari. L’Atletico Grosseto 2015 pensa al Braccagni sotto lo sguardo di mister De Blasi. Una seduta bagnata, acqua in testa e nei piedi, schizzi di fango. Riscaldamento, distribuzione delle casacche gialle, partitella a campo ridotto, la porta regolare a destra, una più piccola al centro.

“Tocchi liberi” decide De Blasi. Il rumore dell’acqua sotto i tacchetti è dominante nel silenzio che circonda il “Laurenti” al Casotto Pescatori. A questo sottofondo si aggiungono le direttive del tecnico: “A due tocchi”. Lo scenario cambia, la sfera accelera, il ritmo sale, le figure in campo si vestono di fango.

La porta degli spogliatoi, in fondo a sinistra, è aperta, la luce accesa, le borse sul pavimento insieme a scarpe e ciabatte, gli abiti appesi, le panche vuote. Odore di calcio, profumo di campionato. Nell’aria scivola della musica, solo chi ha il privilegio di commuoversi la può ascoltare.

Lo spogliatoio dell’Atletico Grosseto

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