Taglio dei pioppi lungo l'Ombrone: «È dal 2010 che ci lavoriamo» | MaremmaOggi Skip to content

Taglio dei pioppi lungo l’Ombrone: «È dal 2010 che ci lavoriamo»

Dopo le proteste di Italia Nostra, Forum Ambientalista, Wwf Maremma, Legambiente e Acquaviva Uisp per i tagli agli alberi lungo il fiume, la Biomass Trading chiarisce che si tratta di «lavori autorizzati e in corso dal 2010. Vegetazione da rinnovare per evitare rischi idraulici»
Gli alberi lungo il fiume

GROSSETO. L’allarme era stato lanciato da Italia Nostra, Forum Ambientalista, Wwf Maremma, Legambiente e Acquaviva Uisp che avevano espresso forti preoccupazioni per i tagli effettuati sulla vegetazione ripariale del fiume Ombrone.

Oggi è la Biomass Trading, la società attiva nel settore delle biomasse che si sta occupando dei tagli sull’Ombrone, ad intervenire sulla questione per chiarire la sua posizione

Le associazioni avevano sottolineato come l’Ombrone, secondo fiume della Toscana per importanza, rappresenti un corridoio ecologico fondamentale. Lungo le sponde del fiume crescono infatti i pioppi bianchi: «Non una vegetazione qualsiasi – avevano sottolineato gli ambientalisti – Si tratta di alberi nobili e longevi che possono raggiungere età secolari e dimensioni monumentali». 

Interventi in corso già dal 2010

Per la Biomass Trading serve però chiarezza, sia sui tempi impiegati che sugli interventi, quelli già eseguiti e quelli da eseguire. Sui tempi «perché – specifica Andrea Nucci, titolare dell’azienda – è dal 2010 che la Biomass Trading esegue tagli lungo l’Ombrone, e non si capisce perché soltanto ora si siano sollevate queste polemiche su un lavoro necessario e importante per la sicurezza idraulica. Addirittura ci sono stati già degli accrescimenti sui quali siamo intervenuti una seconda volta». 

L’ingegnere Benvenuti Spargi chiarisce invece la natura degli interventi: «Nel corso del tempo sono stati fatti numerosi interventi – spiega – Recentemente si è concluso quello che è entrato al centro delle attenzioni, ma si tratta di un lavoro iniziato due anni fa con la progettazione, e via via sono state fatte integrazioni e verifiche richieste dai vari enti competenti sulla materia». Il progetto in questione è stato presentato all’Unione Comuni Colline Metallifere e al Genio civile e sono poi stati fatti «saggi per capire il materiale e la tipologia di intervento più adeguata». 

Ci sono poi dei nuovi progetti sull’Ombrone per i quali è in corso l’iter autorizzatorio e, tra le varie integrazioni, sarà presentata anche la Valutazione di Incidenza Ambientale. «Non necessaria – spiegano – e non sarebbe dovuta neanche ora. Ma da ora in poi la faremo per completezza».

I pioppi bianchi lungo l’argine possono arrivare «solo fino a 30 anni»

E se è vero che i pioppi bianchi sono alberi che raggiungono un’età secolare, è la posizione lungo l’argine del fiume che li rende potenzialmente pericolosi. «Nel caso dei tagli lungo l’Ombrone – spiega Spargi – si fanno i classici interventi che devono essere fatti lungo i corsi d’acqua. Il presupposto è he abbiamo a che fare con una vegetazione che ha un’aspettativa di vita non lunghissima. I turni medi per la vegetazione ripariale di sponda non dovrebbero essere superiore ai 30 anni». Il rischio che si corre è che gli alberi vengano abbattuti durante le forti piogge, andando poi ad ostruire i corsi d’acqua. Un rischio per le infrastrutture che si trovano nelle vicinanze e, di conseguenza, per la popolazione. 

«Il ponte sull’Ombrone è una infrastruttura che potrebbe venire danneggiata – prosegue Spargi – Dal punto di vista normativo si prevede quindi che la piante di grosse dimensioni vengano eliminate».

Il legno impiegato per produrre energia 

C’è poi la questione commerciale, perché il pioppi e i salici che vengono tagliati vengono impiegati per gli impianti di biomasse. È proprio la Biomass Trading, infatti, a chiedere di poter eseguire i tagli così da fare profitto con il legno ottenuto. 

«Quel materiale non può avere altra destinazione che questa – sottolinea Spargi – Dal punto di vista qualitativo e merciologico non può essere utilizzato per altre cose, tanto che prima che venissero fatte le centrali a biomasse nessuno lo voleva. Gli interventi di manutenzione avevano un costo molto alto, perché smaltire in discarica ha un costo enorme. Quindi lo bruciamo per fare energia, se fosse valorizzabile in altro modo lo faremmo ma si tratta di legno impregnato di acqua». 

Il tavolo tecnico

Si terrà giovedì 30 ottobre, nella sede del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, il primo tavolo tecnico congiunto tra il Parco della Maremma e il Consorzio di Bonifica, dedicato alla gestione della vegetazione ripariale del fiume Ombrone.
 

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