Tabard Inn: il nuovo bar-ristorante della zona artigianale | MaremmaOggi Skip to content

Tabard Inn: il nuovo bar-ristorante della zona artigianale

Il nome deriva dall’omonima storica locanda inglese, Elena e Matteo hanno aperto in via Birmania 71 un locale caratteristico e accogliente
Elena e Matteo dietro al bancone del loro Tabard Inn

GROSSETO. Tra occhi fieri, curiosi ed orgogliosi, apre il Tabard Inn.

I primi amici, conoscenti e avventori, prendono subito familiarità, l’interno accoglie con i suoi arredi in legno, lavorati dalle mani di un babbo falegname.

Una foto degli interni

Il babbo in questione è quello di Elena Romani. Lei gestirà assieme al suo fidanzato Matteo Bertelli questo nuovo locale che mette insieme lo stile industriale e il calore dell’artigianalità tipica delle locande tradizionali.

Hanno aperto oggi, 26 aprile, e con il sapiente uso (e ri-uso) di materiali, il locale mostra un tocco originale che bene si addice al quartiere dove ha aperto.

In via Birmania 71, il Tabard Inn porterà tutta l’esperienza di Elena e Matteo, che dopo diverse stagioni passate a lavorare in una nota struttura ricettiva del territorio, hanno deciso di aprire un locale tutto loro.

Affrontando questo periodo non facile per le nuove aperture, ma sapendo di farlo con un bel bagaglio di esperienze da sfruttare.

Perché Tabard Inn

Il nome è nato da una domanda a un traduttore conosciuto lavorando: i due giovani gli chiesero di fornirgli qualche spunto, che potesse ben stare con l’idea di locale che avevano in mente. Tra i vari nomi uscì fuori “Tabard Inn“.

La locanda Tabard (Tabard Inn) era famosa per ospitare i pellegrini diretti al santuario di (San) Thomas Becket nella Cattedrale di Canterbury. La locanda originaria è menzionata nell’opera letteraria tardo trecentesca di Geoffrey Chaucer: The Canterbuty Tales (I racconti di Canterbury).

L’esterno del Tabard Inn

“Tabard” sta anche per “tabarro”: un mantello molto usato all’epoca soprattutto dai classici avventori della locanda. Il mantello ha avuto varie “riedizioni” fino ai primi del 1900, ora rappresenta una rarità.

«Il nome ben si addiceva allo stile che volevamo proporre. Poi il nostro locale è qui nella zona artigianale, dove molti sono “pellegrini”, di passaggio, per lavoro» racconta Elena.

Riproporre un nome così caratteristico a Grosseto rappresenta la volontà di Elena e Matteo di fare del loro bar un luogo di ritrovo, ma anche un punto di riferimento, che possa essere altrettanto caratteristico per la città.

A giudicare alla loro abilità tra colazioni e servizio, i presupposti ci sono tutti.

A Elena e Matteo, i nostri migliori auguri.

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